Torino. Cronache antirazziste



Torino. Cronache antirazziste

 

Da Lampedusa a Torino rivolta contro i CIE/lager. Una settimana di resistenza

 

19 febbraio. Sciopero della fame al CIE

20 febbraio. No LagerCoop

20/21 febbraio. Scritte alla Croce Rossa

21 febbraio. Presidio e corteo al CIE

 

Sciopero della fame al CIE

Nella notte tra il 18 e il 19 febbraio 27 tunisini sono stati trasferiti con un aereo militare da Lampedusa a Torino. Allo sbarco a Caselle, gli immigrati, reduci dalla rivolta che il giorno precedente aveva mandato in fumo buona parte del lager dell’isola, sono stati accolti dalla polizia in assetto antisommossa che li ha scortati al CIE di corso Brunelleschi. Per far posto ai nuovi arrivati sono state liberate tutte le donne rinchiuse nel centro di detenzione. Gli immigrati hanno raccontato di essere stati duramente pestati prima della partenza: molti erano stati feriti già durante la rivolta.

Le botte non sono bastate a smorzare la loro determinazione a lottare per la libertà. Anzi. Giovedì 19 febbraio tutti i reclusi del CIE hanno rifiutato il cibo pieno di psicofarmaci che gli rifilano i secondini della Croce Rossa. Lo sciopero della fame è continuato venerdì 20 coinvolgendo almeno metà dei reclusi, che chiedevano la liberazione immediata.

Intorno alle 17,30 dello stesso giorno un gruppo di antirazzisti e anarchici si è dato appuntamento sotto i muri del CIE. Musica, petardi, battiture e grida si sono intervallati con le testimonianze dei reclusi che raccontavano le loro storie al telefono. Storie di violenza, sopraffazione, sfruttamento e storie di resistenza. Molti chiedevano agli antirazzisti di entrare, per vedere la realtà di una prigione per senza carte. Ma le porte di un CIE, come di ogni prigione, sono chiuse.

Gli immigrati hanno buttato per aria i materassi e sparso in giro l’immondizia.

Fuori dal muro “libertà, libertà”.

 

No LagerCoop

Due Cooperative Rosse, la Sisifo e la Blu Coop, gestiscono la prigione per immigrati di Lampedusa, andata a fuoco durante la rivolta scoppiata a metà febbraio.

Il consorzio che le unisce “Lampedusa accoglienza”, ha il sapore agre della feroce ironia nazista: “il lavoro rende liberi” c’era scritto ad Auschwitz.

La Lega delle Cooperative, i cui membri gestiscono anche altri CPT in Italia, fa leva per il suo marketing sui valori di solidarietà, partecipazione e mutuo appoggio patrimonio di tanta parte del movimento operaio, mentre gestisce e lucra sulla pelle di chi, spinto dal bisogno, va a caccia di un futuro migliore nel nostro paese.

A Torino, in via Livorno, c’è l’Ipercoop, mega supermercato di nuova generazione, dove il business imita la piazza di un paese. Un gruppo di antirazzisti venerdì 20, mentre il governo decideva per decreto di estendere a sei mesi la detenzione nei CIE, ha aperto due striscioni “LegaCoop gestisce lager” e “Non esiste lager dal volto umano”, distribuendo volantini e speakerando. I responsabili della sicurezza del supermercato hanno tentato senza successo di dissuadere dall’iniziativa: tra chi entrava e usciva dal supermercato non sono mancati quelli che hanno espresso approvazione e solidarietà.

All’interno dell’IperCoop è scattata una caccia al tesoro: la ricerca di migliaia di microvolantini sparsi tra le merci.

Chi volesse dire la propria ai gestori del Lager di Lampedusa può telefonare a:

Sisifo (Catania) 095 43 03 65

Blu Coop (Agrigento) 0922 60 89 38

 

Scritte alla Croce Rossa

"La Croce Rossa gestisce lager per migranti", "fuoco ai cpt" sono alcune delle scritte comparse nella notte tra venerdì 20 e sabato 21 sulle sedi della CRI di Torino, Settimo, Chivasso, Pino, Chieri, Nichelino, Moncalieri e Beinasco. A Moncalieri è stata anche gettata una bella secchiata di vernice rossa. A Torino, come in altre città italiane, la CRI ha in appalto la conduzione del CIE.

 

Presidio e corteo al CIE

Sabato 21 febbraio di fronte al CIE di corso Brunelleschi si sono dati appuntamento compagni delle varie aree dell’arcipelago antirazzista torinese.

Il giorno precedente, durante la visita al CIE dell’europarlamentare Agnoletto, una donna recatasi lì per portare cibo ad un parente, è stata più volte respinta e infine violentemente strattonata dagli agenti di guardia, che per ore le hanno impedito l’ingresso.

Battitura di ferri, petardi, musica, interventi e le dirette alla radio dal CIE hanno caratterizzato un pomeriggio di solidarietà con i reclusi, alcuni dei quali ancora in sciopero della fame. Il pomeriggio si è concluso con un corteo intorno alle mura del centro, durante il quale la polizia in assetto antisommossa è entrata nelle varie sezioni del CIE minacciando apertamente gli immigrati. All’esterno scritte solidali e, fortissimo, il fragore delle battiture di pali della luce, cassonetti, segnali stradali.

Sul muro campeggiava tra le altre una grande scritta blu: “questo è un campo di concentramento”.

 

Appuntamenti nei prossimi giorni:

 

La crisi se la paghino i padroni!

Martedì 24 febbraio punto info in via Po 16 dalle 18.

Giovedì 26 febbraio assemblea “La crisi se la paghino i padroni!”. Oltre la resistenza per l’azione diretta e l’autogestione.

Introduce Stefano Capello. In corso Palermo 46 dalle 21.

 

Sabato 28 febbraio corteo contro il pacchetto sicurezza. Ore 15 in corso Giulio Cesare angolo via Andreis. I compagni e le compagne che si incontrano nell’Assemblea Antirazzista di Torino saranno presenti con lo striscione “contro il razzismo azione diretta”.

 

Contro tutte le galere con gli immigrati in lotta

Martedì 3 marzo ore 18 punto info in via Po 16

Senza Stati né frontiere nessuno è clandestino

 

Federazione Anarchica Torinese – FAI

Corso Palermo 46

La sede è aperta ogni giovedì dopo le 21

fai_to at inrete.it

338 6594361