Susa 6 dicembre. 30.000 no al Tav
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- Date: Sun, 7 Dec 2008 14:15:51 +0100
| Susa 6 dicembre. 30.000 no al Tav I 
conti senza l’oste La 
partita sulla nuova linea ad Alta Velocità tra Torino e Lyon è arrivata ad un 
punto cruciale. Il 
5 dicembre l’Unione Europea ha annunciato che il finanziamento di 671 milioni di 
euro deciso nell’estate del 2007 era stato confermato. Le condizioni richieste 
dall’UE erano state rispettate e il Tav, fermato ai blocchi di partenza dalla 
rivolta popolare del 2005, poteva ripartire. L’UE richiedeva la presentazione 
dei progetti e la conferma che vi fosse l’approvazione delle popolazioni 
coinvolte. I governi italiano e francese hanno consegnato un dossier con i nuovi 
tracciati, garantendo che l’opposizione all’opera era ormai residuale. 
 L’Osservatorio Virano, il tavolo tecnico che avrebbe 
dovuto discutere le questioni inerenti all’opera, è stato lasciato all’oscuro di 
tutto: i progetti non sono stati presentati né discussi 
lì. Il 
2 dicembre Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Montana Bassa Val Susa 
e l’ingegner Angelo Tartaglia, uno dei due tecnici che hanno rappresentato le 
Amministrazioni valsusine all’interno dell’Osservatorio, si sono recati a 
Bruxelles per un incontro con Laurens Brinkhorst, il coordinatore del progetto 
europeo n. 6,  La 
farsa del tavolo tecnico sta arrivando alle ultime, buffissime, battute comiche. 
 Facciamo un passo indietro.  La 
notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005 la polizia assalì il presidio No Tav di 
Venaus, spezzando le barricate, distruggendo le tende e la baracca comune, 
mandando molti all’ospedale. Erano i giorni della resistenza e della rivolta, i 
giorni in cui un’intera vallata si sollevò contro l’occupazione militare. 
 I 
No Tav hanno rivendicato la salvaguardia dei beni comuni, della terra, 
dell’acqua, dell’aria e si sono ripresi la facoltà di decidere, espropriata 
dalla politica dei potenti. Di 
fronte alla violenza e all’occupazione militare, hanno eretto barricate, fatto 
scioperi e blocchi, non si sono fermati di fronte allo sbarramento di sbirri che 
impediva l’accesso a Venaus, ma sono andati oltre aggirando la polizia, 
scendendo la montagna, abbattendo la rete. Una 
rete fisica ma anche simbolica perché migliaia di uomini, donne e bambini non si 
sono chiesti se quello che facevano fosse legale perché sapevano che era 
legittimo, perché sapevano che il governo chiamava ordine il disordine di chi 
difende il diritto di pochi alla devastazione ed al saccheggio del territorio, 
della vita, del futuro. In Val Susa come ovunque. Poi 
la parola passò alla politica: il governo Berlusconi offrì un tavolo in cambio 
della tregua per le Olimpiadi. In 
tantissimi avevano appreso il gusto di decidere in prima persona, di praticare 
la politica al basso, elidendo le mediazioni istituzionali. Tutto ciò faceva 
paura, perché incrinava la legittimità stessa delle istituzioni. Di tutte le 
istituzioni. Così la via d’uscita fornita dal governo Berlusconi venne accolta 
al volo dagli amministratori valsusini.  Il 
movimento, sin dall’assemblea popolare del 10 dicembre 2005, si oppose al tavolo 
politico e tecnico sulla Torino Lyon, consapevole che non fosse altro che un 
modo per prendere tempo, consentendo di lavorare ai fianchi il movimento, per 
spezzare il fronte di resistenza.  L’Osservatorio tecnico ha svolto il suo compito di 
cavallo di Troia del Tav. Il suo presidente, Mario Virano, che nel frattempo era 
stato nominato da Prodi anche Commissario straordinario per la realizzazione 
dell’opera, si è mosso con abilità e pazienza. In 
tre anni di trattative la maggioranza dei sindaci si è poco a poco schierata su 
posizioni “come Tav”, abbandonando l’opposizione all’alta velocità. 
 L’azione diretta aveva fermato il Tav: la delega ai 
politici l’ha fatto ripartire. Ma 
la gente non ha cambiato idea. Contrariamente ad una vulgata molto rassicurante 
per il potere, nel 2005 gli amministratori non guidarono la lotta ma ne furono 
trascinati, spesso dietro robusta spinta popolare. Forte è la consapevolezza che 
oggi come allora il futuro è nelle mani di ciascuno di noi. 
 Chi 
sperava che la mediazione proposta dai tecnici della Comunità montana, il 
“F.A.R.E.” – Ferrovie Alpine Ragionevoli ed Efficienti, potesse spaccare il 
movimento si è sbagliato: tutti hanno capito che il F.A.R.E. non era che un 
nuovo nome per il Tav e hanno rifiutato la pillola amara di Ferrentino & 
C. Il 
6 dicembre un gran vento tendeva le migliaia di bandiere No Tav. “Ancora in 
marcia per non F.A.R.E. il Tav” era scritto sui manifesti di convocazione del 
corteo. Un’indicazione chiara ad opporsi senza se e senza ma alla realizzazione 
dell’opera.  C’erano tutti. Gli striscioni dei comitati dei vari 
paesi si susseguivano senza fine. In apertura i bambini di Bruzolo e alcuni 
anarchici con finte fasce tricolori a dimostrazione che – con o senza sindaci – 
il vero protagonista della lotta è il movimento popolare.  Si 
è attraversato il paese, passando davanti alla ditta dei fratelli Martina, si 
tav per interessi di portafoglio, attraversando le zone che sarebbero devastate 
dai cantieri. Dopo essere passato per il centro del paese, il corteo 
si è concluso nel piazzale dietro la stazione, da dove era partito. 
 Significativa la presenza di piazza degli anarchici. Lo 
spezzone rosso e nero, aperto dallo striscione “Azione diretta autogestione. No 
Tav”, ha raccolto centinaia di persone. Numerosi cittadini con bandiere No Tav 
che hanno scelto di sfilare nello spezzone a fianco delle bandiere rosse e nere 
dei compagni e delle compagne. A 
fine corteo i più ottimisti parlavano di 30.000 partecipanti, i pessimisti 
felici ne avevano contati 20.000. In ogni caso un segnale forte e chiaro al 
governo, che ha promesso di usare la forza contro i No Tav e alla lobby del 
cemento e del tondino pronta ad incassare i soldi dell’UE. Un 
successo sperato ma non scontato, dimostrazione inequivocabile dell’autonomia e 
della maturità del movimento contro l’alta velocità tra Torino e 
Lyon. Federazione Anarchica Torinese – 
FAI Corso Palermo 46 Torino La 
sede è aperta ogni giovedì dalle 21 338 
6594361 | 
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