LA SOLITA SCELTA



LA SOLITA SCELTA



Che strazio. Nonostante le ultime decisioni governative, la questione dei rifiuti in Campania ancora una volta non verrà risolta. I nostri amministratori, sia a livello locale che nazionale, sono riusciti a far arrivare la situazione ad un tale livello di emergenza che ora qualsiasi soluzione sarà presa per affrontarla avrà il carattere di un'azione tamponante e, quindi, in quanto tale, sicuramente non adeguata a risolvere veramente il problema.

Questo sembra essere ormai l'unico metodo di risoluzione dei problemi che i governi mettono in atto. Fatte le dovute differenze, infatti, molti conflitti che non riguardano immediatamente i paesi ricchi del mondo vengono ignorati per anni e anni, fino al momento in cui, arrivati ad un punto di tensione tale da mettere in pericolo gli interessi dei suddetti paesi ricchi, si interviene solo con gli eserciti e con le armi. Interventi, cioè, che non hanno certo lo scopo di risolvere, ma solo di contenere quei conflitti, in modo tale che non diano fastidio.

Ed è così che è stato gestito anche il problema dei rifiuti in Campania. Per anni e anni questo è stato considerato un problema che solo i napoletani avrebbero dovuto risolvere, senza dare molto fastidio alle aree più ricche del paese. Nel frattempo politici locali poco raccomandabili e bande camorristiche senza alcuno scrupolo hanno accumulato miliardi a palate su quello che si è rivelato un enorme affare. Ora il problema rischia di diventare molto dannoso per tutto il paese, comprese le aree più ricche. Compresi tutti coloro che rischiano di non poter più usufruire degli stanziamenti comunitari collegati all'attuazione di progetti nel campo dello smaltimento di rifiuti. Di conseguenza il governo ha preso la solita decisione: invio dell'esercito e nomina a commissario straordinario di un ex capo di polizia.

Per completare il quadro non si può non rilevare che il provvedimento governativo prevede, inoltre, anche con il consenso del ministro verde Pecoraro Scanio, di tre inceneritori in Campania. Ecco quindi che si spiana la strada per la realizzazione di quegli impianti di termovalorizzazione contro cui si battono tanti comitati di cittadini e tante associazioni ambientaliste e contro cui finora si era battuto anche Pecoraro Scanio.

Si potrebbe ipotizzare che l'emergenza rifiuti sia stata portata fino a tal punto di insopportabilità anche per superare in un sol colpo le resistenze rispetto ad impianti di questo genere? Sì, si può ipotizzare.

L'affare in questione non è di poco conto. Tutti gli italiani pagano ogni anno 140 milioni di euro ai gestori degli inceneritori, soldi che potrebbero invece essere usati per lo sviluppo di impianti, come quelli fotovoltaici, idro-elettrici ed eolici, che potrebbero renderci energeticamente autonomi.

Invece siamo costretti a pagare di più per un sistema di recupero energetico, come quello dei termovalorizzatori, neanche tanto sicuro, mentre potremmo pagare molto di meno se affidassimo il recupero energetico a più sicure tecniche biologiche a "freddo", quali compostaggio, digestione anaerobica e bio-ossidazione.

Se a tutto questo si aggiunge la risposta ben poco solidale delle altre amministrazione regionali alla richiesta del governo di accogliere una parte delle 120mila tonnellate di rifiuti accumulatesi in Campania, si può senz'altro concludere che l'egoismo è il fondamentale errore di calcolo che domina in tutta l'intera vicenda.

La stessa politica assumerebbe ben altri connotati se solo ci si decidesse a trattare gli altri come si vorrebbe essere trattati. Chi è disposto ad uscire finalmente dall'errore egoistico sarà in grado di prendere in considerazione tutte le soluzioni migliori. Solo per chi è disposto a fare questo un altro futuro è possibile. Chi non lo è, invece, è pregato di farsi da parte in tempo, prima che diventi un altro rifiuto. Ne abbiamo già troppi.



Roma, 9 gennaio 2008



Carlo Olivieri

medico umanista

http://posizioni-umaniste.blogspot.com/