Lavavetri e rom: non emarginazione ma integrazione.Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Subject: Lavavetri e rom: non emarginazione ma integrazione.Documento da inviare e diffondere se condiviso
- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Thu, 6 Sep 2007 22:56:03 +0200
Cari amici,
il Movimento ha preparato questo intervento sui sindaci per contribuire ad una
soluzione più umana della questione lavavetri e rom; per il quale chiede
il vostro aiuto. Gl'indirizzi:
Sindaco Firenze Leonardo Domenici, comunefirenze at comune.fi.it Sindaco Bologna
Sergio Cofferati, sindaco at comune.bologna.it Sindaco Roma Walter Veltroni, ld.gabinetto at comune.roma.it Sindaco Torino Sergio Chiamparino, urc at comune.torino.it Sindaco Milano Letizia Moratti,
sindaco.moratti at comune.milano.it Sindaco Bari Michele Emiliano, urp at comune.bari.it Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Movimento per la Società di Giustizia e per la
Speranza Lecce Ai Sindaci di Firenze, Bologna,
Roma, Torino, Milano, Bari a tutti i sindaci italiani Lavavetri e rom: non emarginazione ma
integrazione In queste ultime settimane hanno fatto grande scalpore le ordinanze di sindaci, a cominciare da quello di Firenze, che interdicevano ai lavavetri quei crocevia dov’essi cercavano di guadagnare qualche soldo per il loro sostentamento; con un lavoro certo anomalo, e fastidioso per gli automobilisti che attendono lo scatto del semaforo per ripartire. Si è invocato, come già in passato, un principio di legalità e un principio d’ordine pubblico. Ma il Movimento pensa che si debba invocare anche un principio di solidarietà e di provvidenza; che il comune, togliendoli dal crocevia, debba offrire loro un altro lavoro, un lavoro vero. L’intervento cioè dev’essere più articolato: con una commissione o un ufficio che censisce queste persone, le incontra, studia le possibilità d’impiego nel pubblico o nel privato, attraverso accordi con le imprese; con la collaborazione magari della Caritas e di altre associazioni di solidarietà. Solo così si provvede realmente anche all’ordine pubblico, che persone in condizione precaria possono danneggiare in modo molteplice. I rom costituiscono certo un problema maggiore. Perché non si tratta di un nomadismo a base economica, come i popoli pastori in cerca di pascoli. E perché, con l’obsolescenza dei lavori che un tempo li caratterizzavano – allevatori di cavalli, calderai, artigiani di tradizione, musicisti – e con lo sviluppo di una società opulenta e consumista, essi sono praticamente caduti nella microcriminalità e vivono di accattonaggio (costringendovi bambini e madri – o pseudomadri – con piccoli bimbi), di furto, di piccoli commerci illeciti. Il nomadismo qui non ha più senso, e diventa dannoso per loro (se si pensa che il 97% dei bambini non è scolarizzato) e per la società. Il Movimento ritiene che i comuni, anziché costruire accampamenti per i rom, che poi diventano luogo di crimine, li debbano portare alla sedenterizzazione. Un problema complesso, perché si tratta di cambiare mentalità e costume; ma non impossibile in quanto una parte di loro lo ha già fatto. Anche qui è necessario un intervento articolato, con commissione o ufficio apposito; con uno studio attento delle situazioni e delle soluzioni; con l’aiuto delle associazioni. Dovrebb’essere coinvolta l’ANCI, per affrontare il problema su base nazionale; perché solo su tale base può essere risolto. E dovrebb’essere coinvolta l’Unione Europea perché di un problema europeo si tratta: i rom sono infatti circa 8 milioni (2,5 in Romania); in Italia sono circa 100.000, cioè una città (ma in Francia sono il doppio, e in Spagna il quadruplo). Le nazioni balcaniche hanno avviato per i rom un “decennio d’integrazione 2005-2015”: bisognerebbe collegarcisi. Lecce, il 3 settembre 2007 per il Movimento, il responsabile Prof. Arrigo Colombo Arrigo
Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di
Lecce Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160 |
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