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Torino: esplode la rabbia operaia contro padroni e sindacati concertativi. Contestato anche Rinaldini, uova contro l'Unione Industriali
- Subject: Torino: esplode la rabbia operaia contro padroni e sindacati concertativi. Contestato anche Rinaldini, uova contro l'Unione Industriali
- From: "CONTROPIANO" <cpiano at tiscali.it>
- Date: Tue, 11 Dec 2007 12:23:51 +0100
Torino: esplode la rabbia operaia contro padroni e sindacati concertativi. Contestato anche Rinaldini, uova contro l'Unione Industriali Fischi e contestazioni nei confronti dei sindacati confederali, parole dure, ''assassini'', ''pagherete caro, pagherete tutto'', ma anche una costante richiesta di ''giustizia'', perché ''non si puo' ''morire di lavoro''. E' esplosa questa mattina la rabbia dei 30 mila lavoratori si sono dati appuntamento a Torino per la manifestazione organizzata da tutte le sigle sindacali contro gli omicidi sul lavoro dopo la tragedia della Thyssen Krupp costata la vita finora a quattro giovani operai, mentre altri tre ancora lottano tra la vita e la morte in ospedale. Nelle intenzioni delle direzioni di Cgil Cisl e Uil doveva essere una manifestazione silenziosa, ma non appena il corteo si è cominciato a muovere da piazza Arbarello in direzione di piazza Castello, insieme agli applausi che accompagnavano il passaggio dello striscione listato a lutto delle Acciaierie Speciali Terni, si sono cominciate a levare anche le prime proteste contro i vertici dell'azienda, contro le burocrazie sindacali, contro i giornalisti. Ad aprire il corteo i lavoratori della Thyssen Krupp, lo stabilimento teatro della tragedia. Accanto all'unico sopravvissuto, Antonio Bocuzzi, ci sono i familiari delle vittime e tanti compagni che a stento trattengono le lacrime. C'e' il padre di Bruno Santino, che mostra un giornale con la foto del figlio e in un silenzio carico di tensione urla: ''Assassini, chi mi ridarà mio figlio?''. C'e' la zia di Roberto Scola, che si stringe ai compagni del nipote e tra le lacrime ripete ''non si possono mandare i nostri figli a lavorare e non vederli tornare''. Mentre Torino si ferma per due ore in segno di lutto, con serrande abbassate e luminarie natalizie spente, il corteo sfila con i gonfaloni, gli striscioni di decine di consigli di fabbrica, i rappresentanti sindacali, le autorità per lo più esponenti del centrosinistra e della sinistra di governo. Un silenzio surreale cala su piazza Castello, quando è proprio Bocuzzi, dopo aver chiesto di non dimenticare chi non c'e' più e chi ogni giorno muore sul posto di lavoro, e l'impegno perché ''da domani andare a lavorare non sia andare in guerra'', invita a due minuti di silenzio. I manifestanti si raccolgono e poi riesplode la contestazione non appena prende la parola il rappresentante dei sindacati concertativi. ''Basta con le parole, vogliamo giustizia'', "Vergogna, vergogna" gridano lavoratori ed attivisti della sinistra alternativa mentre interviene il segretario generale della Fiom Giannni Rinaldini, che parla anche a nome di Fim e Uilm. Contro l'esponente della Fiom fischi e grida. Ma la contestazione non si ferma e cresce di intensità appena terminato il comizio. I lavoratori aderenti ai sindacati di base e i giovani dei centri sociali si dirigono a migliaia in corteo sotto la sede dell'Unione Industriali, contro la quale viene indirizzato un fitto lancio di uova e di arance.
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