Teheran (AsiaNews) – Il regime iraniano intensifica le misure per
separare uomini e donne nei luoghi pubblici, come uffici statali,
università, scuole, ospedali e persino nei parchi. L’ultima
iniziativa è quella intrapresa da Akbar Abbasi Malesi, capo
dell’Amministrazione e finanze dell’Organizzazione per le politiche
sociali: ha inviato un memorandum ufficiale ai direttori regionali
dell’Organizzazione in tutto il Paese per istruirli su come accelerare “la
segregazione sessuale sui posti di lavoro al fine di preservare la cultura
islamica”. La denuncia arriva dalla Resistenza iraniana all’estero, una
coalizione di organizzazioni e personalità democratiche emigrate
dall’Iran.
Allo stesso tempo il quotidiano governativo Khorrasan, ha
riferito del progetto di istituire cliniche solo femminili. Secondo fonti
del Ministero iraniano della Salute, “il dicastero ha deliberato a favore
della costruzione di ospedali elusivamente femminili ancor prima che il
progetto fosse approvato dagli altri ministri”.
Dal canto suo Mohammad Mohammadian, il rappresentante della Guida
suprema Ali Khamenei nelle Università, ha detto che “gli istituti
d’istruzione superiore hanno acconsentito all’installazione di telecamere
a circuito chiuso, entrate e uscite separate per uomini e donne e al
divieto di tenere campi estivi misti”. Alle ultime direttive vanno
aggiunti gli strumenti già in uso dal regime, tra cui l’Ufficio
anti-vizio, la forza paramilitare Basij, le pattuglie della castità.
Sul suo sito web la Resistenza condanna le “misogine politiche dei
mullah”, con le quali Teheran “cerca barbaramente di reprimere quella
parte di società, che potrebbe alimentare la ribellione al regime”. Le
donne, insieme ai giovani, sono l’elemento più attivo della società
iraniana. Decine le associazioni e le riviste femminili che, mentre si
battono per l’abolizione di leggi che le discriminano, sono un potente
elemento di innovazione per tutto il
Paese. |