ALTRI CINQUE, NON BASTA ANCORA?



ALTRI CINQUE, NON BASTA ANCORA?

Non si sa se sia stato lo zolfo o l’
idrogeno solforato. Sta di fatto che altri cinque operai sono morti, 
rapiti dalla una delle morti più assurde, quella sul lavoro. 
Gli 
ultimi dati ufficiali dell’Inail, risalenti al 2006, parlano chiaro: in 
quell’anno ci furono più di 900mila incidenti sul lavoro, con più di 
1.300 decessi, senza tener conto del lavoro nero e di tutti i casi che 
vengono fatti passare come malattie comuni. Una vera e propria guerra, 
che dura ormai da troppo tempo. 
Oggi tutti si affrettano per approvare 
i decreti della legge 123 sulla sicurezza sul lavoro. È giusto, ma non 
basta. 
Il 92% delle persone che sono morte sul lavoro, stava lavorando 
in piccole aziende, compresi i cinque operai di Molfetta. Che cosa vuol 
dire questo? Vuol dire che è proprio nelle aziende con meno di 15 
dipendenti, dove non c’è l’applicazione dell’articolo 18, quello che 
impedisce di licenziare senza giusta causa, che si muore di più. In 
aziende così piccole, dove puoi essere licenziato in qualsiasi momento, 
si è disposti, pur di non perdere il posto di lavoro, a chiudere anche 
tutti e due gli occhi sulla mancanza delle norme di sicurezza.
Bastano 
questi pochi dati per capire dove sta il nocciolo del problema. 
Aumentare l’efficacia delle ispezioni e le sanzioni contro gli 
imprenditori inadempienti può essere anche giusto, ma se continuano a 
permanere le condizioni ricattatorie – compresi i contratti interinali 
e a progetto - che costringono i lavoratori a sopportare il rischio di 
perdere la propria vita, il problema non verrà risolto.
Solo se tutti i 
lavoratori, compresi i dipendenti delle aziende più piccole, saranno 
nelle condizioni di farsi rispettare senza il rischio di perdere il 
lavoro, si ridurrà drasticamente il numero degli incidenti e dei morti 
sul lavoro. L’articolo 18, quindi, deve essere esteso a tutti, senza 
alcuna discriminazione. Così come devono essere eliminate tutte le 
condizioni, anche legislative, che costringono milioni di persone a 
sopportare anni e anni di precariato.

Roma, 5 marzo 2008

Carlo 
Olivieri
medico umanista    
http://posizioni-umaniste.blogspot.com/