Un precetto del Decalogo concernente la donna
- Subject: Un precetto del Decalogo concernente la donna
- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Sat, 15 Mar 2008 00:58:21 +0100
Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
il Movimento ha preparato questo intervento su di un precetto del Decalogo
patriarcale e maschilista; per la cui correzione chiede il vostro
aiuto. Il documento è stato inviato alle persone cui è indirizzato.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Movimento per la Società di Giustizia e per la Speranza Lecce Al Romano Pontefice Benedetto XVI al Segretario di Stato Card. Tarcisio Bertone al Reggente la Penitenzieria Apostolica Mons. Gianfranco Girotti al Presidente della CEI Card. Angelo Bagnasco ai Cardinali Severino Poletto, Angelo Scola, Dionigi Tettamanzi all’Episcopato e alla Chiesa italiana Un precetto del Decalogo concernente la
donna L’intervento del vescovo Girotti a proposito dei nuovi precetti che devono impegnare la coscienza cristiana ed umana ha portato la stampa a confrontare questi precetti col testo del Decalogo; nel quale prendeva risalto la tradizionale formula del nono
comandamento “Non desiderare la donna d’altri”. Si tratta di una formula di matrice patriarcale e maschilista, com’era la società in cui è nata, e com’è stata la società cristiana e occidentale fino a tempi recenti; e in parte com’è ancora, nel costume, spesso anche nella legge. Poiché è certo che il precetto ha un senso che prescinde dal genere e sesso, e vale per l’uomo, il maschio, come per la donna: “Uomo, non desiderare la donna d’altri! Donna, non desiderare l’uomo d’altri!” La formula è rimasta intatta nei due nuovi Catechismi, quello del ’92, come il Compendio a domanda e risposta del 2005; né alcuna spiegazione o correzione è presente nei commenti, che sviluppano soltanto il tema della purezza di pensiero e di cuore. E il fatto non è trascurabile perché in questa formula la donna continua a comparire come l’oggetto del desiderio e quindi del possesso del maschio, come orientata al maschio. Continua a comparirvi in quella subordinazione che contrasta con la sua dignità e il suo diritto di persona, la sua autonomia, la sua parità. Quella subordinazione che l’ha calpestata e umiliata per millenni. La formula dev’essere corretta; come altre formule sono state corrette. Si tratta di un testo troppo importante, che viene appreso già nell’infanzia e già vi colloca quell’impostazione, anche se inconsapevole; ma che nell’inconsapevolezza tanto più opera a creare fondamentali strutture psichiche e mentali. Si tratta di un testo presente nell’intera formazione e prassi della chiesa e della società cristiana e occidentale. Un residuo di maschilismo, forse piccolo rispetto ad altri, ma significativo; da cui occorre purificarsi. Lecce, marzo 2008 per il Movimento, il responsabile
Prof. Arrigo Colombo Arrigo
Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di
Lecce Via Monte
S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160
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