Il jihad suadente
- Subject: Il jihad suadente
- From: "Scienza per l'Uomo" <scienzaperluomo at yahoo.it>
- Date: Fri, 11 May 2007 18:28:02 +0200
Il jihad suadente Il ramadanismo, ovvero la dissimulazione islamista che ammalia gli europei I n un forum organizzato dal Nouvel Observateurnel dicembre 2004, a domanda postagli da un lettore: “Sostiene lo smantellamento dell’entità sionista?”, Tariq Ramadan disse: “L’idea di due stati sulla base delle frontiere del 1967 è fondamentale, ma non può essere che una tappa: il traguardo deve essere la convivenza in modo ugualitario in uno stato comune”. Auspicare un solo stato, al posto di Israele e di quello palestinese, significa liquidare lo stato ebraico. Ramadan è un raffinato seduttore, un citatore di filosofi à la page, un metodo vivente. Se parla a un pubblico di miti apologeti, come il Festival della filosofia, discetta di “europeizzazione dell’islam”, è un genio nell’arte di épater le bourgeois. Se ha di fronte una platea di fieri musulmani, la capovolge in islamizzazione dell’Europa. Nei suoi discorsi trovi identità valoriale, presa di coscienza e fiducia nel passato, gergo muscolare e cieli profetici da cui fa passare il messaggio telegenico con cui ha incantato Tony Blair e Salman Rushdie. Beniamino dei movimenti antagonisti, ha ideato un nuovo format: il ramadanismo. Miscuglio di lumi rivisitati e altermondismo, retorica comunitarista e orgoglio religioso, “pudore” femminile e appello alla libertà religiosa, risveglio delle coscienze, pragmatismo e islam come “la soluzione”. Secondo lo studioso Olivier Guitta, è un pericoloso opportunista. E per Lee Smith, “il suo grido di battaglia contro l’occidente è quello di un jihad più silenzioso e mite, ma pur sempre jihad”. Uno come Daniel Pipes, che si è battuto per negare il visto americano a Ramadan, sul New York Sun avanza sette ragioni per interdirlo: il sudanese Hassan al Turabi, legato ad al Qaida, lo chiama il “futuro dell’islam”; la magistratura francese nel 1996 gli negò l’ingresso per legami col terrorismo; il giudice spagnolo Baltasar Garzon nel 1999 lo ha collegato al qaidista Ahmed Brahim; con lui ha studiato Djamel Beghal, che ha progettato un attentato all’ambasciata americana di Parigi; ha definito “interventi” le stragi di Bali e Madrid, costati la vita a quattrocento persone, ed è collegato alla Taqwa Bank, che l’intelligence americana accusa di collusione col jihadismo. “Le prove che abbiamo contro di lui sono schiaccianti” dicono dal Dipartimento di stato. L’esperto di islam Jacques Jomier non ha dubbi: “Ramadan non modernizza l’islam, islamizza la modernità”. “Most dangerous man” Quando fu invitato all’Università di Aosta, Luciano Caveri, presidente ulivista della regione, ne bloccò la visita: “Mio padre è stato ad Auschwitz, dovrei accogliere chi sostiene che Israele va distrutto?”. In un confronto televisivo del 2003 con Ramadan, Nicolas Sarkozy dichiarò che “non si scrive con la razza, ma con la testa. Dire ebreo non è come dire parigino. C’è di mezzo la Shoah”. “Most dangerous man” lo definì Bernard Kouchner. Per Ramadan se un musulmano può sposare una cristiana o un’ebrea, “un’islamica non può sposare un uomo di un’altra religione”. Non ammette il diritto a lasciare l’islam e giustifica la lotta armata (“l’Iraq è colonizzato dagli americani, la resistenza è giusta”). Sostenitore delle piscine separate, invita i musulmani a fuggire un destino di degrado, a frequentare le moschee e portare i simboli dell’homo islamicus. Gli arabi li chiama “fratelli e sorelle”. Ma il musulmano Malek Boutih di Sos Racisme gli ha dato del “fascista”. Il Consiglio francese del culto musulmano si rifiutò di pubblicare la raccolta di fatwe di Yusuf al Qaradawi, in cui invitava a “liberare al Quds” (Gerusalemme). La prefazione era firmata Ramadan. “In pubblico parla di democrazia, nelle cassette distribuite nelle banlieue divulga idee integraliste” dice il tunisino Lafif Lakhdar, su cui pesa una fatwa di Rachid Ghannouchi, amico di Qaradawi e Ramadan. Il Sun, il tabloid più letto d’Inghilterra, commentò così l’annuncio che sarebbe stato consulente. “Bandito negli Stati Uniti per i legami con il terrorismo. Bandito in Francia per i legami con il terrorismo. Benvenuto in Inghilterra alcuni giorni dopo gli attacchi di al Qaida”. Quando Robert Redeker fu colpito dalla fatwa, Ramadan definì il suo articolo “odioso, razzista, orrendo”. A Caroline Fourest, che ha scritto un libro su di lui, ha dato di “agente di Israele”. “Posso non essere d’accordo con loro, ma non si può mandarli via solo per ciò che dicono” ha detto a Torino due anni fa degli imam predicatori di morte. “Diavolo sofisticato” per il filosofo Roger Scruton, nel 1993 Ramadan partecipò al boicottaggio dell’opera di Voltaire “Mahomet ou le fanatisme”. E’ capace di far ridere il pubblico. Dice che “gli occidentali hanno una, due o tre amanti”, non siano quindi così ipocriti da bandire la poligamia. Per chi volesse saperne di più, sintonizzarsi sulla sua tribuna inglese, Shariah Tv, nomen omen. Giulio Meotti |
- Prev by Date: 18 maggio, Terra Futura - RSI, obbligatoria o volontaria? convegno internazionale dedicato alla Responsabilità Sociale di impresa
- Next by Date: Hypocrisy Day
- Previous by thread: 18 maggio, Terra Futura - RSI, obbligatoria o volontaria? convegno internazionale dedicato alla Responsabilità Sociale di impresa
- Next by thread: Hypocrisy Day
- Indice: