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La disinformazione formato Maurizio Blondet
- Subject: La disinformazione formato Maurizio Blondet
- From: Marco Trotta <matro at bbs.olografix.org>
- Date: Sat, 18 Feb 2006 15:20:13 +0100
Salve a tutt*, associazione Amici di Lazzaro, Sabato, 18 febbraio 2006 ore 12:27:00 +0100 ha scritto a tutt* in "Chi c'è dietro i no-global?" >Interessante, discorso da approfondire. Anche se il discorso >sulla "sinistra" è un po' generico e semplicistico... Perché, il resto è documentato e autorevole? 1) No global è un termine che usa solo la stampa italiana. Storicamente il termine nasce nel 2001 per le proteste contro il "Global Forum" di Napoli, quelle che hanno inaugurato il modello repressivo applicato anche a Genova. Le manifestazioni, come d'uso in quel momento per un movimento transnazionale partito da Seattle *due* anni prima, si chiamavano NO (sigla dell'agenzia contestata). Quindi "No Global" Per una ricostruzione autorevole dei fatti consiglio di leggere cosa scrisse all'epoca Carlo Gubitosa http://lists.peacelink.it/pcknews/msg00299.html invitato al vertice ufficiale 2) Il Genoa Social Forum nasce, invece, dal Forum Sociale di Porto Alegre. Che Blondet non lo sappia è ovvio. Al primo incontro ci andarono solo i movimenti, la stampa era al "World Global Forum" di Davos, dall'altra parte del mondo. Era la seconda fase del movimento, trovarsi con la società civile del sud del mondo per costuire materialmente l'alternativa dopo aver contestato chi aveva contribuito al sfruttamento e alla mercificazione che sono sotto gli occhi di tutt*. Da una parte i "Global" dall'altra i Social. Da una parte l'incontro di culture, dall'altra Bush che fa le conferenze a cavallo di un missile di quelli che avrebbe usato da lì a breve in Iraq. Il fantomatico articolo del WSJ citato da Blondet, se esiste e sostiene davvero quelle cose, comincia con questa premessa. la qualità del resto segue di conseguenza. Per questo motivo, cercando su google, si scopre che è così citato in una serie di siti dell'oltranzismo clericale e di destra. 3) Su Genova, inoltre, la verità sta uscendo fuori dal lavoro dei tribunali. Dove l'unica violenza organizzata evidente è quella delle forze dell'ordine italiane in piazza, alla diaz e a bolzaneto. https://supportolegale.org/ 4) Quanto al supposto atteggiamento "anti-industriale e anti-tecnologico" del movimento dei movimenti, consiglio di leggere Latouche http://www.carta.org/campagne/globalizzazione/decrescita/051202Latouche.htm La questione è semplice. Da una parte c'è chi ragiona sulla globalizzazione dei diritti e viene definito "no global" dal circuito mass mediatico finanziato dai poteri forti e dai governi che questo movimento contesta. Nello stesso modo, e con invidiabile coincidenza di vedute con veline e dossier elaborati dai servizi segreti di questi paesi, si vaneggiano compromissioni o spudorate analogie con frange terroristiche. Dall'altra c'è un movimento minoritario, reazionario, che contesta la globalizzazione e vi oppone il mito della terra, del sangue, il ritorno ad una società pre rivoluzione francese. Un movimento trasversale e plurale, come lo ha definito Guido Caldiron in un suo saggio per il manifesto (http://www.manifestolibri.it/vedi_brano.php?id=256), che si nutre - per citare gli ultimi fatti - delle illazioni di Ruini quando definisce "martire della cristianità" Don Santoro ucciso in Turchia e fa accordi elettorali con la destra di Alessandra Mussolini e le sue seconde file dopo lo scandalo delle candidature di Saya, Tilgher e Fiore. Nell'uno o nell'altro caso, il progetto è chiaro: il governo ideologicamente reazionario e politicamente repressivo dei processi di globalizzazione per mantenere lo stato di ingiustizia sociale esistente. Per questo motivo quell'articolo è un best seller nei siti di questi movimenti e Blondet è ospitato dall'Avvernire come dalla Padania. MT
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- From: "associazione Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
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