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«Traditori dell'islam». Moderati in pericolo
- Subject: «Traditori dell'islam». Moderati in pericolo
- From: "associazione Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
- Date: Thu, 11 May 2006 12:51:10 +0200
«Traditori dell’islam». Moderati
in pericolo
All'origine dei massacri dei musulmani in Algeria, Iraq, Egitto, Arabia Saudita e Marocco c'è la condanna di apostasia inflitta dai terroristi islamici. Ebbene oggi ciò avviene anche in Italia. Senza che ci rendiamo conto che è l'inizio di una catastrofe preannunciata. La denuncia dei musulmani, arbitrariamente apostatati, viene valutata in una dimensione individuale, talvolta in modosuperficiale e fuorviante, senza cogliere la realtà di un fenomeno eversivo che sta mettendo radici nel nostro Paese. Il 7 maggio Souad Sbai, presidente della Confederazione delle associazioni della comunità marocchina in Italia, si è sentita dare dell'apostata meritevole della condanna a morte tramite decapitazione, con una serie di e-mail spedite dall'indirizzo h.akrane at virgilio.it, che risulta essere del marocchino Hassan Akrane, residente a Bologna. In un italiano approssimativo misto all'arabo, si legge: «Tu non hai niente da fare con l'islam, sai niente del fiqh (giurisprudenza islamica, ndr), hai capelli scoperti, davanti Allah la donna che non copre la testa viene mouallaka (appesa) dai capelli (...) Allah ti punirà per tutto il male che fai alla gente». In un altro messaggio, inviato in copia anche a dei
giornalisti, la Sbai viene accusata di essere una cristiana, quindi
un'apostata: «Tu sei una donna molto cattiva, nella vita non hai ancora capito
niente, mettiti a pregare Allah, è molto meglio, lasci il lavoro degli uomini
agli uomini (...) sei uscita allo scoperto da sola come una massihia (cristiana,
ndr)». Ieri a Saluzzo un altro marocchino, Mostafa Kordoni, custode della
discarica di Busca e presidente dell' Associazione dei marocchini, è stato
direttamente minacciato di morte da un gruppo di estremisti islamici che
l'avevano già aggredito verbalmente e fisicamente. Il fatto era stato denunciato
da Francesca Paci sulla Stampa del 9 maggio. È accusato di essere un «traditore
dell'islam», di aver fatto la spia della Digos e di aver consentito l'espulsione
dall'Italia del connazionale Roudouan Serhame, che lo scorso dicembre teneva
nell'abitazione a Torino i materiali necessari per costruire una bomba.
«Arriveranno direttamente dal Marocco apposta per ammazzarti. La pagherai per
quello che hai fatto», è il messaggio che gli è stato recapitato ieri. Kordoni
si è difeso: «Io non sono una spia. Ma sono contro il terrorismo. Se succedesse
qualcosa in Italia, tutti noi immigrati ne pagheremmo le conseguenze.
Io non ho paura. Se vogliono uccidermi che vengano
pure». Più in generale l'Europa è piena di tribunali dell'inquisizione
islamica che proferiscono sentenze di morte senza che ci sia un'adeguata
percezione della gravità del fenomeno. Pierre Akel, che da Parigi gestisce il
sito dei liberali arabi Middle East Transparent (www.metransparent.com), dopo
aver dato la sua disponibilità a farsi intervistare negli scorsi giorni dalla
trasmissione Orient Express International, si è scusato: «Due dei nostri
collaboratori sono stati condannati di apostasia e rischiano la morte. È meglio
far calmare le acque». Uno dei due è addirittura un teologo islamico, lo sheikh
Nehru Tantawi, che è stato denunciato come apostata da un altro teologo, lo
sheikh Abdel Mohsen Al Abikan, sulle pagine del quotidiano Asharq Al Awsat del 4
maggio, perché avrebbe negato che la Sunna, i detti e i fatti attribuiti a
Maometto, debbano essere considerati una fonte della legge islamica insieme al
Corano. Pensate che la fatwa, il responso islamico, che legittimò il massacro
indiscriminato della popolazione algerina, culminato nella strage di oltre 150
mila persone, fu emanata da Abu Qatada, un predicatore d'odio rifugiato a
Londra. Proprio in questi giorni si sta dibattendo in tribunale sulla sua
espulsione in Giordania. I suoi avvocati si oppongono perché lamentano che nel
suo Paese natale rischierebbe la tortura.Unoche ha sulla coscienza 150 mila
morti!Èevidente che noi non abbiamo imparato quella lezione. Sennò non staremmo
con le mani conserte mentre altri predicatori d'odio si apprestano a far
scorrere il sangue di altri musulmani, cittadini o residenti in Europa.
Magdi Allam 11
maggio 2006 |
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