Re: Pagina dell'Unicef sull'AIDS



Davide,
anche se solitamente sono pienamente d'accordo con te, stavolta devo un minimo dissentirmi. Il problema dei preservativi nei paesi in via di sviluppo non è certo la non non conoscenza (magari la difficoltà nel reperirli) ma di ben altro genere. Personalmente sono a conoscenza solamente della situazione dell'India dove il problema si sta facendo molto serio ma non credo che negli altri paesi sia molto diverso. Il profilattico lo conoscono e sanno cos'è, i problemi sono altri del perchè non viene usato. Non mi dilungo sul come e perchè, e come fare per combattere questo problema nei paesi del terzo mondo, se qualcuno ne è interessato ne possiamo argomentare a lungo. I problemi correlati a questo fenomeno sono molteplici e molto contorti da risolvere semplicisticamente con "l'astinenza". Certo è molto facile dire che per non essere infettati dall'HIV basta astenersi, è come dire che per non morire di fame basta mangiare. Nell'articolo sotto si porta l'esempio dell'Uganda. Bell'esempio, almeno per decenza parrebbe più opportuno non portare certi esempi di disfatta sociale per sostenere pecoramente questioni delle quali non si vuole trattare. Proprio in queste liste è apparsa (parecchio tempo fa) una relazione sugli effetti della politica ugandese in materia di aids, e non sono certo molto edificanti per i sostenitori dell'astinenza. Non intendo riportare qui l'intero articolo ma chi ne è interessato lo vada a rileggere negli archivi, magari sarebbe opportuno lo facesse chi lo porta come esempio di soluzione a questo problema. Per quanto riguarda le scuse, non credo mi scuserò, sarà più probabile che tra una qualche decina di papi arriveranno le scuse per questa posizione.

L'astinenza in se stessa può essere una rinuncia animata da motivi religiosi condivisibili o meno, ma che resti una motivazione religiosa. Portare avanti questa battaglia è molto distruttivo e poco edificante per chi veramente cerca di affrontare il problema in maniera costruttiva. Avete mai provato a parlare di astinenza a popolazioni povere in villaggi sperduti, o a donne sottomesse? Andiamo, non prendiamoci in giro. Chiunque abbia anche lontanamente sfiorato dal vivo questo problema sa che solo parole che non servono a nulla.

Come ultimo suggerisco a chi ha postato l'articolo originale di unicef (della quale conosco personalmente la sede indiana) di leggerlo fino in fondo almeno per evitare di stravolgere quello che unicef ha voluto dire
Questa è la versione inglese:
http://www.unicef.org/voy/en/explore/aids/explore_639.html

In sintesi sono evidenziati 3 punti che riporto:

*ABSTINENCE*
per essere sicuri di non essere infettati l'astinenza è l'unico modo sicuro al 100% è qui è relazionato come unicef insegni a non avere rapporti premanturi con il proprio parter ma: "When you feel you are ready to have penetrative sex, or your culture or traditions suggest that it is time for you to start being sexually active".

*BEING FAITHFUL
*Dove si insegna, nel momento in cui si inizia una storia con il partner di essere sicuri che nessuno dei due sia contagiato, se uno dei due ha già avuto rapporti sessuali si invita a fare il test HIV

*CONDOMS (=preservativo)
*Ebbene sì, al contrario di quanto dice chi sostiene l'astinenza, unicef (come la maggior parte di istituzioni e associazioni che lavorano in questo campo) sostiene l'uso del preservativo e questo punto lo riporto integralmente: "* When you do have penetrative sex, always using condoms, and using them correctly, greatly lowers the risk of HIV infection. If condoms are used properly, they are a very effective method of protection and contraception. However, because condoms occasionally break or slip off, they are not 100 per cent safe."
*Tradotto dice:
Quanto avete rapporti sessuali completi, usate sempre il preservativo, usato correttamente riduce il rischio di infezioni. Se il preservativo è usato in modo corretto è un metodo molto efficace di protezione e di contraccezzione. Comunque, dato che i preservativi occasionalmente si rompno, non possono essere ritenuti sicuri al 100%

Gli altri 2 punti non sono attinenti alla sessualità (droga, tatuaggi e gravidanza)

E' imbarazzante, amici, come avete stravolto, o meglio usato solo le due righe, di un articolo di un importante ente solamente per sostenere le vostre ideologie. Invito tutti a leggere nei link riportati quello che realmente unicef ha scritto per non essere travisati da idee (magari anche le mie) che non sono proprie delle intenzionalità dell'ente.

Ciao,
Luca




Davide Bertok ha scritto:
L'Unicef si occupa soprattutto in paesi in via di sviluppo. Se in quei paesi gli parli di profilattico, ti dicono "cosa?" "di che stai parlando?".
Non è così strano quindi che l'Unicef invochi l'astinenza.
Come al solito voi continuate ad arrampicarvi sugli specchi per dimostrare il vostro pensiero invece di lasciare libera la sessualità delle persone come e dove meglio ritengono.

Ciao,
Davide

On 7 Feb 2006 at 14:03, associazione Amici di Lazzaro wrote:

Pagina dell'Unicef sull'AIDS

L'unico metodo sicuro al 100 per cento è l'astinenza, parola di
UNICEF.

Giovedi scorso avevamo annunciato che l'UNICEF aveva affermato nella
sua pagina WEB che l'astinenza è l'unico metodo efficace al 100 per
cento per fermare l'AIDS. L'affermazione si può trovare nelle seguenti
pagine: spagnolo:
http://www.unicef.org/voy/spanish/explore/aids/explore_639.html;
inglese:http://www.unicef.org/voy/explore/aids/explore_639.html;
francese:
http://www.unicef.org/voy/french/explore/aids/explore_639.html.
Finalmente l'Unicef riconosce che l'astinenza è l'unico modo sicuro al
100 per cento per evitare il contagio dell'AIDS. Grazie a
Stranocristiano-Kattoliko Pensiero per la segnalazione. Il
sottoscritto ne parlava già un paio d'anni fa su questo blog, citando
i brillanti risultati nella lotta all'Aids presentati dal presidente
ugandese Yoweri Museveni, alla quindicesima Conferenza internazionale
sulla mallattia, tenutasi a Bangkok. Risultati ottenuti con "una
campagna nazionale che promuove in primo luogo l'astinenza sessuale e
la fedeltà coniugale". Chissà se qualcuno si scuserà con i cattolici
per aver detto che Giovanni Paolo II avrebbe "sulla coscienza migliaia
di morti di Aids". O se qualcun'altro ritratterà le accuse di "fare
operazione di disinformazione per preconcetti di stampo confessionale
e moralistico", ammettendo che l'Osservatore Romano aveva ragione a
scrivere, il 4 aprile 2000, che "Il profilattico non esclude la
trasmissione dell'Aids". Oggi è l'Unicef a dare ragione ai cattolici,
spiegando che: Il solo modo per essere sicuri al 100 per cento di non
contrarre l'infezione da HIV attraverso contatti sessuali è
l'astinenza: in altre parole, semplicemente astenendosi da (non
praticando) sesso vaginale, anale o orale. Per la maggior parte dei
giovani, in pratica questo significa ritardare la prima esperienza
sessuale.

[Testo originale:
The only way to be 100 per cent sure you do not become infected with
HIV through sexual contact is abstinence: in other words, simply
abstaining from (not having) vaginal, anal or oral sex. For most young
people, in practice this means delaying your first experience of sex.
]

Una svolta di 180 gradi rispetto al passato, e che va controcorrente
rispetto alle "mode" trasgressive in voga da alcuni decenni, per cui
se non perdi la verginità appena possibile, sei imbranato o scemo o
repellente. Significativo che un organismo decisamente contrario a
qualsiasi approccio "confessionale" ai problemi di "salute
riproduttiva", metta come prioritari nella strategia per combattere
l'Aids, due comportamenti come l'astinenza e la fedeltà che sono alla
base della dottrina morale cattolica in tema di sessualità, mentre
l'invito a usare il profilattico viene solo dopo, come estrema
risorsa, ma specificando che "comunque, i preservativi non sono sicuri
al 100 per cento". Speriamo che sia un segnale positivo sulle future
tendenze dell'Unicef, dopo certe brutte sbandate che ne avevano
tradito le finalità.






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