approvata la Bolkestein



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                                                                 <http://tesoro.rdbcub.it>


<http://www.europarl.eu.int/news/expert/infopress_page/056-5221-47-2-7-909-20060213IPR05194-16-02-2006-2006--true/default_en.htm>La
direttiva Bolkestein è stata, ieri, discussa e approvata, in prima
lettura, dal parlamento europeo con 394 voti a favore, 213 contro e 34
astenuti.<http://tesoro.rdbcub.it>
L’emendamento, che proponeva il ritiro, ha ottenuto 150 voti.
La direttiva passerà, ora, all’esame del Consiglio Europeo e, quindi,
tornerà all'assemblea parlamentare di Strasburgo. In caso di mancato
accordo tra le due istituzioni europee si procederà alla
conciliazione.<http://tesoro.rdbcub.it>
Gravissimo, a nostro avviso, è il compromesso raggiunto tra i gruppi
popolari e socialisti.
Il voto è stato trasversale nei gruppi dei due schieramenti. La delegazione
italiana si è presentata in ordine sparso all'appuntamento: Forza Italia e
Udc, nel gruppo del Ppe, hanno votato a favore del compromesso e del testo
finale. Così hanno fatto i Ds e la Margherita, i primi nel Pse e i secondi
nel gruppo dei Liberaldemocratici, dove, invece, molti si sono espressi non
a favore della mediazione.
Prc, Pdci e Verdi, così come annunciato, si sono espressi contro.
Ha votato no anche la Lega, mentre An, pur critica del testo, ha optato per
l'astensione .


Il "compromesso" costruito dalle grandi famiglie europee PPE/PSE dà una
nuova accelerazione al disegno liberista di un' Europa come libero mercato
dei servizi, in cui i diritti del lavoro e i diritti sociali diventano
variabili dipendenti dell’ossessione competitiva.

Perché di questo si tratta, anche nel nuovo testo modificato. Non c’è più
il principio del paese d’origine, ma la libera prestazione dei servizi fra
i paesi dell’Unione potrà essere esercitata senza nessun vincolo; vengono
infatti mutuate “sic et simpliciter” le normative Gats dell’Organizzazione
Mondiale del Commercio e, nella stesura definitiva, sono stati eliminati
perfino i deboli richiami alla difesa dei consumatori. Permane la
deregolamentazione totale del lavoro autonomo, ovvero la spinta ad una
ulteriore accelerazione della precarizzazione dei contratti di lavoro.
Risulta confermata la messa sul mercato di moltissimi settori di servizi
pubblici e si relegano le assemblee elettive, dai municipi ai governi
nazionali a meri osservatori del libero fluire della circolazione dei
servizi.

Quindi, i rischi di privatizzazione dei servizi restano tutti, mentre sarà
possibile far rientrare dalla finestra il principio del paese d’origine
presentandosi al lavoro come imprenditori di sé stessi (partita iva,
co.co.co. o altro ancora).

<http://tesoro.rdbcub.it> La manifestazione europea dell’11 febbraio,
indetta esplicitamente per il ritiro della direttiva, ha visto scendere in
piazza oltre 15.000 persone.
Ma ieri, appena dopo il voto, nelle organizzazioni della CES, la
Confederazione Europea dei Sindacati, a cui aderiscono le italiane Cgil,
Cisl e Uil, molte sono state le voci di soddisfazione al compromesso
raggiunto.
Sempre più spesso, in molte realtà lavorative, ci si trova a confrontarsi
con gli effetti anticipatori delle linee guida della direttiva: infatti,
sono molte le multinazionali e i settori che utilizzano in Italia
lavoratori di altri paesi (a volte anche extra europei) con la paga e i
diritti del paese d’origine.
I tentativi di far passare la direttiva Bolkestein, le direttive di settore
e la pratica dell’obiettivo delle aziende e delle multinazionali più
agguerrite rende necessaria una vasta risposta per fermare l’approvazione e
per il ritiro della direttiva.
Dopo il No al trattato costituzionale europeo di Francia e Olanda serve un
altro risultato importante per mandare in crisi l’Europa dei padroni, delle
multinazionali e del liberismo, per aprire la strada ad una lotta che porti
diritti e salari a livelli più alti, contro le delocalizzazioni e per la
piena occupazione, senza precarietà.

La RdB/CUB Mef invita i lavoratori a partecipare alle scadenze di lotta
previste, al fine di costruire un fronte sempre più ampio che sia in grado
di ottenere il ritiro definitivo della direttiva Bolkestein.
L’approvazione, ieri, della direttiva in prima lettura non conclude l’iter
e, anche se il cammino è lungo, non possiamo solo sperare nelle
contraddizioni parlamentari.

Le elites dei banchieri, dei tecnocrati e delle multinazionali le potremo
fermare solo con la lotta.
Solo in questo modo, si potrà tenere aperta la porta ad una Europa sociale
e dei diritti.

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