I grandi servizi pubblici non possono essere privatizzati. Documento da inviare e diffondere se condiviso



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
                il Movimento ha preparato questo intervento contro la privatizzazione dei grandi servizi nazionali che non possono diventare strumento di profitto; per il quale chiede il vostro aiuto. Il documento può essere inviato da ognuno come proprio, anche modificandolo.
Gl'indirizzi:

Premier Romano Prodi, Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma

urpdie at governo.it

AttuazionedelProgramma, Giulio Santagata, Largo Chigi 19, 00187 Roma,  
programma at governo.it

Esteri, Massimo D’Alema, Piazzale della Farnesina 1, 00194 Roma, 06-36911, cdr at esteri.it

Pres. Fausto Bertinotti, Palazzo di Montecitorio, 00100 Roma, bertinotti_f at camera.it

Segr. Guglielmo Epifani,CGIL, Corso d'Italia 25, 00198 Roma, info at cgil.it

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

Al Governo di Romano Prodi, a Giulio Santagata

Al Ministro Massimo D’Alema

Al Presidente Fausto Bertinotti

Al Segretario della CGIL Guglielmo Epifani

 

I grandi servizi pubblici non devono essere privatizzati

 

Perché il privato li assume come fonte di profitto, mentre il loro scopo non è il profitto ma il benessere dei cittadini, che richiede la disponibilità alla spesa e alla perdita; non sono imprese come le altre, aperte al libero mercato, ma sono prestazioni della comunità a tutti i suoi membri; sono certo una forma di produzione di ricchezza, ma sono insieme una forma di ridistribuzione della ricchezza comune. Questo dev’essere detto chiaro a tutti i fanatici del libero mercato, anche in sede europea.

 

L’Italia ha avuto alcuni casi recenti in cui la privatizzazione si è rivelata negativa.

Il caso Autostrade d’Italia, che ha privatizzato una vasta rete autostradale; dove i nuovi padroni  Benetton, hanno riscosso i profitti ma non hanno fatto gli investimenti cui erano tenuti; e poi, a un certo momento, se ne sono sbarazzati, cedendole alla spagnola Abertis. Cosicché neppure le nostre strade non saranno più nostre. Riteniamo che, essendo essi inadempienti, la concessione debba esser revocata.

Il caso Telecom, dove i servizi telefonici nazionali sono stati ceduti a soggetti che non erano in grado di acquistarli se non attraverso l’indebitamento; ed erano quindi costretti poi a demolirli, rivendendo parti importanti del loro patrimonio, quindi impoverendoli. E si apprestano ora a cedere la telefonia mobile, con l’assurda conseguenza che un paese che ne ha la più alta concentrazione, non ne avrebbe alcun possesso né gestione.

Questi presunti acquirenti sono dei demolitori del patrimonio produttivo italiano; demolizione che dev’essere urgentemente fermata, altrimenti l’Italia continuerà ad impoverirsi. Su questo punto la Francia ha dimostrato la più grande decisione e, dopo siffatte esperienze, merita di essere seguita.

 

Il Ministro D’Alema insiste per privatizzare la RAI, non comprendendo che oltre che grande servizio nazionale, la RAI è un servizio mediatico che ha un’importanza capitale per la formazione o deformazione dei cittadini. Il Movimento, nell’ambito della programmazione dell’Unione, ha presentato a suo tempo un progetto; di cui allega copia al Ministro. La RAI deve restare un grande servizio pubblico, ma dev’essere profondamente trasformata.

 

Il Movimento pensa che il Governa debba fare un particolare sforzo per raddrizzare il sistema italiano di produzione, che si trova in una difficile fase. L’Italia è certo un partner dell’Europa, ma dev’essere un partner forte, che dà un forte contributo all’Unione Europea; non un partner debole a suo carico.

 

Lecce, settembre 2006

                                                                    Per il Movimento, il responsabile

                                                                            Prof. Arrigo Colombo   

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

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