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Sent: Wednesday, July 11, 2007 3:15
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Subject: La valle dell'apartheid
LA VALLE DELL’APARTHEID
Chissà se si tratta di una particolare sensibilità
alle diverse gradazioni di colore della pelle o se è il frutto di un corso
specifico? Sta di fatto che è bastato che 38 bambini con la pelle un po’
troppo scura si avvicinassero alla Valle dei Templi per far scattare
l’allarme.
Questi bambini, il 5 luglio scorso, non hanno potuto
usufruire del ticket per l’accesso gratuito al sito archeologico, riservato ai
minori di 18 anni, accesso gratuito che, per qualche ragione che sinceramente
ci sfugge, è riservato solo ai minori della comunità europea.
I minorenni che non fanno parte della comunità europea
non possono entrare nel parco, non per responsabilità di una “burocrazia poco
elastica” – come ipocritamente ha dichiarato l’assessore ai beni culturali
della Regione siciliana – ma perché è scritto molto chiaramente nella
circolare dello stesso assessorato, che prevede addirittura l’attestazione
della nazionalità vidimata dalla Regione per poter entrare nella Valle.
Alle responsabilità istituzionali si aggiunge la
malafede dell’Ente che gestisce il parco, il cui direttore ha cercato di
scaricare le responsabilità dell’accaduto sugli organizzatori della gita dei
bambini, che non hanno presentato la documentazione necessaria. Lo stesso
direttore dell’Ente, nel tentativo poco felice di scaricarsi dalle
responsabilità, accusa gli stessi organizzatori della gita di una negligenza
che farebbe correre ad Agrigento il rischio di “essere accusata di
discriminazione”.
Agrigento? E che c’entrano i cittadini di Agrigento?
Vista la natura infantile di questo tentativo di autodifesa, è probabile che
l’età mentale di questi personaggi non corrisponda a quella anagrafica.
Ma altre domande ci sorgono, per così dire, spontanee.
Per esempio: sarebbe successa la stessa cosa se all’ingresso del parco si
fosse presentato un gruppo di bambini biondi, con la pelle chiara, gli
occhietti chiari e il nasino all’insù, ma di nazionalità americana, russa o
australiana, quindi evidentemente extracomunitari?
E ancora: gli addetti alla biglietteria si affidano
solo alle capacità di discriminazione dei colori delle proprie retine oculari
oppure si aiutano con un vero e proprio depliant con tutte le varie gradazioni
di colore della pelle?
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Sarebbe ingiusto, però, se si pensasse che le
responsabilità siano solo della Regione o dell’Ente del parco della Valle dei
Templi. Come si suol dire, il pesce puzza dalla testa.
Purtroppo è ancora in vigore la legge più
discriminatoria che sia mai stata promulgata nella storia dell’Italia
repubblicana, la legge Bossi-Fini. Una legge che il Parlamento non è stato
ancora in grado di cancellare, nonostante le promesse elettorali. A questa si
aggiunge una legge sulla cittadinanza che sancisce che coloro che nascono in
Italia da genitori stranieri possono diventare cittadini italiani solo al
compimento della maggiore età. In termini numerici, ciò significa che
attualmente 585mila bambini nati in Italia – più del 20% della popolazione
migrata da noi - sono ancora considerati stranieri.
Ciò che è accaduto alla Valle dei Templi, quindi, non
è un episodio locale, ma il frutto di una legislazione che rende legale ciò
che dovrebbe – secondo la nostra costituzione e la dichiarazione universale
dei diritti umani - essere considerato illegale.
Roma, 11 luglio 2007
Carlo
Olivieri
Partito
Umanista