Palermo14 marzo, Presentazione del volume "La Zona grigia. Professionisti al servizio della mafia" di Nino Amadore



Palermo 14 marzo, Presentazione del volume "La Zona grigia. Professionisti
al servizio della mafia" di Nino Amadore



Sarà presentato  venerdì 14 marzo, alle 18 e 30, presso la libreria
Broadway di via Rosolino Pilo 18  a Palermo, il libro "La zona grigia.
Professionisti al servizio della mafia", scritto dal giornalista del Sole
24Ore  Nino Amadore, edito da La Zisa
(<http://www.lazisa.it>www.lazisa.it) e in libreria in questi giorni.

Oltre all'autore, parteciperanno all'incontro: Nino Salerno, presidente
Confindustria Palermo; Adelfio Elio Cardinale, preside facoltà Medicina
Palermo; Giovanni Fiandaca, ordinario Diritto penale Università Palermo; e
Giuseppe Bruno, esecutivo nazionale Giuristi Democratici. Modererà: Enrico
Bellavia, giornalista Repubblica



Il LIBRO - Gli imprenditori siciliani hanno integrato il codice etico con
indicazioni precise di non collaborazione con le cosche, di obbligo di
denuncia per le richieste del racket. Una strada che dovrebbe essere
seguita anche dagli Ordini professionali vista la mole di soggetti
coinvolti in inchieste di mafia e spesso condannati. Commercialisti,
avvocati, ragionieri, architetti, ingegneri, medici e così via coinvolti in
inchieste di mafia, condannati e spesso rimasti al loro posto a presiedere
i loro ben avviati studi professionali. Sono loro i rappresentanti della
Società civile cui si è rivolto anche il presidente della Repubblica
recentemente, con un appello alla solidarietà antimafia, che però non hanno
fiatato. I rapporti dei liberi professionisti con la mafia, quell’intreccio
diabolico che ormai va sotto il nome di “zona grigia”. Insomma le
collusioni, penalmente rilevanti o meno, sono l’oggetto di indagine del
libro “La zona grigia, professionisti al servizio della mafia” scritto dal
giornalista del Sole 24Ore Nino Amadore ed edito dalla casa editrice
palermitana La Zisa (<http://www.lazisa.it>www.lazisa.it). Il tentativo
dell’autore è quello di cogliere i contorni delle collusioni, di capire
quali e quanti professionisti sono stati censurati dai rispettivi Ordini
professionali per conclamati rapporti con Cosa nostra. E si scopre che i
medici, nel solco di una tradizione che porta al capomafia corleonese
Michele Navarra, hanno più di tutti fornito i quadri dirigenti a Cosa
nostra: basti pensare al boss Giuseppe Guttadauro, medico divenuto capo del
mandamento mafioso di Brancaccio, quello dei fratelli Graviano mandanti
dell’omicidio di don Pino Puglisi. Ma non mancano poi le storie di
avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti. Insomma quel mondo che ha
dato e spesso dà sostegno alle varie mafie nel nostro Paese. Quel mondo
che, attraverso il supporto tecnico, assicura ai boss spesso ignoranti
solide vie per riciclare il denaro proveniente da estorsioni, traffico di
droga e altre attività criminali. Temi ancora di recente sollevati nel
corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e ribaditi più volte dal
capo della Direzione nazionale antimafia Pietro Grasso. Ma i numeri, per
capire la qualità delle collusioni, non ci sono. Non li ha la Direzione
nazionale antimafia , non li ha la commissione parlamentare Antimafia. Li
ha forniti e li fornisce lo stesso Amadore: in Sicilia in dieci anni sono
stati almeno 400 i professionisti finiti nei guai per aver avuto contatti
con la mafia.

“Il mio – spiega l’autore – è un tentativo: quello di disegnare i confini
di questa zona grigia, di quantificare il fenomeno, di individuare le
responsabilità”. Responsabilità che, in tema di lotta alla mafia, ci sono e
sono evidenti: sono quelle degli Ordini professionali i quali finora, a
differenza di quanto fatto dagli imprenditori, si sono interrogati poco
sulla necessità di prendere una posizione netta contro il crimine
organizzato. “Gli Ordini – continua Amadore – hanno un ruolo importante
nella nostra società. Ecco perché io credo che una condanna chiara senza
equivoci della mafia, che abbia magari un riscontro nei codici deontologici
, potrebbe avere un effetto rivoluzionario. E impedire, per esempio, che un
commercialista sospettato di aver riciclato il denaro di una cosca possa
dire: mica posso chiedere la fedina penale ai miei clienti”.



LE RECENSIONI -



Corriere della Sera

del 2 gennaio 2008

Opinioni & Commenti

Tuttifrurri

di Gian Antonio Stella



Il disordine che fa comodo agli Ordini



A cosa servono gli Ordini se non tengono ordine tra i loro iscritti,
pretendendo il rispetto delle regole deontologiche? Era una domanda lecita
dopo la scelta dell'Ordine degli Avvocati di non muover foglia contro i
neo-colleghi imputati della truffa all'esame di Catanzaro, quando copiarono
in 2.295 su 2.301 lo stesso tema. E legittima dopo la scoperta che l'Ordine
dei Medici non si era mai accorto (in venti anni!) che Girolamo Sirchia
aveva al Policlinico una segretaria pagata non dall'ospedale ma da
un'industria farmaceutica fornitrice. Ma è una domanda obbligata oggi dopo
la lettura di La zona grigia / Professionisti al servizio della mafi,a
edizioni «La Zisa». In cui Nino Amadore, del Sole 24 Ore, ricostruisce le
ambiguità e i silenzi dei vari Ordini nei confronti degli associati
coinvolti in faccende di mafia, camorra, 'ndrangheta. Colletti bianchi che,
a sentire il presidente di Cassazione Gaetano Nicastro, sono indispensabili
ai criminali: «Cosa Nostra gode purtroppo di una vasta rete di
fiancheggiatori nell'ambito di una certa borghesia mafiosa, fatta di
tecnici, di professionisti, di imprenditori, di esponenti politici e della
burocrazia». Come potrebbero certi padrini potentissimi ma semi- analfabeti
investire nell'edilizia in Lussemburgo, nell'acquisto di un pacchetto
azionario alle Cayman o nell'acquisto di 12 miliardi di metri cubi di gas
dall'azienda ucraina Revne per «un valore di mercato di tre miliardi di
euro» senza «un'accorta analisi fatta da gente preparata, che conosce i
mercati »? Come potrebbero appropriarsi degli appalti pubblici senza la
complicità di architetti, ingegneri, commercialisti, funzionari regionali e
comunali ben decisi a regolarsi sul loro lavoro come le tre scimmiette che
non vedono, non sentono, non parlano? Amadore ricorda, tra gli altri, il
caso del tributarista coinvolto nell'«operazione Occidente » che vide
l'arresto di 46 persone appartenenti in parte al giro di Salvatore Lo
Piccolo. «Accusato di aver riciclato il denaro delle 10 famiglie mafiose si
è difeso: "Ho solo fatto il mio lavoro di consulente, di certo non vado a
chiedere la fedina penale di tutti i miei clienti". » Tema: i suoi
«probiviri» non han niente da dire? Sempre lì torniamo: «quando» un Ordine
può intervenire? Nel caso del processo per il riciclaggio del «tesoro »
(stima: 150 milioni di euro) di Vito Ciancimino, il libro segnala come i
professionisti condannati siano stati due: il tributarista palermitano
Gianni Lapis e l'avvocato internazionalista romano Giorgio Ghiron. Cinque
anni e 4 mesi a testa. Ma se Lapis è stato subito sospeso dall'Ordine di
Palermo, Ghiron risulta, molti mesi dopo la sentenza, ancora al suo posto.
O così dice il sito dell'Ordine di Roma. Come mai? Il destino personale
dell'uomo, va da sé, non c'entra: se è innocente lo dimostrerà in Appello.
Auguri. Ma resta il tema: perché, come sostiene il presidente dell'Ordine
dei Medici Annibale Bianco, un Ordine dovrebbe attendere la sentenza in
Cassazione per censurare un iscritto? Che ce ne facciamo di una sanzione
supplementare se c'è già una sentenza che magari espelle il condannato
dalla professione? Se un Ordine non serve a tenere ordine «al di là» degli
iter giudiziari, a cosa serve? A organizzare belle cene in compagnia?





Il Sole 24 Ore

I nomi dei collusi nel libro di Nino Amadore

di Serena Uccello



14 GENNAIO 2008 - Da un lato le indagini, persino le condanne. Numerose,
numerosissime, in crescita. Dall'altro i provvedimenti degli Organi
professionali, uno, due, tre, neanche una decina. Un buco nero, una
voraggine su cui «La zona grigia, professionisti al servizio della mafia»,
di Nino Amadore (La Zisa, 145 pagg., 10 euro) richiama l'attenzione. E
rompe il silenzio. Perché dei colletti bianchi della mafia si parla spesso,
ma sempre in astratto, o più drammaticamente con il fanalismo di un danno
collatterale. Senza invece fare nomi e cognomi, senza cercare di capire
quanto, come, e dove i collusi o i favoreggiatori agiscono.

Il libro di Nino Amadore di nomi ne fa. Quelli dei medici degli avvocati,
dei commercialisti, degli ingegneri coinvolti dalle inchieste della
magistratura. Con gradi di responsabilità diversi: c'è ad esempio Giuseppe
Guttadauro medico ma anche capomandamento di Brancaccio, ci sono gli
avvocati Gianni Lapis e Giorgio Ghiron legati a Massimo Ciancimino e al
centro di una maxi operazione di riciclaggio. Intanto gli Ordini, per
agire, prendono tempo e aspettano (forse) la Cassazione.





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Davide Romano - Ufficio stampa La Zisa
via Marchese Di Villabianca, 120 - 90143 Palermo (Italia)
cell. +39 3284728708 - e-mail:
<mailto:presidente at lazisa.it>presidente at lazisa.it -
<mailto:stampa at lazisa.it>stampa at lazisa.it
web: <http://www.lazisa.it>www.lazisa.it



Gli altri appuntamenti della casa editrice La Zisa



10 marzo - Presentazione del volume di Palma Civello, “Volti e svolte al
telefono” (La Zisa, pp. 128, euro 10), lunedì 10 marzo, alle ore 18, presso
la sala audiovisivi (primo piano) dell’istituto Don Bosco Ranchibile di via
Libertà 199, a Palermo.

Interverranno: Salvo Toscano, giornalista e scrittore; Giovanni Villino,
giornalista; don Antonio Zito, insegnante e critico letterario; Davide
Romano, giornalista. Sarà presente l’autrice.

«Come può un oggetto divenire personaggio tra persone?! Questo in sintesi
il tema di Volti e svolte al telefono di Palma Civello. Il telefono è
origine, contenitore e fine delle sei storie legate tra loro da un unico
filo conduttore: il bisogno di comunicare, oltre a ciò che si vede, ciò che
si sente. Non hanno maschere i personaggi ed il telefono mostra i loro
volti come sono. Riscopriamo, così, l’ancestrale, travagliato e tormentato
bisogno di non mentore per vivere, fatica necessaria che non richiede,
mentre si compie, di dover piacere agli altri ma a se stessi. E’ il primo
cimentarsi da scrittrice di palma Civello: spero voglia dar seguito alla
sua Musa”. (dalla prefazione di Antonio Zito)

Palma Civello è nata e vive a Palermo. Docente di lettere nelle scuole
medie, coltiva con passione la pittura, la scrittura e la fotografia. Nel
2004 ha vinto un concorso di poesie d’amore indetto da una libreria
on-line. Nel novembre del 1007, a Palermo, presso il centro culturale
“Liberty”, è stata allestita una mostra dei suoi quadri



15 marzo - Sarà presentato sabato 15 marzo, alle 17 presso la sede della
Fondazione Tricoli di via Terrasanta 82, a Palermo, il libro " La spada di
Roma" (pp. 128, euro 10) dello scrittore Alfredo Sant'Angelo, edito da La
Zisa e in libreria in questi giorni.

Oltre all'autore, parteciperanno all'incontro: Marcello Tricoli, presidente
Commissione cultura Provincia regionale Palermo; Totò Lucania, presidente
associazione culturale Opus; e Davide Romano, giornalista ed editore.

Il LIBRO - Il romanzo è ispirato alla figura, realmente esistita, del
console romano Marco Claudio Marcello, al tempo della seconda guerra
punica. Sullo sfondo, le lotte politiche interne alla Roma repubblicana,
colta in un uno dei momenti più drammatici della sua storia millenaria,
allorquando si trovò impegnata ad affrontare, sul proprio territorio
l'esercito cartaginese comandato dal grande condottiero Annibale Barca. Il
racconto, appassionante e coinvolgente, scorre veloce, quasi sui ritmi di
un reportage giornalistica sino all'amara e tragica conclusione.

L'AUTORE - Alfredo Sant'Angelo, barone di Sant'Angelo (Palermo, 1965),
laureato in filosofia, ha pubblicato nel 1996 la raccolta di poesie Poèsis
et Peièsis. ha partecipato con successo a diversi concorsi letterari. E'
responsabile del settore letterario dell'Associazione Opus. dalla sua
grande passione per gli studi storici ha tratto stimolo ed alimento per la
stesura di questa prima opera narrativa.



19 marzo - Presentazione del volume "Ieri, oggi e domani. Storie di un
napoletano in Sicilia" (ed. La Zisa - www.lazisa.it -, pp. 96, euro 10) di
Agostino Focone, mercoledì 19 marzo, alle ore 18 e 30, presso la libreria
Broadway di via Rosolino Pilo 18, a Palermo. Presenteranno il volume Davide
Romano, giornalista, e Maria Teresa de Sanctis, scrittrice e attrice che
leggerà alcuni brani del libro. Sarà presente l'autore.

"Pieno di sottili metafore e di una vena filosofica popolare, Focone riesce
ad entusiasmare e sa far ridere nello stesso modo di come sa far piangere e
riflettere. Una voce vera della napoletanità che ha trovato, nel corso
degli ultimi anni della sua permanenza in Sicilia, nuovi e stimolanti
motivi lirici per una narrativa che è già parte del miglior patrimonio
letterario".  Marco Colonna - "La rivista letteraria"

“...una vitalità artistica che non verrà mai meno nel tempo anche se oggi i
valori migliori della letteratura sono quasi sempre sottovalutati, se non
addirittura calpestati, da una critica molto superficiale". Franco Boveri -
"Controcampo"