UNA CAMPAGNA D’ODIO CONTRO I COBAS



UNA CAMPAGNA D’ODIO CONTRO I COBAS

La maggioranza del gruppo dirigente della Cgil ha dato, durante il suo
ultimo Direttivo Nazionale, un ulteriore, pesante contributo alla campagna
di odio nei confronti dei Cobas, che da un mese si riflette nei media. E’
sbalorditivo come il principale sindacato europeo cerchi di mascherare un
profondo scontro interno, che riguarda le sue prospettive e il suo rapporto
con il governo, additando al pubblico ludibrio i Cobas, etichettati come
“violenti”, che favorirebbero il ritorno degli “anni di piombo”, marchio
che viene impresso a fuoco sugli anni ’70, che per Epifani non
rappresentano più la stagione delle grandi conquiste sindacali, politiche e
sociali dei lavoratori/trici.
Il pretesto è risibile: la ormai celeberrima manchette dei Cobas che
polemizzava aspramente con la Finanziaria e con Damiano, definito “amico
dei padroni”. Ma giudicare “criminalizzante” o “violenta” la definizione di
“amico dei padroni”, la richiesta di dimissioni o addirittura il fare il
nome di un ministro (Epifani ha sostenuto che non si deve polemizzare con
singoli ministri) è assurdo. Nella sua storia la Cgil ha attaccato tante
volte singoli ministri e ne ha chiesto le dimissioni, e “amico dei padroni”
lo ha detto a decine di essi: e, solo per citare l’ultimo caso, la ministra
Moratti è stata oggetto di attacchi incessanti e personalizzati sia dei
Cobas sia della Cgil (“ministra della Confindustria e del Vaticano”).
La verità è che la Cgil si comporta come il nono partito di governo e
tratta alcuni ministri e sottosegretari come se fossero “propri”. E questo
la sta dividendo: l’essersi fatta governo e dover far inghiottire ai
lavoratori la Finanziaria e la continuità della politica liberista, in
vista della fase-due della concertazione (dopo quella disastrosa del
’92-’93) su pensioni, TFR, precarietà e contrattazione, che si aprirà nel
prossimo gennaio.
Intanto, con Cisl e Uil, la Cgil firma l’avviso comune sui call center e
appoggia le norme della Finanziaria che perpetuano la precarietà,
condonando l’evasione contributiva dei padroni; sigla il memorandum con
Conf industria e governo che incanala la futura trattativa sulla previdenza
verso l’elevamento dell’età pensionabile e la diminuzione delle pensioni;
sponsorizza l’anticipo all’1/1/2007 dello scippo del TFR e la truffa del
silenzio/assenso.
Questa verità si sta facendo strada tra larghe fasce di lavoratori/trici e
la Cgil non sopporta di aver a sinistra una organizzazione che dice come
stanno le cose su Finanziaria, contratti, pensioni, TFR. E dunque, invece
di restare sul terreno del conflitto politico, seppur aspro, il gruppo
dirigente della Cgil, come aveva già fatto il ministro Damiano   paventando
addirittura un allucinante parallelo con l’uccisione di Biagi, ci descrive
come “violenti” che creano un clima favorevole all’aggressione verbale e
fisica degli avversari. Da un mese tale è l’accusa che ci viene rivolta su
quasi tutta la stampa senza che ci si permetta di replicare.
Questa è la vera campagna di odio che cerca di crearci intorno un’aura da
“pericoli pubblici”, che potrebbe farci divenire oggetto di repressione o
di violenza. Ma le nostre ragioni sono più forti della criminalizzazione,
della concertazione e della gabbia del governo “amico”.


CONFEDERAZIONE COBAS
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