Torino. La crisi se la paghino i padroni! Punto info e assemblea
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- Date: Sun, 22 Feb 2009 19:34:42 +0100
Torino. La crisi se la
paghino i padroni! Punto info e assemblea Martedì 24 febbraio punto
info via Po 16 dalle ore
18 Giovedì 26 febbraio
assemblea/dibattito
con Stefano
Capello in corso Palermo 46
dalle ore 21 Oltre la resistenza per l’azione diretta e
l’autogestione Un’occasione per ragionare e coordinarsi sulla necessità
di creare e infittire le reti di solidarietà tra i lavoratori: da quelli dei
call center agli immigrati in nero dei cantieri, dei mercati, delle campagne e
delle fabbrichette, sino a quelli delle partite IVA, i precari, i
cassaintegrati, i disoccupati. Un’occasione per discutere su come mettere i bastoni tra
le ruote al caporalato: da quello delle agenzie internali e delle cooperativa
“sociali”, bianche e rosse, a quello “illegale” dei kapò del lavoro
nero. È
tempo che chi lucra sulle vite di noi tutti cominci a
pagare! Di
seguito il volantino che stiamo distribuendo in questi
giorni. La crisi se la paghino i padroni! Noi non pagheremo la vostra crisi. Tra noi e voi non c’è
nulla da spartire. Voi siete il nostro nemico, siete dall’altra parte della
barricata. Non pare vero, ma non siamo tutti uguali. Voi siete
diversi da noi. Voi che avete il potere e lo mantenete con la violenza, il
ricatto, la paura, la menzogna, l’ipocrisia. Voi che avete il capitale e
succhiate dal lavoro vivo la sua ricchezza per farla vostra. Voi che sfruttate
gli uomini per il vostro profitto e imponete il minor prezzo possibile al
lavoro. Voi che fate le leggi, fate i governi, che controllate eserciti e
polizie, spie e satelliti, missili idioti e armi di distruzione di massa. Voi
che schiantate villaggi, città, paesi per errore umano, sempre troppo umano. Voi
che non volete pagare le tasse ma volete che le vostre casse siano riempite da
soldi pubblici, prelievo alla fonte e inevitabile del lavoro salariato.
Voi non siete come noi. E adesso vorreste che fossimo
ancora noi a pagare la vostra crisi. Vi siete avvitati del delirio chiamato
“finanziarizzazione dell’economia”, creando ricchezza inducendo quelli che
sfruttavate ad indebitarsi per lo scarso salario con cui li pagavate. Avete
spremuto interessi su interessi dai mutui della gente qualunque che voleva solo
pagarsi un tetto o quel minimo benessere che a tutti promette la vostra
pornografica martellante pubblicità. Adesso che il mondo è troppo povero per
pagarvi gli interessi o per comprare la vostra merce, ora che il giocattolo
esausto si è rotto, vorreste che soccorressimo i vostri consigli di
amministrazione di maiali bulimici, legati a filo doppio con i politici che per
voi approvano leggi e decreti di pubblica rapina. Ora che nelle nostre case si
contano gli spiccioli per reggere fino almeno alla terza settimana, ora che i
nostri già miseri salari sono massacrati dalla cassa integrazione per settimane
e settimane, pensate forse che ci sfiori il pensiero dell’interesse “generale”
con cui vorreste spacciare il vostro “privatissimo” interesse? Solo con la
menzogna e la violenza potete pensare di restare al vostro posto: ma queste sono
le vostre specialità. Il bello è che forse questa crisi chiarisce ancora una
volta in modo difficilmente contestabile che senza di noi, voi non potete
farcela; mentre noi, senza di voi, non possiamo che vivere
meglio. Senza le nostre vite da cui succhiare la ricchezza, non
fareste un bel ruzzolone per terra? E non trovereste nessuna mano tesa per
rialzarvi? Quando la crisi morde e le fabbriche chiudono perchè il padrone non
ci guadagna abbastanza, non è forse vero che ci sarebbe abbastanza sapere negli
operai e negli impiegati per far funzionare la stessa fabbrica senza il peso del
profitto del padrone? Non è che siamo arrivati a questo punto perchè ci siamo
accontentati del vostro salario e non ci siamo assunti la responsabilità del
nostro futuro in prima persona? Non è che siamo arrivati a questo punto perchè
abbiamo esiliato e dimenticato la nostra libertà nella delega a sindacati e
partiti? Anche a quelli più o meno conflittuali, anche a quelli più o meno
radicali? Questo dovrebbe essere il nostro pensiero dominante: non
possiamo forse davvero fare a meno di voi? Chi conosce come funzionano le
macchine che producono ciò di cui abbiamo bisogno per vivere? Chi sa coltivare
la terra perchè dia frutto? Chi sa come prendersi cura di bambini e anziani? Chi
sa come curare chi è malato? Chi sa far funzionare le centrali elettriche, le
ferrovie, i porti? Chi sa far funzionare le reti ed i flussi di informazione
così necessari a semplificare e migliorare la nostra esistenza? Chi ha il sapere
di cui è intessuta la nostra vita quotidiana? Noi e non voi. Noi non abbiamo
bisogno di voi. Noi non pagheremo la vostra crisi. Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 siamo aperti ogni giovedì dalle
21,15 338
6594361 |
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