Agnoletto sulla pena di morte alle cinque infermiere bulgare: assurda montatura



Comunicato stampa di Vittorio Agnoletto


Sulla pena di morte alle cinque infermiere bulgare
Agnoletto: «UN'ASSURDA MONTATURA. L'EUROPA INTERVENGA SUBITO
METTENDO IN DISCUSSIONE I RAPPORTI COMMERCIALI CON LA LIBIA»

Strasburgo, 11/7/07 - «È una montatura, il processo alle cinque infermiere
bulgare e al medico palestinese è stato assolutamente iniquo, esistono
valide prove dell'uso della tortura nei confronti degli imputati e,
soprattutto, esperti internazionali hanno stabilito che l'Aids,
nell'ospedale di Bengasi, si era diffusa ben prima dell'arrivo degli
operatori sanitari oggi condannati a morte». Con queste parole Vittorio
Agnoletto, eurodeputato della Sinistra unitaria europea, medico, già
presidente della Lega italiana per la lotta contro l'Aids, interviene in
merito alla condanna emessa oggi dalla Corte suprema libica. «Il Parlamento
europeo si è espresso lo scorso gennaio con una risoluzione nella quale ha
chiesto un nuovo, più giusto, processo per le cinque infermiere e il
medico, tanto più che con l'entrata della Bulgaria nell'Ue, la vicenda ci
riguarda direttamente. Ma la presa di posizione dell'assemblea di
Strasburgo non è bastata.
L'Unione Europea deve intervenire immediatamente: l'unico modo per impedire
questa condanna disumana è mettere in discussione i rapporti commerciali
tra Ue e Libia.
É inoltre necessario che si applichi la clausola per la democrazia e il
rispetto dei diritti umani inserita in tutti gli accordi commerciali tra Ue
e Paesi terzi, oggetto di una mia relazione approvata dal Parlamento
europeo il 14 febbraio 2006, per fare pressione sulla Libia in questo
momento. La pena capitale (per di più dopo un processo iniquo) va contro i
valori comuni dell'Europa. E, visto che la diplomazia ha fallito, il solo
modo per salvare la vita di queste persone è mettere mano agli intensi
rapporti commerciali tra Tripoli e l'Ue».

Vittorio Agnoletto, eurodeputato della Sinistra unitaria europea, medico,
già fondatore e presidente della LILA (Lega italiana per la lotta contro
l'Aids
cell. +39 335 6356978

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