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La valle dell'apartheid
- Subject: La valle dell'apartheid
- From: "Davide Bertok" <davide.bertok at tiscali.it>
- Date: Wed, 11 Jul 2007 15:15:22 +0200
- Priority: normal
LA VALLE DELL’APARTHEID
Chissà se si tratta di una particolare sensibilità alle diverse gradazioni di
colore della pelle o se è il frutto di un corso specifico? Sta di fatto che è
bastato che 38 bambini con la pelle un po’ troppo scura si avvicinassero
alla Valle dei Templi per far scattare l’allarme.
Questi bambini, il 5 luglio scorso, non hanno potuto usufruire del ticket
per l’accesso gratuito al sito archeologico, riservato ai minori di 18 anni,
accesso gratuito che, per qualche ragione che sinceramente ci sfugge, è
riservato solo ai minori della comunità europea.
I minorenni che non fanno parte della comunità europea non possono
entrare nel parco, non per responsabilità di una “burocrazia poco
elastica” – come ipocritamente ha dichiarato l’assessore ai beni culturali
della Regione siciliana – ma perché è scritto molto chiaramente nella
circolare dello stesso assessorato, che prevede addirittura l’attestazione
della nazionalità vidimata dalla Regione per poter entrare nella Valle.
Alle responsabilità istituzionali si aggiunge la malafede dell’Ente che
gestisce il parco, il cui direttore ha cercato di scaricare le responsabilità
dell’accaduto sugli organizzatori della gita dei bambini, che non hanno
presentato la documentazione necessaria. Lo stesso direttore dell’Ente,
nel tentativo poco felice di scaricarsi dalle responsabilità, accusa gli
stessi organizzatori della gita di una negligenza che farebbe correre ad
Agrigento il rischio di “essere accusata di discriminazione”.
Agrigento? E che c’entrano i cittadini di Agrigento? Vista la natura
infantile di questo tentativo di autodifesa, è probabile che l’età mentale
di questi personaggi non corrisponda a quella anagrafica.
Ma altre domande ci sorgono, per così dire, spontanee. Per esempio:
sarebbe successa la stessa cosa se all’ingresso del parco si fosse
presentato un gruppo di bambini biondi, con la pelle chiara, gli occhietti
chiari e il nasino all’insù, ma di nazionalità americana, russa o
australiana, quindi evidentemente extracomunitari?
E ancora: gli addetti alla biglietteria si affidano solo alle capacità di
discriminazione dei colori delle proprie retine oculari oppure si aiutano
con un vero e proprio depliant con tutte le varie gradazioni di colore
della pelle?
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Sarebbe ingiusto, però, se si pensasse che le responsabilità siano solo
della Regione o dell’Ente del parco della Valle dei Templi. Come si suol
dire, il pesce puzza dalla testa.
Purtroppo è ancora in vigore la legge più discriminatoria che sia mai
stata promulgata nella storia dell’Italia repubblicana, la legge Bossi-Fini.
Una legge che il Parlamento non è stato ancora in grado di cancellare,
nonostante le promesse elettorali. A questa si aggiunge una legge sulla
cittadinanza che sancisce che coloro che nascono in Italia da genitori
stranieri possono diventare cittadini italiani solo al compimento della
maggiore età. In termini numerici, ciò significa che attualmente 585mila
bambini nati in Italia – più del 20% della popolazione migrata da noi -
sono ancora considerati stranieri.
Ciò che è accaduto alla Valle dei Templi, quindi, non è un episodio
locale, ma il frutto di una legislazione che rende legale ciò che dovrebbe
– secondo la nostra costituzione e la dichiarazione universale dei diritti
umani - essere considerato illegale.
Roma, 11 luglio 2007
Carlo Olivieri
Partito Umanista
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