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LA RAGIONE SENZ'ANIMA... . produce mostri.
- Subject: LA RAGIONE SENZ'ANIMA... . produce mostri.
- From: "Associazione Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
- Date: Wed, 7 May 2008 19:59:29 +0200
LA RAGIONE SENZ'ANIMA... . produce mostri. Commento a margine delle teorie eugenetiche dell'australiano Singer.
di Loris DadamPeter Singer è direttore della cattedra di bioetica alla Università di Princeton. Leggiamo nella sua biografia che i nazisti annientarono metà della sua famiglia nel campo di Treblinka ed il nonno ad Auschwitz. I suoi scritti sono usati nei corsi universitari in Italia, è tradotto da Einaudi, viene invitato al Festival della filosofia di Mantova, è stato consulente di Zapatero. Figura anticonformista, è un socialdemocratico, vegetariano, paladino degli animali, propugnatore della disobbedienza, impegnato nello sviluppo dell'Africa e sul debito del Terzo Mondo, sposato con una militante antirazzista, investe in beneficenza un quinto dello stipendio. Bene. Questo luminare progressista, verde e terzomondista, è il padre della tesi secondo cui si deve distinguere fra persona ed essere vivente, sulla base della capacità che hanno di autocoscienza della propria esistenza e della capacità di fare piani per il futuro. "Riguardo a queste caratteristiche - afferma Singer - alcuni esseri umani non le hanno e alcuni animali non umani le possiedono. I feti umani, i bambini appena nati e gli esseri umani intellettualmente disabili non possiedono razionalità, autonomia, autocoscienza e capacità di comprendere che esistono nel tempo. Mentre gli scimpanzé e i grandi primati hanno queste capacità, almeno in un certo grado. Su queste basi possiamo dire che alcuni esseri umani non sono persone mentre alcuni animali non umani lo sono". Partendo da questa ipotesi, Singer deriva coerentemente una teoria eugenetica che va molto al di là della giustificazione dell'aborto ed arriva, con serafica tranquillità, all'infanticidio. In un articolo del New York Times, dal titolo Quando è giusto uccidere un infante, egli spiega come sia giusto applicare l'eutanasia ad un neonato emofiliaco: "È vero che il neonato emofiliaco potrebbe vivere in positivo equilibrio fra la felicità e l'infelicità, ma se la sua morte inducesse i genitori ad avere un altro figlio con migliori prospettive di felicità maggiore per tutti, l'opposizione dovrebbe cadere. (..) Uccidere il neonato emofiliaco non è l'equivalente morale di uccidere una persona". "La ragione del lasciare morire i bambini nati con la spina bifida era la miserevole vita che avrebbero condotto e la cura dei bambini che sarebbe diventata un peso per i genitori. Ma molti di loro non morivano rapidamente, alcuni vivevano per mesi, altri non morivano affatto. (..) Una questione è se il bambino appena nato abbia lo stesso diritto alla vita di un adulto. Io non lo penso. Gli infanti possono provare dolore e devono essere protetti dalla sofferenza, ma non hanno consapevolezza e non sanno concepirsi nel tempo, nel futuro. (..) Anche se il bambino potrà avere una vita senza eccessiva sofferenza, come nel caso della sindrome di Down, ma i genitori pensano che sia un peso eccessivo per loro e vogliono averne un altro, penso sia ragionevole considerare gli interessi del futuro bambino".
Quello che appare sconvolgente nella posizione di Singer, che, non dimentichiamolo, siede su una delle più prestigiose cattedre di bioetica al mondo, è la sua apparente razionalità. Infatti, egli respinge con sdegno il paragone con i nazisti (che gli uccisero tre nonni): "La differenza principale è che negli anni Trenta l'eutanasia era diretta dai medici per ordine del governo, mentre io voglio che sia una decisione dei genitori in accordo con il medico.
L'eutanasia nazista era razzista, diretta a modificare il volk, il popolo, mentre io propongo l'alleviazione delle sofferenze, non da parte dello Stato, ma dei genitori. La tradizione cristiana - prosegue Singer - della santità della vita umana non è universale. Le passate civiltà ci hanno offerto un altro modello sulla vita e sulla morte. (..) I cristiani hanno stabilito che basta essere un membro della specie homo sapiens per avere rispetto assoluto. Io penso che non sia difendibile come teoria. Dobbiamo ripensare quando accordare protezione alla vita umana". Ho voluto riportare alcuni brani tratti da un'intervista di Singer al Foglio, perché ho avuto alcuni problemi di equilibrio mentale durante la lettura: mi è comparsa improvvisamente, lucidamente teorizzata e rappresentata, la concezione del valore della vita umana nel mondo antico, prima della venuta di Cristo.
Mi sono reso conto che si può credere o non credere all'esistenza di Dio, ma è indubitabile che da quando Cristo ha detto che la vita umana appartiene a Dio e non agli uomini, è iniziata una vera rivoluzione nella morale, nel costume, nel pensiero e nei rapporti fra gli uomini. Tutta la storia delle lotte di emancipazione dei poveri, degli ultimi, delle classi subalterne contro le ingiustizie e le sopraffazioni dei potenti non ci sarebbe stata senza l'idea di fondo che gli esseri umani avevano uguali diritti. Le teorie di Singer sono il tipico esempio di come la ragione, senz'anima, produca mostri.
da Nuovo Progetto aprile 2008 - www.sermig.org
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