Cina: memorandum di Amnesty International su Olimpiadi e diritti umani



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COMUNICATO STAMPA
CS103-2006

CINA: MEMORANDUM DI AMNESTY INTERNATIONAL SU OLIMPIADI E DIRITTI UMANI

'Assegnando a Pechino i Giochi, aiuterete lo sviluppo dei diritti umani'
Kiu Jingmin, vicepresidente del comitato per le Olimpiadi a Pechino,
aprile 2001


A 687 giorni dall'inizio delle Olimpiadi di Pechino, il governo cinese
deve agire velocemente se vuole mantenere la promessa fatta di fronte al
Comitato olimpico internazionale (Cio) di migliorare la situazione dei
diritti umani in vista dei Giochi del 2008.

Nella sua ultima analisi sui diritti umani in quattro settori-chiave,
Amnesty International ha registrato una situazione complessivamente
negativa: ad alcuni miglioramenti in tema di pena di morte si contrappone
un peggioramento in altri contesti.

'Le gravi violazioni dei diritti umani che vengono registrate ogni giorno
in tutto il paese sfidano apertamente le promesse fatte dal governo cinese
al momento dell'assegnazione delle Olimpiadi' - ha dichiarato Paolo
Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. 'Gli
attivisti e le attiviste per i diritti umani, tra cui coloro che difendono
i diritti delle persone sfrattate per consentire la costruzione dei siti
olimpici, vengono minacciati e imprigionati. Migliaia di persone vengono
messe a morte ogni anno, al termine di processi iniqui, per reati quali
frode fiscale e contrabbando'.

'Nell'ultimo anno la repressione nei confronti dei giornalisti e degli
utenti di internet si e' intensificata e di fronte a questa situazione la
promessa del governo di 'rendere effettiva la liberta' di stampa' suona
ridicola' - ha proseguito Pobbiati. 'La situazione dei diritti umani si
pone del tutto in contrasto con le piu' elementari interpretazioni dello
spirito olimpico, che pone al suo centro 'il mantenimento della dignita'
umana''.

Amnesty International ha trasmesso le proprie informazioni al Cio, che
aveva affermato che avrebbe agito 'se gli impegni della Cina in materia di
diritti umani non fossero stati tradotti in realta''. L'organizzazione
chiede al Cio di usare la propria influenza nei confronti delle autorita'
cinesi e di intervenire a nome di vittime delle violazioni dei diritti
umani come Ye Guozhu.

Ye Guozhu, un abitante di Pechino, e' stato sfrattato quando la sua
abitazione e' risultata al centro di un progetto di sviluppo dei siti
olimpici. Nel dicembre 2004 ha chiesto l'autorizzazione a convocare una
manifestazione di sfrattati e, per questo motivo, e' stato condannato a
quattro anni. E' stato torturato nel corso della detenzione, sospeso a
testa in giu' dal soffitto e picchiato con un manganello elettrico.
Amnesty International lo ha adottato come prigioniero di coscienza.

Oltre a eseguire numerosi sfratti, le autorita' municipali di Pechino
hanno deciso, per migliorare l'immagine della citta' in vista delle
Olimpiadi, di estendere l'applicazione della 'rieducazione attraverso il
lavoro' - una forma di detenzione senza atto d'accusa - ai responsabili di
'volantinaggio o pubblicita' illegale, conduzione di taxi o di imprese
commerciali senza licenza, vagabondaggio e accattonaggio'.

'Stadi luccicanti ed esibizioni spettacolari saranno un fatto privo di
senso se i giornalisti e gli attivisti per i diritti umani non saranno
liberi di parlare, se la gente verra' torturata in prigione e se il
governo continuera' a mantenere il segreto sulle migliaia di persone che
mette a morte' - ha commentato Pobbiati. 'Amnesty International chiede
alle autorita' di Pechino di dare seguito alle proprie promesse di
migliorare la situazione dei diritti umani, in modo che nell'agosto del
2008 la popolazione cinese potra' essere fiera sotto ogni aspetto di cio'
che il suo paese mostrera' al mondo'.

Informazioni sulla situazione dei diritti umani in quattro settori-chiave:

Pena di morte
* Continua a essere applicata per 68 reati, tra cui reati di droga e frode
fiscale. Secondo fonti accademiche cinesi, dalle 8000 alle 10.000 persone
vengono messe a morte ogni anno.
* Nessun condannato a morte riceve un processo equo: non vi e' presunzione
d'innocenza, le prove vengono estorte sotto tortura e non e' consentito
pieno e rapido accesso alla difesa.
* La diffusa pratica dell'espianto di organi dai prigionieri messi a morte
non e' stata intaccata dalle nuove disposizioni in vigore dal luglio 2006,
che riguardano l'espianto da donatori ancora in vita.
* L'unico sviluppo positivo e' stata la decisione della Corte suprema del
popolo di attribuirsi nuovamente il potere della revisione finale e
dell'approvazione di tutte le esecuzioni: cio' dovrebbe portare a una
riduzione delle condanne a morte.
* Amnesty International chiede al governo di aumentare la trasparenza
pubblicando dati completi a livello nazionale sulle condanne a morte e
sulle esecuzioni come primo passo verso la completa abolizione.

Processi equi, tortura e detenzione senza accusa ('detenzione
amministrativa')
* Si stima che centinaia di migliaia di persone si trovino in strutture
per la 'rieducazione attraverso il lavoro' o siano sottoposte ad altre
forme di detenzione senza atto d'accusa su tutto il territorio cinese.
* La polizia ha poteri illimitati di imporre sentenze fino a tre anni per
'reati minori'.
* Le persone sottoposte a queste forme di detenzione vanno frequentemente
incontro alla tortura e ai maltrattamenti, soprattutto se mostrano
resistenza al tentativo di 'riformarle'.
* Amnesty International chiede l'abolizione della 'rieducazione attraverso
il lavoro' e delle altre forme di 'detenzione amministrativa'.

Attivisti e difensori dei diritti umani
* La popolazione sceglie sempre piu' spesso di protestare in pubblico:
secondo dati governativi, nel 2005 le proteste, le manifestazioni e altre
forme di 'disturbo all'ordine pubblico' sono state 87.000, contro le
74.000 del 2004. Gli attivisti, tra cui avvocati e giornalisti, incontrano
forti ostacoli nel tentativo di attirare l'attenzione sugli abusi di
potere e sovente vengono minacciati, arrestati in modo arbitrario e
torturati.
* Le disposizioni entrate in vigore nel maggio 2006 in materia di
attivita' legale rafforzano i controlli ufficiali e tendono a dissuadere
gli avvocati a rappresentare vittime di violazioni dei diritti umani.
* Amnesty International chiede al governo di modificare le formulazioni,
estremamente vaghe, contenute nel codice penale quali 'diffusione di
segreti di Stato all'estero' e 'sovversione dei poteri dello Stato',
spesso usate per sopprimere legittime attivita' in favore dei diritti
umani.

Liberta' di stampa
* I siti internet di centinaia di organizzazioni internazionali rimangono
bloccati dalle autorita' cinesi, mentre negli anni scorsi sono stati
chiusi numerosi siti locali.
* Secondo l'Associazione della stampa estera di Pechino, negli ultimi due
anni, la polizia ha arrestato giornalisti stranieri in almeno 38
occasioni.
* Le autorita' hanno intensificato il controllo sui media cinesi,
chiudendo pubblicazioni come Bingdian ('Punto di congelamento') e facendo
perdere il lavoro a giornalisti critici nei confronti del governo.
* Amnesty International chiede al governo di rilasciare tutti i
giornalisti detenuti solo per lo svolgimento legittimo della loro
professione e di assicurare che i giornalisti stranieri e cinesi siano in
grado di lavorare su questioni di pubblico interesse senza subire censura.

Ulteriori informazioni

Il presidente del Cio, Jacques Rogge, fa costante riferimento agli impegni
della Cina in materia di diritti umani quando risponde in pubblico a
domande sulle Olimpiadi a Pechino. Nel corso del programma Hardtalk,
trasmesso dalla Bbc nell'aprile 2002, promise di agire se la situazione
dei diritti umani in Cina non sarebbe migliorata come da lui auspicato.

L'analisi di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani in
Cina sara' disponibile on line, a partire dal 21 settembre, all'indirizzo:
http://web.amnesty.org/library/index/engasa170462006

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it




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