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Chi ha paura dei documentari in Italia?
- Subject: Chi ha paura dei documentari in Italia?
- From: Apollo 11 <info at apolloundici.it>
- Date: Sun, 9 Mar 2008 20:19:47 +0100
<http://www.apolloundici.it/PiccoloApollo/RaccontiDalVero/RaccontiDalVero.asp> * Chi ha paura dei documentari in Italia? * /* */ /*Apollo 11*/, dalla nascita del progetto /Racconti dal vero/, col proprio impegno basato soprattutto sul lavoro volontaristico dei propri soci, ha fatto il possibile per promuovere e rilanciare un genere cinematografico, il cinema della realta', che in Italia e' stato penalizzato soprattutto dalle istituzioni che avrebbero invece il dovere di sostenerlo. A dispetto di cio', alcuni produttori e distributori coraggiosi, spesso senza il sostegno di finanziamenti ministeriali e televisivi hanno investito di tasca propria realizzando documentari che hanno sfidato il mercato di fatto monopolizzato da ben altro genere di film. Questi documentari, pur senza poter contare sul richiamo commerciale di attori di fama e su conseguenti budget promozionali competitivi sono spesso riusciti a portare a casa discreti risultati di "box office" ma soprattutto hanno raccolto ottime critiche, premi prestigiosi e inviti ai festival di tutto il mondo. Molte altre realta', da prima di Apollo 11, hanno dedicato il proprio lavoro al sostegno e alla promozione di questi titoli. Tra le altre ricordiamo la */Doc/it Associazione Documentaristi Italiani/*, il portale /*www.ildocumentario.it*/, */Documè/*, e di recente il prestigioso */Premio Solinas/* che ha indetto un bando per premiare le migliori sceneggiature di documentari che aspirano alla distribuzione nelle sale. La battaglia comune e' contribuire al riconoscimento del valore artistico, culturale e spettacolare di un cinema che trae origine dall'ascolto, dall'osservazione e dalla composizione della "realta'". Una battaglia che non si limita alla difesa corporativistica di una categoria professionale - autori, produttori, distributori di documentari - ma che sollecita le Istituzioni competenti a prendersi la responsabilita' di fare qualcosa per curare le ferite di una apocalissi culturale - nel nostro caso, la progressiva scomparsa dell'idea documentaria dagli immaginari nazionali - che personalita' come /Ernesto De Martino/ o /Pier Paolo Pasolini/ evocavano per illustrare la nostra difficile, rapidissima e incompiuta modernita'. In questi giorni sono in sala due documentari /Vogliamo anche le rose/ e /Biutiful Cauntri/ che andrebbero visti e sostenuti per la loro bellezza e per la loro importanza. Negli anni scorsi, tralasciando titoli stranieri che hanno vinto Premi Oscar, Palme d'Oro ecc, in Italia hanno coraggiosamente tentato l'uscita in sala, molti titoli di qualita' tra cui /Latina/ Littoria/ di Gianfranco Pannone, /Cuore napoletano/ di Paolo Santoni, /Un silenzio particolare/ di Stefano Rulli, /Un'ora sola ti vorrei/ di Alina Marazzi, /Pesci combattenti/ Andrea d'Ambrosio e Roberto Di Biase, /Italian Sud Est/ dei Fluid Video Crue, /Sogni di cuoio/ di Caesar Meneghetti e Elisabetta Pandimiglio, /Il sibilo lungo della taranta/ di Paolo Pisanelli, /Viva Zapatero/ di Sabina Guzzanti, /Il Fantasma di Corleone/ di Marco Amenta, /In un altro paese/ di Marco Turco, /Estranei alla massa/ e /L'udienza e' aperta/ di Vincenzo Marra, /La strada di Levi/ di Davide Ferrario, /Sessantotto - L'utopia della realta'/ di Ferdinando Vicentini Orniani, /Vedi Napoli e poi muori/ di Enrico Caria, /Pasolini prossimo venturo/ di Giuseppe Bertolucci, /Le ferie di Licu/ di Vittorio Moroni, /Il mio paese/ di Daniele Vicari, e, perdonateci l'auto-citazione, /L'Orchestra di Piazza Vittorio/ di Agostino Ferrente, un film che ci riguarda da molto vicino perché racconta la nostra storia, una storia applaudita dagli spettatori di tutto il mondo ma considerata scomoda dalle nostre istituzioni sia locali (basti pensare alla mai conclusa vicenda del Cinema Apollo) che nazionali (basta dire che la Rai non ritiene opportuno acquistarlo...) Ma siamo in buona compagnia, perche' tutti i titoli sopraccitati, e ce ne saremo forse dimenticato qualcuno, in un paese normale sarebbero trasmessi in prima serata dalla Televisione pubblica. L'anno scorso il bello e controverso /Feltrinelli/ di Alessandro Rossetto, un altro socio di /Apollo 11/, raccolse consensi all'estero ma non riuscì ad essere distribuito in sala in Italia, paese di produzione del film. Ne parlammo con l'autore in uno degli scorsi appuntamenti di /Racconti dal vero./ Venerdì 14 mostreremo in anteprima nazionale all'Apollo 11 il film italiano (un documentario di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, altri soci di Apollo 11) che ha riscosso al recente Festival di Berlino i maggiori consensi di critica e pubblico, ma in Italia, forse visto il tema scomodissimo affrontato (i "Dico") e vista la mancanza di garanzie per i distributori che investono nel "cinema del reale", non ha ancora trovato un'uscita in sala, figuriamoci alla televisione...
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