Re: No Tav: giovedì 3 tutti ad Almese



Mi dispiace non poter essere fisicamente lì con voi, ma sicuramente aleggerà la minacciosa presenza del mio spirito indignato contro il trasporto d'élite a discapito dei pendolari e dei cittadini che, anche volendo indebitarsi per usufruire di un Eurostar, non potrebbero salire nè scendere dove vogliono, ma solo dove i politicanti e i titolari delle multinazionali dello sfruttamento hanno già deciso di eleggere i propri snodi strategici. Tutto, naturalmente, con i soldi della comunità. Non importa se la vecchia linea ferroviaria offre lo stesso servizio con un ammodernamento che costa 10 volte di meno; non fa niente se sarà necessario sbancare giacimenti d'amianto senza nemmeno prevedere l'aspirazione delle polveri; non c'è problema se l'asbestosi colpirà il 95% degli operai che, pur di lavorare per le proprie famiglie, si lasceranno seppellire, mangiando prima la terra dei trafori e poi quella dei cimiteri; l'importante è garantire la speculazione e il business. Ma un rischio molto serio sarà anche corso dai No-Tav, che vedranno reiterata l'azione di polizia per la quale, non molto tempo fa, sono rimasti segnati dai manganelli, addirittura durante il sonno all'interno delle tende allestite sul campo della resistenza. Eppure anch'essi sono titolari di stipendi da fame e di alee spesso da eroi; ci ripensino a questo, prima di lasciar cadere fendenti sollevati sulle teste dei propri fratelli consorti; sappiano che ben più minimi rischi e ben maggiori stipendi assume chi dà ordini - guardandosi dall'alzare il proprio, di pugno - spesso senza chiedersi "cui prodest?"!
Non voletemene se non potrò condividere i vostri lividi corporali, ma l'animo solidale di chi, come me, lotta con voi per la riconquista dei diritti umani, sarà pronto a ricevere le vostre stesse piaghe. Lo ricordino Berlusconi, Veltroni, Casini addirittura Di Pietro (tu quoque, Antoni, justitiae defensore?) e Bertinotti (si è pronunciato in merito?): le scorribande dei nemici del popolo hanno raggiunto il Piave!

Buona risurrezione a tutti.

Saverio

Il 01/04/08, FAI Torino <fat at inrete.it> ha scritto:

No Tav: giovedì 3 tutti ad Almese

 

Giovedì 3 aprile i tre Re Magi, Saitta, Bresso e Chiamparino, rispettivamente a capo di Provincia, Regione e Comune di Torino saranno ad Almese – Bassa Val Susa – per raccontare le meraviglie della Valle Susa attraversata dal Tav.

Loro lo chiamano "sviluppo", noi continuiamo a dargli il suo nome: devastazione del territorio, saccheggio di ingenti risorse pubbliche.

Domenica alla Colombera di Chiomonte eravamo in tanti per l'iniziativa "Acquista un posto in prima fila". Migliaia di No Tav per quella che è diventata una grande festa popolare.

In quell'occasione si è deciso di essere in tanti ad Almese per dare a Bresso, Saitta e Chiamparino, un degno benvenuto.

L'appuntamento è alle 19,30/20 davanti all'Auditorium Magnetto in via Avigliana, nei pressi della piazza del Palazzo Comunale.

Questo appuntamento è confermato in ogni caso – anche se cercheranno di pubblicare o far circolare voci di rinvio, annullamento o defezioni.

Fate girare con ogni mezzo (mail, sms, telefono, tam tam…)

 

Di seguito il testo del volantino diffuso in questi giorni da No Tav Autogestione – Comitato contro tutte le nocività di Torino e Caselle.

 

Alle barricate!

 

Fare le Cassandre, prevedendo i guai che arrivano, non è mai divertente e non rende popolare chi lo fa. Il peggio viene quando le previsioni si avverano e la situazione si fa difficile.

Dopo la ripresa di Venaus e il ritiro delle truppe di occupazione, quando i sindaci andarono a Roma e tornarono gridando vittoria, sapevamo bene che il tavolo di trattativa era una fregatura, che goccia a goccia avrebbero cercato di farci ingoiare il boccone avvelenato del Tav. Quel tavolo serviva solo a far passare con le buone quello che le cattive non erano riuscite ad imporre.

Le più fosche previsioni si sono realizzate: il tavolo politico del 13 febbraio scorso ha stabilito che la questione sul tappeto non è se fare il Tav ma come farlo. La Banda Prodi ha chiesto ed ottenuto i finanziamenti per la Torino Lyon, asserendo che l'opera aveva l'accordo delle popolazioni interessate. Questa menzogna è stata possibile grazie all'Osservatorio Virano. Da allora tutti gridano vittoria. Grida vittoria il governo uscente che – già dimesso – ha voluto ad ogni costo sancire che il Tav si farà, che l'opposizione è stata sconfitta, che restano solo pochi irriducibili, arroccati su posizioni ideologiche. Gridano vittoria gran parte degli amministratori locali ormai convertiti al come Tav.

Gridano vittoria i si tav, che pensano di aver messo la lepre no tav nel loro sacco di cacciatori frodo.

La partita sta arrivando ad un punto cruciale ed i si tav moltiplicano gli affondi. Sindacalisti ed imprenditori hanno lanciato sul piatto il ricatto occupazionale, con la favola che il Tav porta progresso, lavoro, prosperità. Le gallerie Tav in Italia sono costate milioni di euro sottratti alla sanità, alla scuola, alle pensioni. E per ogni chilometro fatto un lavoratore ci ha lasciato la pelle. Sono morti anonime, quelle tutte eguali degli immigrati dei mille sud del nostro pianeta, piagato e piegato dall'ingiustizia e dalla ferocia di un'organizzazione sociale che tutto calpesta in nome del profitto. Il lavoro senza giustizia sociale è solo sfruttamento bestiale, sudore, sangue e morte.

La lobby del cemento e del tondino, la gang trasversale a tutti gli schieramenti politici, prova a metterci nell'angolo, a sostenere che siamo arretrati, nemici del progresso, ancorati ad interessi particolari. I nostri nemici girano la frittata, cercando di vendere la devastazione dei territori dove viviamo ed il saccheggio delle risorse pubbliche come interesse generale.

Tanti politici che erano con noi due anni fa hanno preso un'altra strada, quella della mediazione, quella del come Tav, farcendo il tutto con una nuova polpetta avvelenata, la Cabina di Pilotaggio per il "piano strategico di sviluppo del territorio interessato dalla linea ad alta velocità To-Li". La solita manciata di soldi buttati qua e là per comprare il consenso di qualcuno.

Questi signori hanno fatto ancora una volta i conti senza i no tav, perché oggi come nel 2005 la nostra vita, la nostra dignità, il nostro futuro non sono in vendita.

In questi giorni i politici si contendono i nostri voti, chiedendoci una delega in bianco per decidere al posto nostro, per imporci scelte che non condividiamo.

Il movimento da troppo tempo si sta chiudendo in un pericoloso immobilismo, strangolato dal timore che senza tutele politiche non si possa vincere. Eppure quello che abbiamo oggi ce lo siamo guadagnato in prima persona, senza delegare a nessuno, rappresentandoci da soli, trasformando la politica da sporco gioco di potere in libero esercizio del confronto e della scelta, dal basso, ogni giorno.

In questi due anni hanno lavorato ai fianchi il movimento, per spezzarlo, dividerlo, per allontanare lo spauracchio di una lotta che ha saputo vincere, insorgendo contro i giganti.

Vogliono farci credere che senza l'appoggio dei politici non abbiamo speranze ma è tempo di guardare in faccia la realtà: le barricate hanno fermato il Tav, i tavoli politici gli hanno riaperto la strada.

Nel 2005 la paura cambiò di campo ed i nostri nemici fuggirono di fronte alle nostre barricate, ai nostri blocchi, alla nostra ferma opposizione al Tav.

È tempo di rimetterci in marcia, di prepararci alla resistenza.

 

No Tav Autogestione – Comitato contro tutte le nocività di Torino e Caselle

notav_autogestione at yahoo.it

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