No Tav: giovedì 3 tutti ad Almese
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- Date: Tue, 1 Apr 2008 14:04:29 +0200
No Tav: giovedì 3 tutti ad
Almese Giovedì 3 aprile i tre Re
Magi, Saitta, Bresso e Chiamparino, rispettivamente a capo di Provincia, Regione
e Comune di Torino saranno ad Almese – Bassa Val Susa – per raccontare le
meraviglie della Valle Susa attraversata dal Tav. Loro lo chiamano
“sviluppo”, noi continuiamo a dargli il suo nome: devastazione del territorio,
saccheggio di ingenti risorse pubbliche. Domenica alla Colombera di
Chiomonte eravamo in tanti per l’iniziativa “Acquista un posto in prima fila”.
Migliaia di No Tav per quella che è diventata una grande festa
popolare. In quell’occasione si è
deciso di essere in tanti ad Almese per dare a Bresso, Saitta e Chiamparino, un
degno benvenuto. L’appuntamento è alle
19,30/20 davanti all’Auditorium Magnetto in via Avigliana, nei pressi della
piazza del Palazzo Comunale. Questo appuntamento è
confermato in ogni caso – anche se cercheranno di pubblicare o far circolare
voci di rinvio, annullamento o defezioni. Fate girare con ogni mezzo
(mail, sms, telefono, tam tam…) Di seguito il testo del
volantino diffuso in questi giorni da No Tav Autogestione – Comitato contro
tutte le nocività di Torino e Caselle. Alle
barricate! Fare le Cassandre,
prevedendo i guai che arrivano, non è mai divertente e non rende popolare chi lo
fa. Il peggio viene quando le previsioni si avverano e la situazione si fa
difficile. Dopo la ripresa di Venaus e
il ritiro delle truppe di occupazione, quando i sindaci andarono a Roma e
tornarono gridando vittoria, sapevamo bene che il tavolo di trattativa era una
fregatura, che goccia a goccia avrebbero cercato di farci ingoiare il boccone
avvelenato del Tav. Quel tavolo serviva solo a far passare con le buone quello
che le cattive non erano riuscite ad imporre. Le più fosche previsioni si
sono realizzate: il tavolo politico del 13 febbraio scorso ha stabilito che la
questione sul tappeto non è se fare il Tav ma come farlo.
Gridano vittoria i si tav,
che pensano di aver messo la lepre no tav nel loro sacco di cacciatori
frodo. La partita sta arrivando ad
un punto cruciale ed i si tav moltiplicano gli affondi. Sindacalisti ed
imprenditori hanno lanciato sul piatto il ricatto occupazionale, con la favola
che il Tav porta progresso, lavoro, prosperità. Le gallerie Tav in Italia sono
costate milioni di euro sottratti alla sanità, alla scuola, alle pensioni. E per
ogni chilometro fatto un lavoratore ci ha lasciato la pelle. Sono morti anonime,
quelle tutte eguali degli immigrati dei mille sud del nostro pianeta, piagato e
piegato dall’ingiustizia e dalla ferocia di un’organizzazione sociale che tutto
calpesta in nome del profitto. Il lavoro senza giustizia sociale è solo
sfruttamento bestiale, sudore, sangue e morte. La lobby del cemento e del
tondino, la gang trasversale a tutti gli schieramenti politici, prova a metterci
nell’angolo, a sostenere che siamo arretrati, nemici del progresso, ancorati ad
interessi particolari. I nostri nemici girano la frittata, cercando di vendere
la devastazione dei territori dove viviamo ed il saccheggio delle risorse
pubbliche come interesse generale. Tanti politici che erano
con noi due anni fa hanno preso un’altra strada, quella della mediazione, quella
del come Tav, farcendo il tutto con una nuova polpetta avvelenata,
Questi signori hanno fatto
ancora una volta i conti senza i no tav, perché oggi come nel 2005 la nostra
vita, la nostra dignità, il nostro futuro non sono in
vendita. In questi giorni i politici
si contendono i nostri voti, chiedendoci una delega in bianco per decidere al
posto nostro, per imporci scelte che non
condividiamo. Il movimento da troppo
tempo si sta chiudendo in un pericoloso immobilismo, strangolato dal timore che
senza tutele politiche non si possa vincere. Eppure quello che abbiamo oggi ce
lo siamo guadagnato in prima persona, senza delegare a nessuno, rappresentandoci
da soli, trasformando la politica da sporco gioco di potere in libero esercizio
del confronto e della scelta, dal basso, ogni
giorno. In questi due anni hanno
lavorato ai fianchi il movimento, per spezzarlo, dividerlo, per allontanare lo
spauracchio di una lotta che ha saputo vincere, insorgendo contro i giganti.
Vogliono farci credere che
senza l’appoggio dei politici non abbiamo speranze ma è tempo di guardare in
faccia la realtà: le barricate hanno fermato il Tav, i tavoli politici gli hanno
riaperto la strada. Nel 2005 la paura cambiò di
campo ed i nostri nemici fuggirono di fronte alle nostre barricate, ai nostri
blocchi, alla nostra ferma opposizione al Tav. È tempo di rimetterci in
marcia, di prepararci alla resistenza. No Tav Autogestione –
Comitato contro tutte le nocività di Torino e
Caselle notav_autogestione at yahoo.it 338
6594361 |
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