Chi ha paura dei documentari in Italia?



<http://www.apolloundici.it/PiccoloApollo/RaccontiDalVero/RaccontiDalVero.asp>

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    Chi ha paura dei documentari in Italia? *

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    /*Apollo 11*/, dalla nascita del progetto /Racconti dal vero/, col
    proprio impegno basato soprattutto sul lavoro volontaristico dei
    propri soci, ha fatto il possibile per promuovere e rilanciare un
    genere cinematografico, il cinema della realta', che in Italia e'
    stato penalizzato soprattutto dalle istituzioni che avrebbero invece
    il dovere di sostenerlo.

    A dispetto di cio', alcuni produttori e distributori coraggiosi,
    spesso senza il sostegno di finanziamenti ministeriali e televisivi
    hanno investito di tasca propria realizzando documentari che hanno
    sfidato il mercato di fatto monopolizzato da ben altro genere di
    film.  Questi documentari, pur senza poter contare sul richiamo
    commerciale di attori di fama e su conseguenti budget promozionali
    competitivi sono spesso riusciti a portare a casa discreti risultati
    di  "box office" ma soprattutto hanno raccolto ottime critiche,
    premi prestigiosi e inviti ai festival di tutto il mondo.

    Molte altre realta', da prima di Apollo 11, hanno dedicato il
    proprio lavoro al sostegno e alla promozione di questi titoli. Tra
    le altre ricordiamo la */Doc/it Associazione Documentaristi
    Italiani/*, il portale /*www.ildocumentario.it*/, */Documè/*, e di
    recente il prestigioso */Premio Solinas/* che ha indetto un bando
    per premiare le migliori sceneggiature di documentari che aspirano
    alla distribuzione nelle sale.


    La battaglia comune e' contribuire  al riconoscimento del valore
    artistico, culturale e spettacolare di un cinema che trae origine
    dall'ascolto, dall'osservazione e dalla composizione della "realta'".
    Una battaglia che non si limita alla difesa corporativistica di una
    categoria professionale - autori, produttori, distributori di
    documentari - ma che  sollecita le  Istituzioni competenti a
    prendersi la responsabilita' di fare qualcosa per curare le ferite
    di una apocalissi culturale - nel nostro caso, la progressiva
    scomparsa dell'idea documentaria dagli immaginari nazionali - che
    personalita' come /Ernesto De Martino/ o /Pier Paolo Pasolini/
    evocavano per illustrare la nostra difficile, rapidissima e
    incompiuta modernita'.


    In questi giorni sono in sala due documentari /Vogliamo anche le
    rose/ e /Biutiful Cauntri/ che andrebbero visti e sostenuti per la
    loro bellezza e per la loro importanza.

    Negli anni scorsi, tralasciando titoli stranieri che hanno vinto
    Premi Oscar, Palme d'Oro ecc, in Italia hanno coraggiosamente
    tentato l'uscita in sala, molti titoli di qualita' tra cui /Latina/
    Littoria/ di Gianfranco Pannone, /Cuore napoletano/ di Paolo
    Santoni, /Un silenzio particolare/ di Stefano Rulli, /Un'ora sola ti
    vorrei/ di Alina Marazzi, /Pesci combattenti/ Andrea d'Ambrosio e
    Roberto Di Biase, /Italian Sud Est/ dei Fluid Video Crue, /Sogni di
    cuoio/ di Caesar Meneghetti e Elisabetta Pandimiglio, /Il sibilo
    lungo della taranta/ di Paolo Pisanelli, /Viva Zapatero/ di Sabina
    Guzzanti, /Il Fantasma di Corleone/ di Marco Amenta, /In un altro
    paese/ di Marco Turco, /Estranei alla massa/ e /L'udienza e' aperta/
    di Vincenzo Marra, /La strada di Levi/ di Davide Ferrario,
    /Sessantotto - L'utopia della realta'/ di Ferdinando Vicentini
    Orniani, /Vedi Napoli e poi muori/ di Enrico Caria, /Pasolini
    prossimo venturo/ di Giuseppe Bertolucci, /Le ferie di Licu/ di
    Vittorio Moroni, /Il mio paese/ di Daniele Vicari, e, perdonateci
    l'auto-citazione, /L'Orchestra di Piazza Vittorio/ di Agostino
    Ferrente, un film che ci riguarda da molto vicino perché racconta la
    nostra storia, una storia applaudita dagli spettatori di tutto il
    mondo ma considerata scomoda dalle nostre istituzioni sia locali
    (basti pensare alla mai conclusa vicenda del Cinema Apollo) che
    nazionali (basta dire che la Rai non ritiene opportuno
    acquistarlo...)  Ma siamo in buona compagnia, perche' tutti i titoli
    sopraccitati, e ce ne saremo forse dimenticato qualcuno, in un paese
    normale sarebbero trasmessi in prima serata dalla Televisione pubblica.

    L'anno scorso il bello e controverso /Feltrinelli/ di Alessandro
    Rossetto, un altro socio di /Apollo 11/,  raccolse consensi
    all'estero ma non riuscì ad essere distribuito in sala in Italia,
    paese di produzione del film. Ne parlammo con l'autore in uno degli
    scorsi appuntamenti di /Racconti dal vero./


    Venerdì 14 mostreremo in anteprima nazionale all'Apollo 11 il film
    italiano (un documentario di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, altri soci
    di Apollo 11) che ha riscosso al recente Festival di Berlino i
    maggiori consensi di critica e pubblico, ma in Italia, forse visto
    il tema scomodissimo affrontato (i "Dico") e vista la mancanza di
    garanzie per i distributori che investono nel "cinema del reale",
    non ha ancora trovato un'uscita in sala, figuriamoci alla televisione...