RU486



ricevuto, inoltrato per informazione 

 Associazione Partenia     

 

              

 http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=10663

 Iter di registrazione centralizzata a livello europeo della pillola RU486

 02-10-2006

 

Mentre in Italia tra sospensione della sperimentazione, inchiesta della procura, interventi contro l’aborto ci si trova nell’abituale fase di stallo, nel mese di ottobre 2006 si dovrebbe concludere la procedura di registrazione centralizzata a livello europeo della pillola RU486, avanzata dall’azienda produttrice Exelgyn.Con tale registrazione centralizzata a livello europeo, l’Italia per un complesso intreccio di norme e disposizioni non potrebbe sottrarsi all’immissione in commercio.Infatti la procedura europea di mutuo riconoscimento di un farmaco richiede alle autorità italiane solamente un confronto puramente scientifico con gli altri Paesi membri e con le competenti autorità comunitarie, senza dare spazio ad argomentazioni ideologiche che hanno prodotto in Italia un inqualificabile stallo.Commercializzata in 21 Paesi europei, con una ventina d’anni di dimostrazioni della sua efficacia e della sua sicurezza cliniche, approvata nel 2000 persino dalla severa The Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti (e nonostante la potente pressione dei gruppi antiabortisti con qualche cadavere di ginecologo abortista), inserita nella lista dei farmaci essenziali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Italia è per davvero priva di argomentazioni medico-scientifiche, per cui non ha nessuna possibilità di opporvisi. In effetti sarà proprio l’introduzione della pillola RU486 nella Farmacopea Ufficiale Italiana che farà risaltare l’iter burocratico-amministrativo previsto dalle procedure della legge 194/1978 (la pausa di riflessione dei sette giorni allunga i tempi, in quanto l’aborto farmacologico è utilizzabile nelle prime settimane di gravidanza). Quindi per la concreta utilizzazione di tale farmaco occorrerà per forza fare i conti con l’assetto normativo della legge 194/1978, del tutto inadeguato per fare spazio all’uso clinico della pillola RU486. E le donne italiane, a differenza delle altre donne europee, incontreranno non poche difficoltà a causa di una legge che non favorisce il valido e pieno utilizzo di tale importante acquisizione per la salute e l’autodeterminazione della donna.

                                                                                                                                Maurizio Mottola