Re: Riflessioni sulla sconfitta del Centrosinistra. Documento da inviare e diffondere se condiviso



Gentile professore,
mi scusi se mi permetto di intervenire sulle  riflessioni sue e del Movimento che rappresenta, a titolo personale, come uno che semplicemente ha cercato di darsi da fare, come tanti altri in questo paese pieno di contraddizioni,  per realizzare un cambiamento profondo di questo nostro sistema, a partire dai problemi concreti: quelli cioè che, con le mie conoscenze e con le mie capacità, posso affrontare , trovando in questo unione, collaborazione, solidarietà, appoggio da parte di tanti altri come me.
Credo che la sinistra, se vuole davvero contribuire a quel cambiamento radicale del sistema e a costruire una società più giusta, deve, per prima cosa, mutare radicalmente se stessa, a cominciare dallo scriversi con la lettera minuscola, come primo segno di un'umiltà che le è mancata da sempre.
Mi sono sempre sentito parte di questo popolo ed ho sofferto sulla mia pelle i vizi che hanno, per quanto ricordi, sempre percorso le diverse anime di questo variegato universo: primo fra tutti quello di sentirsi - ciascun frammento, grande o piccolo che fosse - depositario di una verità da insegnare o da trasmettere agli altri.
Ora che la bruciante sconfitta elettorale di questa Sinistra mette a nudo e rende palese la drammatica inadeguatezza di quanti si sono presentati all'elettorato con la pretesa di rappresentare in Parlamento le istanze del cambiamento, la prima lezione che tutti dobbiamo prendere è quella dell'umiltà.
Io non credo, professore, che la strada indicata nel documento che ci ha trasmesso sia quella che davvero aiuta la sinistra e, quel che più conta, il paese ad uscire dal pantano in cui si è infilato.
Non credo che il problema più urgente sia l'unità della sinistra: anche perchè penso che la divisione della sinistra sia solo il sintomo della malattia, ma che le radici della malattia siano altre.
Gli appelli all'unità non avranno alcun esito, a convincercene dovrebbe aiutarci almeno la memoria: quanti appelli di questo tipo ho ascoltato? quale altro risultato ho visto, negli anni, se non la proliferazione di sempre nuove sigle? Denunciare le divisioni della sinistra come causa della sconfitta non vorrei che distogliesse l'attenzione dalla ricerca delle vere cause della disfatta. Cause che sono tutte interne per cui, anche se è amaro doverlo dire, occorre riconoscere che ha ragione chi dice: "chi è causa del suo mal pianga se stesso". Lo dico senza compiacimento, trasformandolo in un invito rivolto a tutti a prendere atto del proprio specifico contributo al fallimento complessivo e a riflettere sui propri errori, prima ancora di poter solo immaginare di iniziare a costruire qualcosa di nuovo. Chi non lo comprende, è giusto che scompaia: almeno eviterà di far danno.
L'alternativa, temo, è ben difficile che possa nascere da questa sinistra. Certo non può nascere da questa sua classe dirigente.
Se nascerà (e ciascuno di noi deve, se ci crede davvero, continuare a impegnarsi per aiutarla a venire alla luce), non potrà essere che dal territorio e da ciò che nel territorio si sta muovendo nelle lotte in difesa dei beni essenziali alla sopravvivenza (vogliamo continuare a chiamarli i "beni comuni", a prescindere dalla lista che si è presentata con questo nome?): salute, aria, acqua, cibo, lavoro ...
Ecco, il suggerimento che mi sento di dare è quello di fermarsi e ascoltare ciò che emerge dal paese: ma ascoltare veramente, senza pregiudizi, per imparare davvero, perchè c'è tanto da imparare, e non solo da quelli che la pensano come noi. Poi, se ci si continua a credere, mettersi al servizio del movimento che c'è, rinunciando a "guidarlo" o a metterci il cappello sopra: ma forse questa è pura utopia.
L'Utopia, quella vera, o saremo capaci di renderla concreta, realizzabile qui ed ora, o ancora una volta saremo spazzati via.
Se sapremo ascoltare, ad esempio, ci accorgeremo, come è capitato a me, di vedere che, al di là di tante parole e di tanti proclami, nel paese esistono forze sane in grado di renderla concreta, questa Utopia. Penso anche, se vogliamo cambiare questo sistema, dobbiamo partire dalle sue contraddizioni più evidenti e dimostrare, realizzandole, che sono possibili alternative concrete, come mi è capitato di constatare grazie alla frequentazione di alcune di queste realtà vive del paese. Io penso che la strada giusta da percorrere sia quella di aiutare a crescere queste forze sane, che hanno compreso che i loro obiettivi sono radicalmente altri da quelli imposti dal pensiero unico dominante. Da lì può nascere un movimento di nuova resistenza: temo sia prematuro e quindi neppure auspicabile, pensare che nell'immediato possa concretizzarsi sotto forma di forza politica nazionale, mentre nelle realta territoriali in cui c'è una maggiore presenza e un maggiore radicamento del movimento di resistenza, esso può e deve rendersi visibile a livello delle istituzioni locali.
Sotto questo profilo, non ho affatto perso la speranza.
Saluti di pace
Gianni Malatesta
 
----- Original Message -----
Sent: Friday, April 18, 2008 12:33 AM
Subject: Riflessioni sulla sconfitta del Centrosinistra. Documento da inviare e diffondere se condiviso

Cari amici,
                 il Movimento ha preparato queste riflessioni sulla vicenda elettorale, diretta al PD e alla Sinistra; per le quali chiede il vostro aiuto. Gl'indirizzi:

Segr. Walter Veltroni, segreteria.veltroni at partitodemocratico.it

Vicesegr.  Dario Franceschini d.franceschini at partitodemocratico.it

Pres. Fausto Bertinotti , fausto.bertinotti at sinistrarcobaleno.it

Segr. Comunisti Italiani Oliviero Diliberto, carrella at comunisti-italiani.org

Segr.Rifondazione Comunista Franco Giordano, francesco.muciaccia at rifondazione.it

Segr. Fabio Mussi Sinistra Democratica, sindem at sinistrademocratica.it

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

Al leader del Partito democratico Walter Veltroni

al Vicesegretario  Dario Franceschini

al leader della Sinistra Fausto Bertinotti

ai Segretari Franco Giordano, Oliviero Diliberto, Fabio Mussi

 

Riflessioni sulla sconfitta del Centrosinistra

 

Il PD non ha voluto con sé la Sinistra. Ha pensato che per attingere al grande granaio di voti che sono i “moderati”, e così vincere, bisognava disfarsi della Sinistra che i moderati non accettano.

Ma chi sono i “moderati”? Sono quelli che non vogliono il mutamento radicale del sistema, ma solo qualche moderata correzione. Il sistema è ingiusto, ma non importa loro che resti tale; gli bastano alcune correzioni che li aiutino a vivere meglio, pensano: sui salari, sulle pensioni, sul precariato. E non riflettono che se il sistema resta ingiusto quelle correzioni non si potranno fare o non dureranno.

Il PD ha scelto il moderatismo, ha scelto di lasciare intatto il sistema ingiusto, lasciare che l’umanità continui a vivere e soffrire nell’ingiustizia. E però ha perso.

 

La Sinistra è rimasta fedele ai grandi e inderogabili principi, alla costruzione di una società di radicale giustizia, al rifiuto del capitalismo che di questa ingiustizia è la causa precipua.

Ma è divisa in quattro, cinque, sette otto partiti. Il grande scandalo, la grande sciagura: che coloro che amano e cercano la giustizia siano in conflitto tra loro; siano divisi in partiti e partitelli, e quindi piccoli, deboli, impari alla lotta.

Divisi da una pretesa di purezza ideologica; divisi da mortali nostalgie staliniste o trockiste; divisi dall’ambizione dei capi.

Divisi dal feticismo dei simboli, quella falce e martello che sono certo un simbolo glorioso ma che oggi hanno perso il loro senso: oggi che il lavoro contadino è  solo una piccola quota, e neppure usa la falce ma piuttosto la falciatrice; e anche il lavoro operaio  è una minoranza. Il lavoro essendosi spostato nel settore terziario.

L’obiettivo più urgente è l’unità della Sinistra.

 

È intervenuto infine l’astensionismo, il 20% dei voti perduti dicono le prime analisi, cioè circa mezzo milione, se il totale della perdita è di 2.400.000. L’astensionismo degl’individualisti, dei presuntuosi, degli estremisti, degli scettici, dei disfattisti.

La Sinistra deve resistere, deve ricompattarsi, deve ritrovare quell’unità che l’ha resa grande in passato.

Lecce, il 15 aprile 2005

                                                                      per il Movimento, il Responsabile

                                                                             Prof. Arrigo Colombo

 

 Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160

E-mail arribo at libero.it/ Pag  web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia

 

 



__________ Informazione NOD32 3036 (20080418) __________

Questo messaggio è stato controllato dal Sistema Antivirus NOD32
http://www.nod32.it