Hugo scheda tutti (lui compreso) in un cd che va a ruba, la lista Maisanta



Hugo scheda tutti (lui compreso) in un cd che va a ruba, la lista Maisanta
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SCHEDA DI CHAVEZ

Caracas. "Cédula 4.258.228. Nombre Chávez Frías Hugo Rafael. Fecha/Nac
28/07/1954. Edad 52. Contra Oposición si. Opositor no. Abstención no. Firma
Válida no. Firma Rechazada no. Misión Rivas no. Vuelvan Caras no. Otras
misiones no. Dirección Caracas Miraflores Miraflores Urdaneta Alacio de
Miraflore. Tel. 4791158. Centro Votación 82 Col Univ Francisco de Miranda".

Questa scheda altro non è che la
raccolta dei dati sensibili del presidente
della Repubblica bolivariana
del Venezuela. E' noto il numero della
sua carta d'identità, il suo indirizzo, il
suo telefono, la sua data di nascita e
l'età, dove e se ha voltato per il referendum
revocatorio contro il presidente,
se ha firmato il referendum contro i
deputati dell'opposizione, se, avendo
firmato l'altro referendum revocatorio
contro il presidente, debba essere considerato
o no un oppositore, se la firma
"oppositrice" da lui data abbia riguardato
la prima raccolta poi annullata o
la seconda poi convalidata, se abbia
partecipato a qualcuna delle "missioni"
assistenziali del regime.
Per ottenere queste informazioni
non c'è stato bisogno di infilarsi nottetempo
nel palazzo presidenziale, né
dell'intervento di un haker, né di qualche
amico alla Cia. E' peggio. I dati sensibili
e l'orientamento politico di
12.394.109 cittadini venezuelani sono
contenuti in un cd venduto per strada
dai "buhoneros", ambulanti informali.
Non si sa se a passarlo sia stata l'opposizione
per denunciare, il governo per
minacciare o qualche funzionario corrotto
per guadagnare.
Su questo cd c'è la cosidetta "Lista
Maisanta", che è una forma dialettale
di "Madre Santa", il "nome d'arte", per
così dire, del signor Pedro Pérez Delgado,
bisnonno di Chávez per parte di
madre, e celebre capobanda dei Llanos
venezuelani di inizio Novecento.
Andava all'assalto agitando una bandiera
nera da pirata con teschio e tibie
e gridando appunto "¡Mai Santa!". Di
lui il presidente narra che "quando
ero un bambino mi dicevano che ero
discendente di un assassino". Né gli
studiosi vicini a Chávez né quelli a lui
ostili sono riusciti a capire se il terribile
Maisanta fosse un volgare delinquente
o il guerrigliero Robin Hood
che oggi il suo nipote pretende di essere:
le fonti - soprattutto orali - disponibili
sono scarse. "Comando Maisanta",
comunque, in onore di contanto parente,
è stato chiamato il coordinamento
delle Unidad de batalla electoral chaviste,
note come Ube o Patrullas.
La Lista Maisanta è lo sviluppo della
Lista Tascón, che pure era finita su
Internet, e in cui erano schedati tutti
coloro che avevano firmato il referendum
contro Chávez. "Mi sono laureata
col massimo dei voti e stavo per essere
assunta come professoressa, ma hanno
visto che stavo nella lista e mi hanno
cacciata - ci dice una ragazza - C'era
una suora che aveva un istituto con 300
bambini e che stava cercando di comprare
latte al Mercal", uno degli spacci
a prezzi politici stabiliti dal governo
nelle zone povere, e in cui peraltro, come
accadeva nei negozi del socialismo
reale, può capitare di dover fare file interminabili
per poi scoprire che è finito
tutto. "Hanno visto che stava sulla lista
e le hanno detto: ci dispiace sorella,
ma per lei niente latte", racconta
una signora. "Avevo raggiunto un accordo
col governo per un appalto e mi
hanno chiesto chi volevo assumere.
Hanno controllato e mi hanno restituito
il foglio con un po' di nomi cancellati
spiegandomi: questi stanno nella lista",
spiega un imprenditore.
Ci sono state evidenti proteste per
questo "regime di apartheid", e allora
l'elenco è stato trasformato. Ora ci
stanno tutti, governativi, oppositori e
non schierati. Gli unici al riparo sono
quelli che alle liste elettorali non si sono
proprio iscritti (in Venezuela, come
negli Stati Uniti, non c'è un invio automatico
dei certificati elettorali, bisogna
andarsi a registrare). Lo spirito
della nuova lista resta di discriminazione
contro gli antichavisti. Dopo aver
ottenuto i dati personali attraverso la
"cédula" si può risalire a tutto il suo
seggio di votazione e, attraverso un motore
di ricerca, si ottiene l'elenco dei
"patriotas", quelli che hanno firmato
contro l'opposizione. A quel punto salta
fuori qualcuno che risulta aver firmato
anche contro il presidente e, cliccandoci
sopra, si torna alla scheda personale,
sovrapposta da una nota imperiosa:
"Alerta. Revisar a fondo". Fate
controlli più accurati, forse ci sta prendendo
in giro.
I dipendenti pubblici sono licenziati
non appena mostrano il minimo segnale
di non allineamento: tra i chavisti
dichiarati, molti, in privato, ne dicono
di tutti i colori contro il presidente.
Sono questi i chavisti cui si deve il milione
di voti non espressi alle ultime
votazioni, in cui si si è recato al seggio
soltanto il 23 per cento degli aventi diritto.
C'è chi pensa che sia stato proprio
uno di questi "infiltrati" a passare
ai "buhoneros" il cd con la Lista, per
far scoppiare lo scandalo. Ma c'è pure
chi pensa che si tratti di un'intimadazione
voluta dal regime per far sapere
ai venezuelani che sono tutti schedati.
E c'è chi dice semplicemente che, nel
clima di corruzione generale, qualche
funzionario ha fiutato il business e ha
piratato il dischetto per farci un po' di
soldi. In effetti, va a ruba. (ms)

	

	
		
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