La Chiesa francese intervenga per gl'immigrati.Documento da inviare e diffondere se condiviso



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
 
Il Movimento ha preparato questo intervento per i vescovi francesi in seguito alla rivolta degl'immigrati; per il quale chiede il vostro aiuto. Si può spedire il testo francese o l'italiano; si può spedire in proprio e modificare.
Gl'indirizzi:

CEF Pres. Archev. Jean-Pierre Ricard, Archevêché, 14 rue Croix de Seguey , Bordeaux, Francia archeveque at catholique-bordeaux.cef.fr

CEF Vice-Pres. Évêque Georges Pontier, 9 Place du Maréchal Foch, 17000 La Rochelle, Francia/ sitediocese17 at wanadoo.fr

CEF Vice-Pres., Évêque Jean-Louis Papin, 6 rue Girardet, BP 40260, 54005 Nancy cedex/ diog-net at wanadoo.fr

Archev. Philippe Barbarin, Cathédrale Saint-Jean, 8 place Saint-Jean, 69005 Lyon,  internet at communication-lyon.cef.fr 
Card. Bernard Panafieu,
14 place Colonel Edon, 13007 Marseille/  archeveque-marseille at wanadoo.fr   

 Archev. André Vingt-Trois, 7 rue Saint Vincent, 75018 Paris/ communication at diocese-paris.net

 

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

 Au Président de la Conférence épiscopale française  

aux Évêques et aux fidèles de l'Église française

 

Il est urgent que l'Église française intervienne avec force en faveur des immigrés

 

La révolte des immigrés, d'abord dans la banlieue parisienne, puis dans toute la France, pose à l'Église française un problème pressant d'amour et de rapport fraternel, et d'intervention en ce sens.  On a parlé d'excès de violence (tout au moins à l'égard des choses), et aussi de présence de professionnels de la violence; et cela est peut-être vrai en partie; mais les esprits les plus attentifs parlent d'un problème d'émargination.

Une émargination qui concerne avant tout les ceintures suburbaines où l'émigration a été amassée; les quartiers dortoirs privés de verdure et de services, de structures sportives et récréatives, de structures associatives, de lieux de rencontre; le rapport manqué avec le peuple hôte, les émigrés traités toujours comme des "différents", auxquels on refuse l'appartement, le travail, on refuse le geste amical, la parole. Il s'agit essentiellement d'acceptation, pour les immigrés le fait de  ne pas se sentir acceptés et d'être traités comme des "différents", des étrangers ou même des ennemis. C'est celui-ci le point le plus douloureux, surtout pour la chrétienté. Et c'est le point le plus difficile, parce qu'il met en jeu la mentalité et le comportement habituel des gens.

 

Mais c'est justement sur ce point que l'Église peut intervenir avec force: elle peut développer une intervention capillaire, à travers ses paroisses et ses associations, pour ramener les fidèles à l'authentique esprit de l'Évangile, esprit fraternel, pour lequel "il n'y a ni gentil ni juif, ni barbare ni scythe". De plus l'Église, à travers ses œuvres caritatives et ses associations, peut faire beaucoup aussi sur le plan culturel et sur celui des loisirs.

 

Une certaine répression de la part de l'État est peut-être aussi nécessaire; mais il y a ici avant tout un problème de justice, de dignité et droit de la personne, et un problème de rapport fraternel.

Il est nécessaire que l'Église française se mobilise pour les affronter en termes authentiquement évangéliques, comme il est de son devoir et de sa joie de le faire.

Le Mouvement demande à l'Église française cette mobilisation.

 

Lecce, le 14 Novembre 2006

                                                                                    Pour le Mouvement, le responsable

                                                                                              Prof. Arrigo Colombo

 Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, Italie, tel/fax 0832-314160

E-mail arribo at libero.it/ Pag web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia

 

 

 

(testo italiano)

Al Presidente  della Conferenza Episcopale Francese

ai Vescovi e ai fedeli della Chiesa francese

 

Urge che la Chiesa francese intervenga in modo forte in favore degl’immigrati

 

La rivolta degli immigrati, prima nella banlieu parigina, poi in tutta la Francia, pone alla Chiesa francese un problema forte di amore e rapporto fraterno, e d’intervento in tal senso.

Si è parlato di eccesso di violenza (almeno sulle cose), e anche di presenza di professionisti della violenza; e questo ha una sua verità; ma tutti gli spiriti  più attenti parlano di un problema di emarginazione.

Un’emarginazione che concerne anzitutto le cinture suburbane in  cui l’emigrazione è stata ammassata; i quartieri dormitorio privi di verde e di servizi, di strutture sportive e ricreative, strutture associative, luoghi d’incontro; il mancato rapporto col popolo ospite, trattati sempre come “diversi”, cui si rifiuta l’appartamento, il lavoro, si rifiuta il gesto amico, la parola. Si tratta essenzialmente di accettazione, per gl’immigrati il fatto di non sentirsi accettati, trattati come diversi, estranei o anche nemici. È questo il punto più dolente, specie per la cristianità. Ed è il punto più difficile perché vi è in gioco la coscienza e il comportamento abituale della gente.

 

Ma è proprio su questo punto che la Chiesa può intervenire con forza; può sviluppare un intervento capillare, attraverso le parrocchie e le associazioni, per  ricondurre i fedeli al genuino spirito evangelico, spirito fraterno, per il quale “non v’è né gentile né giudeo, né barbaro né scita”.

E però la Chiesa, attraverso le sue opere caritative e le sue associazioni, può fare molto anche sul piano culturale e su quello del tempo libero.

 

Può darsi che una certa misura di repressione da parte dello Stato sia necessaria; ma v’è qui anzitutto un problema di giustizia, di dignità e diritto della persona, e un problema di rapporto fraterno. È necessario che la Chiesa francese si mobiliti per affrontarli in termini autenticamente evangelici, com’è suo dovere e sua gioia il farlo.

Il Movimento chiede alla Chiesa francese questa mobilitazione.

 

Lecce, il 7 novembre 2005

                                                                                   Per il Movimento, il responsabile

                                                                                            Prof. Arrigo Colombo