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GIAPPONE: AZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL E LETTERA AL PRESIDENTE CIAMPI IN OCCASIONE DEL COMPLEANNO DI UN CONDANNATO A MORTE DI 84 ANN
- Subject: GIAPPONE: AZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL E LETTERA AL PRESIDENTE CIAMPI IN OCCASIONE DEL COMPLEANNO DI UN CONDANNATO A MORTE DI 84 ANN
- From: press at amnesty.it
- Date: Mon, 12 Dec 2005 17:59:47 +0100
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS 150 -2005 GIAPPONE: AZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL E LETTERA AL PRESIDENTE CIAMPI IN OCCASIONE DEL COMPLEANNO DI UN CONDANNATO A MORTE DI 84 ANNI Domani, 13 dicembre, Tomizo Ishida, il condannato a morte piu' anziano del Giappone, compira' 84 anni. Gli ultimi trenta li ha trascorsi nel braccio della morte della prigione di Tokio, in attesa di un'esecuzione che - come e' caratteristico in questo paese - puo' avere luogo da un giorno all'altro, senza preavviso. Ishida e' stato giudicato colpevole dell'omicidio di due donne, una delle quali era la sua compagna, commessi nel 1973. Arrestato l'8 ottobre 1974, e' stato condannato a morte dalla Corte distrettuale di Urawa nel 1980. La sentenza e' stata confermata dall'Alta corte nel 1983 e dalla Corte suprema nel 1989. Ishida si e' dichiarato colpevole solo dell'omicidio non premeditato della sua compagna, del secondo continua a proclamarsi innocente. La confessione e' giunta dopo 148 giorni di interrogatorio svoltosi in una stazione di polizia, durante i quali l'uomo non e' stato informato del diritto di poter essere assistito da un avvocato. Lo stato di salute di Ishida continua a peggiorare dopo trent'anni trascorsi nel braccio della morte, in condizioni detentive molto dure. La mancanza di cure adeguate per una banale cataratta lo ha reso ormai quasi cieco. Al suo avvocato e' concessa soltanto una visita l'anno; il figlio e la figlia non possono recarsi a trovarlo perche' entrambi affetti da disturbi psichici. A causa del silenzio che circonda l'applicazione della pena capitale in Giappone, e' molto difficile ottenere informazioni sul caso di Ishida. L'ultima notizia riguarda una richiesta di nuovo processo presentata nel 1991 e respinta il 30 marzo 2004, dopo ben 13 anni. Nonostante questo, il condannato a morte ha espresso, tramite il suo avvocato, chiara volonta' di presentarne un'altra. Il Gruppo di Napoli di Amnesty International segue il caso di Ishida da oltre dieci anni, organizzando raccolte di firme, inviando periodicamente lettere alle autorita' giapponesi e, da qualche anno, organizzando una mobilitazione annuale in occasione del compleanno del prigioniero. Quest'anno, l'organizzazione per i diritti umani si e' rivolta al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, chiedendogli di farsi portavoce presso le autorita' giapponesi della richiesta, sostenuta ormai da migliaia di cittadine e cittadini italiani, di commutare la condanna a morte di Ishida. Inoltre, domani i gruppi di Amnesty International parteciperanno a una "e-mail day" con l'obiettivo di far giungere il maggior numero di appelli alle autorita' giapponesi in favore di Ishida. FINE DEL COMUNICATO Roma, 12 dicembre 2005 Ulteriori informazioni sulla pena di morte in Giappone La pena di morte viene eseguita mediante impiccagione, in sette prigioni attrezzate con un patibolo. I condannati a morte sono isolati dalla societa', non potendo avere contatti, al di fuori dei congiunti, ne' con amici, ne' con giornalisti. In molte occasioni la corrispondenza, anche quella con l'avvocato difensore, viene letta e censurata dalle autorita' carcerarie. In alcuni casi vengono proibiti anche i colloqui con i congiunti. Le condizioni nel braccio della morte sono disumane: i detenuti non ricevono assistenza medica adeguata, vivono in celle di circa 5 metri quadrati, monitorate e illuminate 24 ore su 24 per prevenire il rischio di suicidio. L'esecuzione viene comunicata al condannato soltanto il giorno stesso, mentre i congiunti ne vengono a conoscenza a fatto gia' compiuto. Secondo le informazioni di Amnesty International, il 10% dei reclusi nel braccio della morte sarebbe vittima di errori giudiziari: errori anche molto gravi, come quello che ha coinvolto Sakae Menda che nel 1983, dopo aver trascorso 34 anni in carcere, e' stato rilasciato perche' innocente. Rispetto al grande numero di esecuzioni che avvengono nel mondo, mettere a morte una o due persone l'anno, come accade in Giappone, non sembra meritare l'attenzione della comunita' internazionale. Le impiccagioni vengono eseguite in particolari periodi dell'anno, in genere nel mese di settembre, approfittando del periodo di sospensione dei lavori parlamentari, per evitare critiche o la nascita di un dibattito pubblico. Il 16 settembre, a Osaka, e' stata eseguita la prima condanna a morte del 2005. L'identita' del condannato, Susumu Kitagawa, e' stata resa nota dal ministero della Giustizia solo alcuni giorni dopo. Questa e' l'ottava esecuzione nel paese da quando Junichiro Koizumi e' divenuto primo ministro. In questi anni Amnesty International ha rivolto numerosi appelli al premier Koizumi, e ai ministri della Giustizia, dell'Interno e degli Esteri, per chiedere la commutazione di tutte le condanne a morte e ribadire la propria condanna nei confronti della pena capitale, in quanto violazione del diritto alla vita sancito dall'articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Per approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6976920, e-mail: press at amnesty.it *************************************************************************** Paola Nigrelli Ufficio Stampa Amnesty International - Sezione Italiana Via G.B. De Rossi, 10 - 00161 ROMA Tel. 06 44.90.224 fax 06 44.90.222 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it Internet: www.amnesty.it Amnesty International ti invita a vedere il film "Lord of War" di Andrew Niccol con Nicolas Cage, nelle sale italiane dal 18 novembre CONTROL ARMS Sostieni la campagna di Amnesty, Iansa e Oxfam per un trattato internazionale sul commercio delle armi entro il 2006, aderendo alla foto-petizione su www.controlarms.org *************************************************************************** Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non portarle a conoscenza di alcuno. 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