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Hirsi Ali s'appella ai dissidenti dell'islam e rivendica il diritto di offendere
- Subject: Hirsi Ali s'appella ai dissidenti dell'islam e rivendica il diritto di offendere
- From: "associazione Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
- Date: Sun, 26 Feb 2006 02:47:23 +0100
Hirsi Ali s'appella ai dissidenti dell'islam e rivendica il diritto di offendere
www.ilfoglio.it Pubblichiamo il discorso che la deputata olandese, Ayaan Hirsi Ali, l'amicacollega del regista assassinato Theo van Gogh, ha tenuto il 9 febbraio a Berlino. Sono qui per difendere il diritto di offendere. Sono convinta che quella vulnerabile impresa chiamata democrazia non possa essere realizzata senza la libertà d'espressione, in particolare sui media. I giornalisti occidentali non possono rinunciare a questa libertà, che in altre aree del pianeta è negata. Il Jyllands Posten ha fatto una scelta giusta pubblicando le vignette su Maometto ed è stato altrettanto giusto ripubblicarle su altri giornali di tutta Europa. Ripercorriamo la storia di questa vicenda. L'autore di un libro per bambini sul profeta Maometto non riusciva a trovare un illustratore, perché tutti si autocensuravano per paura di subire la violenta vendetta dei musulmani, secondo i quali nessuno ha il permesso di raffigurare il profeta. I giornalisti del Jyllands Posten decisero di indagare più a fondo, ritenendo giustamente che una simile autocensura aveva conseguenze di grande portata per la democrazia. Come giornalisti, avevano il dovere di pubblicare le vignette su Maometto. (.) Sono convinta che il primo ministro danese Anders Fogh Rasmussen abbia agito giustamente quando ha rifiutato di incontrare i rappresentanti dei regimi tirannici che gli chiedevano di limitare la libertà di stampa. (.) E' un esempio per gli altri leader europei. Vorrei che il mio primo ministro avesse lo stesso fegato di Rasmussen. Vergogna a tutte le aziende europee con filiali in medio oriente che hanno detto "non siamo danesi" e "non vendiamo prodotti danesi". Questa è pura codardia. Il cioccolato della Nestlé non avrà più lo stesso gusto, vero? Gli stati membri dell'Unione europea dovrebbero risarcire il danno che le aziende danesi hanno subito per colpa del boicottaggio. La libertà di parola non si ottiene gratis. Vale la pena spendere qualche milione di euro per difenderla (.). La condanna di Rushdie Quale vantaggio ha portato la pubblicazione delle vignette? Ecco: ha dimostrato che esiste una diffusa paura tra autori, registi, vignettisti e giornalisti che vorrebbero descrivere, analizzare o criticare gli aspetti intolleranti dell'islam che si sono diffusi a macchia d'olio in tutta l'Europa. Ha rivelato la presenza in Europa di una significativa minoranza che non comprende e che non è disposta ad accettare i principi e i meccanismi della democrazia liberale. Queste persone, molte delle quali hanno la cittadinanza europea, hanno fatto numerosi proclami in favore della censura, del boicottaggio, della violenza e di leggi per proibire l'"islamofobia". Le vignette hanno dimostrato che vi sono paesi pronti a violare le regole della diplomazia per ragioni di opportunità politica. Governi dispotici e malvagi come quello dell'Arabia Saudita inscenano falsi movimenti "popolari" per boicottare il latte e lo yogurt danesi, mentre cercano di reprimere senza pietà qualsiasi movimento popolare che richieda il diritto di voto. Oggi sono qui per difendere il diritto di offendere, nel rispetto dei limiti imposti dalla legge. Perché Berlino? Perché proprio io? Berlino è una città con una storia caratterizzata da numerose sfide ideologiche sferrate contro la società aperta. Questa è la città dove un muro ha tenuto un intero popolo chiuso dentro i confini dello stato comunista (.). Qui i dissidenti fuggiti dall'est hanno potuto scrivere romanzi, girare film, disegnare vignette e usare la propria creatività per convincere una parte del mondo occidentale che il comunismo era tutt'altra cosa che il paradiso sulla terra. (.) Quella battaglia è stata vinta. Oggi la società aperta è minacciata dall'islamismo fondato da Maometto, un uomo vissuto nel settimo secolo della nostra era e considerato un profeta. Molti musulmani sono persone del tutto pacifiche e niente affatto fanatiche. Per quel che mi riguarda, hanno tutto il diritto di essere fedeli alle proprie convinzioni. Ma all'interno dell'islam c'è un movimento estremista che rifiuta le libertà democratiche e vuole distruggerle. Gli islamisti cercano di convincere gli altri musulmani che il loro stile di vita è il più giusto. Ma quando cercano di esporre i difetti negli insegnamenti di Maometto gli oppositori dell'islamismo sono accusati di essere offensivi, blasfemi, irresponsabili o addirittura islamofobi e razzisti. (.) Si tratta di un conflitto di idee che trascende i confini e le razze. Perché io? Sono una dissidente, come i berlinesi che abitavano nella parte orientale della città e che fuggirono in occidente. Anch'io sono fuggita in occidente. Sono nata in Somalia e sono cresciuta in Arabia Saudita e in Kenya. Per molto tempo sono rimasta fedele ai principi guida stabiliti dal profeta. Come le migliaia di persone che hanno dimostrato contro le vignette danesi, ritenevo che Maometto fosse perfetto, la sola fonte e, anzi, il solo criterio di giudizio fra il bene e il male. Nel 1989, quando condannò a morte Salman Rushdie per avere offeso il profeta, ritenni che Khomeini avesse fatto bene. Ora non più. Penso che il profeta abbia sbagliato nel porre se stesso e le proprie idee al di sopra di ogni critica. Penso che il profeta abbia sbagliato nel subordinare le donne agli uomini. Penso che il profeta abbia sbagliato nel decretare che gli omosessuali devono essere uccisi. Il profeta ha sbagliato a dire che gli apostati devono essere uccisi, che le adultere devono essere lapidate e che le mani dei ladri devono essere tagliate. Ha sbagliato a dire che coloro che muoiono per la causa di Allah saranno ricompensati con il paradiso. Ha sbagliato a dire che una società giusta poteva essere costruita soltanto a partire dalle sue idee. Il profeta ha detto e fatto cose molto buone. Ha incoraggiato gli altri alla carità. Ma bisogna riconoscere che era anche irrispettoso e insensibile nei confronti di coloro che non erano d'accordo con lui. Penso che sia giusto girare film e pubblicare vignette critiche su Maometto (.). Non bisogna sottomettersi Non intendo offendere il sentimento religioso, ma neppure sottomettermi alla tirannia. Esigere che le persone che non accettano gli insegnamenti di Maometto si astengano dal raffigurarlo non è una richiesta di rispetto, ma un ordine di sottomissione. Non sono l'unica dissidente dell'islam. Qui in occidente ci sono molte persone come me. (.) Altre sono a Teheran, Doha, Riad, Amman, Il Cairo, Khartum, Mogadiscio, Lahore e Kabul. (.) Ci rifiutiamo di lasciarci trascinare in una frenesia di violenza collettiva. Come numero siamo ancora troppo pochi e troppo dispersi per costitutire alcunché di collettivo. (.) Gli avversari useranno la forza per chiuderci la bocca. Ricorreranno a ogni tipo di manipolazioni e diranno di essere stati mortalmente offesi. Diranno che noi siamo deboli di mente e che non bisogna prenderci sul serio. Anche i difensori del comunismo hanno usato questi metodi. Berlino è la città dell'ottimismo: qui il comunismo è fallito e il muro è stato abbattuto. (.) Sono ottimista e confido che un giorno sarà abbattuto anche quel muro virtuale che separa i sostenitori della libertà da coloro che soccombono alla seduzione e alla apparente sicurezza delle idee totalitaristiche.(traduzione di Aldo Piccato)
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