Re: Re:Eluana, il ministro Sacconi:«Leggi da applicare»
- Subject: Re: Re:Eluana, il ministro Sacconi:«Leggi da applicare»
- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Sun, 25 Jan 2009 21:40:00 +0100
Caro Lorenzo, ti unisco un articolo sul caso Englaro che ho scritto per il
"Nuovo quotidiano di Puglia" e che ti prego di comunicare ai tuoi amici.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Poter
morire di
Arrigo Colombo Finalmente la Cassazione ha dato il sospirato responso:
Eluana Englaro può morire. Dopo 16 anni, dal gennaio 1992, quando un incidente
di macchina le provocò un trauma al cervello cui seguì una necrosi
irreversibile, ridotta allo stato vegetativo, mantenuta in vita con alimentazione artificiale. Dopo una
battaglia giudiziaria che nel luglio di quest’anno aveva raggiunto
l’autorizzazione della Corte d’Appello di Milano, poi bloccata dalla Procura,
finalmente la Cassazione respinge questo blocco, questo ricorso, e la poverina
può morire. La buona morte, la morte liberatrice. E subito insorge la polemica, il Vaticano grida
all’omicidio. Col Card. Barragan, presidente del Pontificio consiglio per la
salute; con Bagnasco, presidente della CEI; con Fisichella, che presiede la
Pontificia accademia per la vita; con alti esponenti del potere ecclesiastico.
Ma le ragioni non sono chiare, perché di ragioni si
tratta. Non è che vi sia un dettato divino, una rivelazione, una parola
evangelica. È un problema di etica. Il Vaticano pretende di avere l’esclusiva
dell’etica, di sapere lui solo qual’è l’azione giusta e virtuosa; mentre
l’umanità, emancipatasi dalla chiesa, sarebbe caduta nel relativismo, nel
lassismo, nell’arbitrio, nel tutto è permesso. È il discorso di papa Ratzinger,
discorso frequente, intima persuasione. Che però è errato perché l’umanità, e
proprio in quella modernità che la chiesa tanto detesta, che Pio IX ha
condannato nel suo famoso Sillabo,
una esemplare raccolta di tutti quei pretesi errori (tra i quali c’era la
sovranità popolare, la democrazia); l’umanità è andata sviluppando un’etica
molto salda e forte che è contenuta nelle Carte dei popoli (spesso chiamate
Dichiarazioni dei diritti; che però sono sempre diritti-doveri), le quali si
sono succedute lungo tutta la
modernità. Mentre la chiesa non aveva mai riconosciuto, fino a tempi recenti (al
Concilio Vaticano II) fondamentali principi etici, come la libertà di coscienza
(si veda la mostruosa persecuzione dei cosiddetti “eretici”, bruciati a decine
di migliaia sul rogo); o come la sovranità popolare. Fino a tempi recentissimi
(cioè a fine secolo) non riconosceva l’illiceità della pena di morte, e cioè che
lo stato non ha il diritto di uccidere il cittadino; e predicava la “guerra
giusta”, mentre la guerra è un fatto talmente atroce che non può mai essere
giusto; sì che i conflitti tra popoli – come dice il trattato dell’ONU – devono sempre esser risolti con la
trattativa, mai con la guerra. Difficile accettare la chiesa cattolica come un buon
maestro di etica, per il fatto stesso che è un centro di potere, una struttura
imperiale, ed è quindi sensibile alle ragioni (o pseudoragioni) del potere, alla
“ragion di stato”; si veda il recente comportamento nel problema dei preti
pedofili. In materia di etica, piuttosto che come maestra, è bene che la chiesa
entri nella discussione come discepola, poiché i grandi principi li ha appresi
dalla modernità laica. O, supposta questa acquisizione, che vi entri come
partner della discussione, su di un piano di parità, e riconoscendo l’autorità
degli esperti nei vari campi, la medicina ad esempio. E quali sono le ragioni che adducono? Parlano di vita
che non si deve mai sopprimere; ma qui si tratta piuttosto di vita umana, di
persona umana, di eclissi o meno della persona quando è avvenuta la morte
cerebrale ed è rimasto solo un residuo vegetativo, Parlano di accanimento
terapeutico che in questo caso non ci sarebbe, perché non ci sono farmaci ma
solo alimentazione forzata; che poi è un sofisma perché, si tratti di farmaci e
macchinari o di alimentazione, la forzatura c’è. Adducono ragioni che vanno
discusse come tutte, e che in verità non hanno grande peso perché qui la persona
già non c’è più e il suo corpo va verso la morte; e trattenerlo è abusivo, è
farne un oggetto di cui si dispone a piacere, di cui non si ha diritto di
disporre. D’altra parte questo interevento del potere
ecclesiastico su di un dettato della Cassazione, cioè del supremo potere
giudiziario dello stato, costituisce interferenza del religioso nel politico e
trasgressione del Concordato. Come quando l’episcopato interviene sull’attività
del parlamento e minaccia i parlamentari cattolici se approveranno una certa
legge. Un comportamento trasgressivo, quello di questi alti prelati, un
comportamento vizioso e non tollerabile. In realtà la chiesa cattolica, che per
secoli ha tenuto lo stato sotto la sua tutela, ha acquisito un habitus perverso
da cui non riesce a liberarsi; rimpiange quella lunga età di supremo potere non
solo religioso ma politico, e in certo modo la perpetua. Lo stato, poi, è rappresentato da gruppi politici che ne
gestiscono il potere; e che spesso assecondano l’ingerenza ecclesiastica per non
inimicarsela, per averne il favore, specie nell’incidenza elettorale. Il
Centrodestra, in particolare; che ha varato la legge per la procreazione
assistita sulla falsariga del decreto vaticano. Così ora s’invoca la famosa
legge sull’eutanasia, sul testamento biologico ecc.; ma finché c’è il
Centrodestra al governo, sarebbe opportuno farla? Quanto al Centrosinistra,
sappiamo che su certe leggi avversate dal Vaticano è rimasto bloccato e
impotente: aveva una scarsa maggioranza su cui pesava l’avversione dei cattolici
conformisti.
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