Pubblico impiego: L’ennesimo pasticcio sindacale



Pubblico impiego: L’ennesimo pasticcio sindacale

Cgil Cisl Uil cantano vittoria per aver firmato il 29 maggio un accordo che
di fatto prevede in termini economici quanto già era stato ottenuto in
accordi firmati solo qualche settimana prima e sui quali già Cgil Cisl Uil
avevano cantato vittoria.
Il fatto è però che per ottenere quanto già ottenuto si è infine accettato
l’ennesimo pasticcio, cioè quello dell’allungamento della contrattazione da
biennale a triennale, che non è cosa da poco.
Già questo basterebbe a descrivere l’inconsistenza delle segreterie
nazionali trattanti (categoriali e confederali), pronti ad accettare
qualsiasi peggioramento sia in corsa che a traguardo raggiunto, ma c’è ben
altro.
I vertici sindacali (sopratutto quelli Confederali) non possono pensare di
prendere in giro qualcuno spacciando come marginale il cedimento sulla
triennalizzazione della contrattazione (dicono infatti che è solo
sperimentale e che non vale per le altre categorie). I nostri vertici
sindacali sanno benissimo (o non lo sanno ? .. ed allora è ancor più grave)
che proprio in questi giorni stanno seduti ad un tavolo concertativo con
Governo e Confindustria dove tra le altre cose la posta in gioco è proprio
la struttura della contrattazione. Da scavati ed esperti funzionari
sindacali (almeno un poco di esperienza ce l’avranno .. speriamo)
dovrebbero immaginare come e quanto peserà su quel tavolo la concessione da
loro data al Governo amico. Già c’è da immaginarsi cosa dirà
Federmeccanica. Chiederà che anche all’industria privata vengano concessi
gli stessi cedimenti che tanto graziosamente le segreterie sindacali hanno
concesso al padrone pubblico.
Le segreterie categoriali e confederali che hanno firmato l’accordo per la
triennalizzazione della contrattazione si sono quindi assunti la
responsabilità di aver ormai compromesso sia il tavolo concertativo su
contrattazione e produttività, sia i tavoli contrattuali che si stanno
aprendo in questi giorni (meccanici).
Grave è poi, che come è costume di una burocrazia che ormai ama
autocelebrarsi e farsi i complimenti da sola, un passaggio così grave sia
stato deciso senza neppure sentire i lavoratori, ai quali solo poche
settimane fa era stato detto (esibendolo) che il contratto era stato
firmato e senza concessioni, ed ai quali solo fino a pochi giorni fa, la
Cgil dichiarava che mai avrebbe accettato l’allungamento al periodo
triennale della contrattazione.
La debolezza dell’argomentazione sindacale (non sia mai che dicano
esplicitamente che questo cedimento su un accordo giù firmato e quindi
esigibile, è stato concesso per sostenere il Governo amico) sta tutta nelle
dichiarazioni immediatamente dopo l’accordo.
Epifani ha dichiarato : ’Ci dispiace che questo accordo sia stato fatto
solo ora. Si poteva fare molto prima’. Sulla sperimentazione della
triennalità del contratto ha osservato che si tratta di ’un’unicità’.
Sull’unicità di questo accordo Epifani pende in giro se stesso oltre che
tutti noi (a meno che sia solo da un mese che fa il sindacalista ... ma non
ci sembra), ma la perla vera è la sua rimostranza di come questo accordo
poteva essere firmato già da prima. Ma come?? ... non era stato già firmato
prima un accordo che prevedeva i 101 euro lo scorso 6 aprile 2007 ? ... o
ci hanno preso in giro?!
Angeletti riesce anche ad arrampicarsi sui vetri svolgendo una sua strana
logica che conclude come il triennio sia meglio del biennio. Infatti ha
detto " .. sarà un miglioramento: avremo finalmente rinnovi per tre anni
pagati per tre anni, e non rinnovi per tre anni pagati per due, come
succedeva adesso ..". Una cima si sapienza.
Ad Angeletti non viene neppure in mente che se gli ultimi bienni sono
durati tre anni invece che due non è certo perchè la cosa risultava da un
oggettivo ed inevitabile calcolo aritmetico o da una strana interferenza
astrale, quanto invece dalla scarsa determinazione sindacale a chiedere il
rispetto, ed a lottare per ottenerlo, del diritto all’effettiva copertura
della contrattazione biennale. Guardando all’esperienza precedente ed alla
debole determinazione ed autonomia sindacale, guardando alla scarsità di
democrazia e di strumenti di controllo dei lavoratori nei confronti dei
tavoli contrattuali e degli accordi c’è da credere che se prima il biennio
durava tre anni, da domani il nuovo triennio (che tanto ha colpito
l’immaginazione di Angeletti) durerà come minimo 4 anni.
Bonanni, che già aveva venduto il triennio giorni prima dell’accordo, ha
difeso questa scelta con argomenti ancora più bizzarri. " ... sulla
triennalità ’nessuno è preoccupato, anzi. È più agevole per la finanza
pubblica e noi avremo la possibilità di confrontare inflazione reale e
salario. E avere più produttività per avere più salari ...". L’avessimo
saputo prima .....
Bonanni fa un ragionamento semplice. Più è lunga la distanza tra un
contratto e l’altro e meglio ci riesce a fare i conti sull’inflazione così
riusciremo a portare più soldi a casa. A questo punto tanto vale fare una
contrattazione decennale così, quando presenteremo la piattaforma, potremo
chiedere una vagonata di soldi.
Se queste sono le alte argomentazioni che portano i nostri vertici
sindacali a giustificare e motivare l’accordo firmato ... stiamo freschi.
Diciamo pure, senza ritegno, che da persone che si presumono sindacalisti
ci si aspetterebbe di più.
In realtà l’accordo firmato il 29 maggio è proprio un gran bel pasticcio,
l’ennesimo cedimento sindacale alla real politik e la fine, oltremodo
tragica, della concertazione come l’abbiamo conosciuta dal 1990 ad oggi
.... ma al peggio non c’è rimedio. Ricordiamoci che sono ancora aperti i
tavoli sulle pensioni e sui modelli contrattuali.
A questo punto è urgente e necessario che tutto l’impianto sindacale venga
oggi sottoposto a verifica. Una cosa democratica che si faceva nel
sindacato fino a qualche anno fa.
Con quali richieste e paletti si va al confronto su pensioni e modello
contrattuale ? Sappiamo che le segreterie ne hanno discusso ma nessuno nei
luoghi di lavoro ne sa nulla.
Ma siamo sicuri che l’accordo del pubblico impiego, sopratutto sulla
triennalità contrattuale, rappresenti la volontà dei lavoratori ?
Cgil Cisl Uil, invece di parlare alla televisione, di lasciare interviste
pompose sui giornali, abbiano il coraggio (almeno quello professionale) di
sospendere ogni trattativa (su pensioni e modello contrattuale) per andare
a sentire cosa vogliono i lavoratori, ed abbiano il coraggio
(professionale) di sottoporre a referendum l’accordo sul pubblico impiego.
Se non lo fanno (se manca a loro il coraggio professionale) di verificare
con quelli che loro dicono di rappresentare (lavoratori) la loro strategia
e gli accordi che firmano vuole dire che non è i lavoratori che
rappresentano ma qualche cosa d’altro, tipo un governo amico, un percorso
politico o progetti di alleanza con altre sovrastrutture autoreferenziali
come orami sono diventati loro.
E questo vorrebbe dire solo una cosa .... il disastro sindacale.


COORDINAMENTO RSU