Lettera aperta a Beppino Englaro
- Subject: Lettera aperta a Beppino Englaro
- From: "Scienza per l'Uomo" <scienzaperluomo at yahoo.it>
- Date: Fri, 28 Nov 2008 19:11:57 +0100
Lettera aperta a Beppino
Englaro Carissimo Beppino, ti scrivo pubblicamente a nome di tutta la famiglia Crisafulli. Teniamo a precisarti che non apparteniamo a nessuna associazione (sappiamo che per aiutare fanno poco e niente), non facciamo parte di nessun schieramento politico, e per quanto riguarda la Chiesa, il Vaticano e tutto cio' che gira attorno al mondo cattolico, che parlano tanto, ma non sanno niente delle nostre sofferenze, e per giunta non fanno niente. E' che la nostra pregressa fiducia nella Chiesa in questi anni è volata via, pertanto ti comunichiamo che non siamo influenzati da nessuno, siamo io, noi e solo la nostra famiglia a scriverti. In extremis ti chiediamo di concedere la grazia ad
Eluana: la tua lotta e la tua dolorosa e lunghissima battaglia
giudiziaria l'hai già vinta. Con la presente lettera, ti chiediamo anche un cordiale incontro, nelle modalità e nei tempi, che ritieni opportuni. Sappi che non cambia nulla nella sofferenza e nelle condizioni di Eluana e Salvatore, anzi se consideriamo (e presumiamo) che Eluana non sente nulla, mentre Salvatore è cosciente, potrai sicuramente capire che lui soffra molto più di lei.
Ti chiediamo di provare a sottoporre anche Eluana a questa
nuova terapia scientifica Americana, (terapia non concessa e non riconosciuta da
questo "sordo" stato italiano). Come ben sai io e tutta la mia famiglia siamo entrati in un tunnel senza apparente uscita. Conosciamo centinaia e centinaia di casi, per essere più precisi quasi un migliaio di motori immobili, (la maggior parte vivono in casa propria), posso confermarti che ci sono persone come Eluana, ed anche molto peggio, (con respiratore Peg e similari), che scientificamente sono stati, e continuano ad essere giudicati dei Vegetali, in pratica delle foglie d'insalata.
Salvatore nel suo silenzio sentiva e capiva, ma quello che troviamo significativo è che lui sentiva ed avvertiva anche di avere fame e sete, nonostante si trovasse intubato.
Noi abbiamo fatto di tutto, anche l'impossibile per Salvatore,
ci conosci, è conosci ampiamente la nostra storia, come ben sai, Salvatore fu
ampiamente giudicato dai grandi della medicina, un vegetale, in pratica una
pianta d'annaffiare. Non c'è
stato nessun errore medico, (come cercano di farci capire), nessuna diagnosi
errata, sono state tante le diagnosi, sulla sua pelle, e sul suo corpo immobile,
tutti paroloni. Oggi seppur nella sua gravissima disabilità che lo accompagna in
questa lunga ed atroce sofferenza, lui è ritornato in qualche modo alla vita,
lui vive per noi, e noi per lui.
Sappiamo di certo che la pensiamo in modo diverso. Ho avuto la
fortuna di conoscerti personalmente, sia in vari programmi televisivi, che
presso la tua abitazione, dove in quell'occasione sei stato un uomo veramente
straordinario, non posso dimenticarmi le passeggiate, la bellezza del lago e del
centro storico di Lecco, non posso neanche dimenticare le parole di affetto che
hai rivolto a mia madre, poi il nostro allontanamento con idee
diverse. Entrambi abbiamo dovuto lottare, io per il diritto alla
cura ed all'assistenza, tu per il diritto e la libertà di morire. Senza
offenderti, sappi che non può il diritto a morire diventare la nuova
frontiera dei diritti umani. Infine ti comunico alcuni dati, che forse ti potranno essere
utili, il quasi migliaio di motori immobili che vivono in stato vegetativo
prolungato (c'è ne sono tanti anche da oltre 20 anni) e le loro rispettive
famiglie, che vivono ed accudiscono
i propri cari in casa propria, il 99,9% si dichiarano completamente contrari
all'eutanasia, fatta eccezione di un solo caso che indica come soluzione
definitiva la morte, dopo la sua. Precisiamo che la disabile vive da oltre 27
anni in SVP, con il padre oggi 82 anni, e la paura di lasciarla da sola, gli da'
sconforto ed angoscia. Le richieste di morire sono del tutto rare, noi personalmente
sappiamo cosa significa essere stanchi disperati e dipendere da un assistenza
fiacca e burocratica, e alla fine prevale il desiderio di farla
finita.
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