Materiali sui CPT. Da Ponte Galeria (Roma) testi per le future mobilitazioni.



Materiali sui CPT. Da Ponte Galeria (Roma) testi per
le future mobilitazioni. 

    
Materiali sui CPT. Da Ponte Galeria (Roma) testi per
le future 
mobilitazioni. (a cura di Francesco Lauria) 

Indice: 

1) Conferenza Stampa a Montecitorio di Medici del
Mondo sul CPT di Ponte 
Galeria - Roma 

2) Appello di 51 deputati dell'Unione 

3) Articolo sulle posizioni di Pisanu e Castelli 

4) Testo rapporto completo CPT Ponte Galeria di Medici
Del Mondo
consultabile anche su:
http://www.mdmcentrosud.org/rapporto.htm 


1) 

Ieri ho potuto partecipare presso la Camera dei
Deputati alla Conferenza 
Stampa di Medici nel Mondo (insieme ad altre
associazioni) e di alcuni 
deputati e senatori in occasione della presentazione
del rapporto di Medici 
nel Mondo sull'"Assistenza Sanitaria nel Centro di
Permanenza Temporanea ed 
Assistenza di Ponte Galeria - Roma".
Surreale il clima viste le contemporanee votazioni
sulla legge elettorale... 

Ecco il riassunto dell'iniziativa: 

Mercoledì 12 ottobre - ore 13,00
CONFERENZA STAMPA
Rapporto sull'assistenza sanitaria nel Centro di
Permanenza Temporanea e 
Assistenza di Ponte Galeria - Roma
SALA STAMPA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Via della Missione, 4 - Roma 

"Un luogo di detenzione inaccessibile alla società
civile e alle 
organizzazioni indipendenti di tutela. Testimonianze
di ostacoli all'accesso 
alla cure, di uso improprio ed eccessivo di
psicofarmaci, di violazioni dei 
diritti fondamentali e della dignità della persona.
Testimonianze e 
informazioni contrastanti di trattenuti e personale
sanitario, difficilmente 
valutabili nella loro effettiva veridicità, a causa
delle restrizioni 
imposte nell'accesso al centro.
Questi gli aspetti più preoccupanti che emergono dal
"Rapporto 
sull'assistenza sanitaria nel Centro di Permanenza
Temporanea e Assistenza 
di Ponte Galeria - Roma" redatto dall'associazione
umanitaria e di 
solidarietà internazionale Medici del Mondo (MdM) -
Sezione Centrosud. 

Interventi per Medici del Mondo:
Alberto Barbieri (coordinatore MdM-Sezione Centrosud),
Giovanni Cecilian 
(responsabile progetto Osservatorio Migranti), Paolo
Decina (specialista in 
psichiatria). 

Interventi per il Tavolo di lavoro sui CPT:
Maurizio Gressi (resp. comunicazione Comitato per la
promozione e la 
protezione dei diritti umani) ed i parlamentari che
hanno visitato il centro 
di Ponte Galeria. 

Dal 2003 Medici del Mondo ha avviato in Italia un
programma di monitoraggio 
dei Centri di Permanenza Temporanea ed Assistenza
(CPTA) con l'obbiettivo di 
verificare la situazione socio-sanitaria presente in
tali strutture. Da 
quest'anno le visite ai CPTA rientrano nel più ampio
progetto 
dell'Osservatorio europeo sull' accesso alla salute
della popolazione 
migrante promosso dalla rete internazionale di Medici
del Mondo. Il 
programma si propone di agire affinché nei paesi
dell'Unione Europea le 
popolazioni vulnerabili - in particolare i migranti
irregolari - abbiano le 
medesime possibilità di accesso alle cure e alla
prevenzione del resto della 
popolazione. 


2) 

Cpt di Lampedusa: appello di 51 deputati dell’Unione 

Dopo l’inchiesta de L’Espresso sulle condizioni
disumane di sopravvivenza 
dei clandestini al Centro di permanenza temporanea di
Lampedusa, parte un 
appello di cinquantuno deputati dell’Unione per
chiedere la chiusura della 
struttura. La scorsa settimana l’inviato del
settimanale, Fabrizio Gatti, 
aveva raccontato la sua terribile esperienza insieme
ad un gruppo di 
clandestini, ieri è partita la reazione dei deputati:
il Governo venga in 
Parlamento a rispondere su tali violazioni.
Sostengono l’appello:
Titti De Simone (PRC) - Katia Zanotti (DS) - Fulvia
Bandoli (DS) - Katia 
Bellillo (PdCI) - Enzo Bianco (Margherita) - Rosy
Bindi (Margherita) - 
Francesco Bonito (DS) - Gloria Buffo (DS) - Mauro
Bulgarelli (Verdi) - 
Valerio Calzolaio (DS) - Francesco Carboni (DS) -
Paolo Cento (Verdi) - 
Massimo Cialente (DS) - Andrea Colasio (Margherita) -
Maura Cossutta (PdCI) 
- Famiano Crucianelli (DS) - Elettra Deiana (PRC) -
Olga Di Serio D'Antona 
(DS) - Eugenio Duca (DS) - Giuseppe Fioroni
(Margherita) - Pietro Folena 
(PRC) - Marco Fumagalli (DS) - Alfonso Gianni (PRC) -
Franco Giordano (PRC) 
- Alfiero Grandi (DS) - Giovanna Grignaffini (DS) -
Franco Grillini (DS) - 
Grazia Labate (DS) - Carlo Leoni (DS) - Giovanni Lolli
(DS) - Giuseppe Lumia 
(DS) - Ramon Mantovani (PRC) - Graziella Mascia (PRC)
- Fabio Mussi (DS) - 
Maria Celeste Nardini (PRC) - Giorgio Panattoni (DS) -
Silvana Pisa (DS) - 
Giuliano Pisapia (PRC) - Pino Pisicchio (Udeur) -
Gabriella Pistone  (PdCI) 
- Marilde Provera (PRC) - Giuseppe Petrella (DS) -
Ermete Realacci 
(Margherita) - Giovanni Russo Spena (PRC) - Sergio
Sabattini (DS) - Roberto 
Sciacca (PdCI) - Antonio Soda (DS) - Walter Tocci (DS)
- Lalla Trupia (DS) - 
Tiziana Valpiana (PRC) - Luana Zanella (Verdi) 

3) 

Ieri Pisanu e Castelli hanno dato il meglio di sè,
ecco i riscontri sulla 
stampa: 

Pisanu: «Non c'è ragione di chiudere i Cpt, anzi ne
faremo altri»
di Valentina Petrini 

«Non c’è alcuna ragione per chiudere i Centri di
Permanenza e tanto meno per 
chiudere quello di Lampedusa». Il ministro Pisanu
mercoledì pomeriggio, al 
question time della Camera, liquida così l’emergenza
Cpt sollevata, il 7 
ottobre scorso, in seguito ad un reportage
dell’Espresso a firma di Fabrizio 
Gatti. Il giornalista, dopo essersi introdotto nella
struttura spacciandosi 
per un curdo iracheno ed esservi rimasto per otto
giorni, ha infatti, 
denunciato sul suo settimanale le “imbarazzanti”
violazioni di diritti umani 
e civili che avverrebbero, secondo la sua
testimonianza, quotidianamente ai 
danni degli immigrati da parte delle forze dell’ordine
addette al controllo 
del centro. 

«Intendiamo piuttosto mantenerli e potenziarli», ha
detto il ministro, 
confermando in questo modo la linea politica del
governo Berlusconi in 
materia di immigrazione sin dall’approvazione nel 2002
della legge 
Bossi-Fini. Pisanu, dunque, risponde lapidario,
davanti ad una Camera semi 
vuota, all’interrogazione presentata nei giorni
scorsi, da Graziella Mascia 
di Rifondazione dopo la pubblicazione del reportage.
«Gatti racconta 
l’orrore che ha vissuto per otto giorni –introduce la
Mascia.- Signor 
ministro questa è tortura, che non può essere mai». 

Caso chiudo, invece, per Pisanu, secondo il quale i
cpt servono e casomai 
«bisognerebbe aprirne degli altri». Poco importa che
sono ormai anni che va 
avanti la mobilitazione di politici e della società
civile per denunciare le 
condizioni di accoglienza nei centri. L’11 luglio
scorso il presidente della 
Puglia, Niki Vendola, propone ai governatori regionali
un documento per 
respingere il principio della detenzione
amministrativa solo per i migranti. 
L’appello è firmato senza esitazioni da 14 regioni su
21. All’indomani del 
reportage pubblicato dall’Espresso, ancora reazioni a
valanga: 51 
parlamentari dei Ds firmano un appello per chiedere la
chiusura immediata 
dei centri di permanenza; l’Alto Commissariato delle
Nazioni Unite per i 
rifugiati invia una lettera al Governo italiano per
chiedere che «venga 
fatta chiarezza al più presto»; tutte le associazioni,
dall’Arci a Medici 
Senza Frontiere, dalla Caritas alla Rete Antirazzista
firmano appelli per 
chiedere che venga istituita una commissione
d’inchiesta. Ma per Pisanu, su 
Lampedusa non c’è nulla da dire. 

Intanto, mercoledì la Procura di Agrigento ha iscritto
Gatti nel registro 
degli indagati. L’accusa a suo carico è di “false
generalità a pubblico 
ufficiale”. 

Da Lussemburgo anche il ministro Castelli, portavoce
dell’Italia in 
Consiglio Europeo, dove mercoledì si discute di
immigrazione dopo i tragici 
fatti di Melilla e Ceuta, respinge le denunce di Gatti
e dice: «Si è fatto 
un gran polverone per niente. Io dubito molto dell'
attendibilità delle 
dichiarazioni di questo signore. Lui ha detto di
essere stato malmenato e 
maltrattato, ma se guardiamo le sue fotografie e'
sempre con abiti 
pulitissimi, stiratissimi, elegantissimi. Quindi che
ci sia qualcosa che non 
va nelle sue dichiarazioni mi sembra abbastanza
evidente». 

4) 

MEDICI DEL MONDO
SEZIONE CENTROSUD onlus 

RAPPORTO SULL'ASSISTENZA SANITARIA
NEL CENTRO DI PERMANENZA TEMPORANEA ED ASSISTENZA DI
PONTE GALERIA - ROMA 

OTTOBRE 2005 


Premessa 

Da venticinque anni il movimento internazionale di
Medici del Mondo (MdM) 
cerca di essere presente, con l'azione e la
testimonianza, laddove il 
diritto alla salute ed i più elementari diritti umani
vengono negati. Medici 
del Mondo si propone di portare aiuto sanitario alle
popolazioni più 
vulnerabili, nelle situazioni di crisi: vittime di
disastri naturali, di 
epidemie, della fame e dell' ingiustizia sociale,
vittime di conflitti 
armati, della violenza politica, rifugiati, migranti,
minoranze e tutti 
coloro che sono esclusi dall'acceso alle cure.
Fin dalla sua nascita MdM ha sempre cercato di essere
presente "qui e 
laggiù", nei paesi del sud del mondo, nelle crisi
umanitarie lontane come 
nei cosiddetti paesi "progrediti", tra i gruppi di
persone private 
dell'accesso alle cure e dei diritti fondamentali.
Medici del Mondo si 
propone di rilevare i rischi di crisi e le minacce
alla salute e alla 
dignità; denuncia con un'azione di testimonianza le
violazioni dei diritti 
umani e in particolare l'esclusione dal diritto alla
salute; sviluppa nuovi 
approcci e nuove pratiche di salute pubblica nel
mondo, fondati sul rispetto 
della dignità umana e sul principio
dell'interculturalità; milita per 
istituire i valori di una medicina umanitaria. Oggi la
rete internazionale 
di Medici del Mondo è composta da 12 delegazioni
nazionali (tra cui Medici 
del Mondo Italia, nato nel 1994), 7000 membri, 1200
volontari in missione, 
297 progetti in 88 paesi.
L'azione di Medici del Mondo si basa sulla militanza
della società civile, 
sull'impegno volontario di medici ed altri operatori
professionali della 
salute, così come di cittadini e professionisti di
altre discipline.
MdM è una organizzazione umanitaria e di solidarietà
internazionale, senza 
fini di lucro, indipendente da affiliazioni politiche,
sindacali, religiose 
ed etniche. 

Dal 2003 Medici del Mondo ha avviato in Italia un
programma di monitoraggio 
dei Centri di Permanenza Temporanea ed Assistenza
(CPTA) con l'obbiettivo di 
verificare la situazione socio-sanitaria presente in
tali strutture. Le 
caratteristiche di tali centri - tra cui quella di
essere sempre più 
difficilmente accessibili ad organi di tutela
indipendenti - sono tali da 
giustificare preoccupazione circa il rispetto dei
diritti fondamentali (tra 
cui quello alla salute) della popolazione migrante ivi
trattenuta.
Del resto, la restrizione dell'accesso ai centri,
ostacola la possibilità di 
verificare l'effettiva veridicità delle numerose
denuncie di violazioni dei 
diritti umani e della dignità della persona di cui i
CPTA sono stati oggetto 
fin dalla loro istituzione. I CPTA sono stati
istituiti nel 1998 con 
l'articolo 12 della legge 40/1998 (Turco-Napolitano),
poi art. 14 del T.U. 
286/1998. Sono stati, in seguito, emanati leggi e
regolamenti che si 
riferiscono ai CPTA, tra cui la legge 189/2002
(Bossi-Fini) e il decreto 
legge 241/2004, poi convertito nella legge 271/2004.
I CPTA hanno lo scopo di assicurare il trattenimento
degli stranieri trovati 
in condizioni d'irregolarità sul territorio italiano,
raggiunti da un 
decreto di espulsione o respingimento e per i quali
non è possibile 
l'allontanamento immediato.
La misura del trattenimento ha la finalità di far
attendere in tali centri 
la rimozione degli impedimenti alla effettiva
esecuzione, con 
accompagnamento alla frontiera a mezzo della forza
pubblica, della misura di 
allontanamento disposta a carico degli stranieri,
evitando così che questi, 
lasciati liberi, possano sottrarsi alla esecuzione
della stessa. Gli 
ostacoli che giustificano la misura di trattenimento
sono:
- necessità del soccorso dello straniero;
- necessità di accertamenti supplementari in ordine
alla identità o alla 
nazionalità dello straniero;
- necessità di acquisizione di documenti per il
viaggio;
- indisponibilità del vettore o di altro mezzo di
trasporto idoneo ad 
effettuare il rimpatrio dello straniero. 

Attualmente il periodo massimo di detenzione in un
CPTA è di 60 giorni.
Nell'ambito del programma di monitoraggio dei CPTA, i
team costituiti dai 
medici e dai volontari di MdM hanno eseguito una
missione esplorativa a 
Lampedusa ed hanno potuto visitare i centri di Modena
("La Marmora"), Foggia 
(Borgo Mezzanone), Lecce ("Regina Pacis") e Roma
(Ponte Galeria). Da 
quest'anno le visite rientrano nel più ampio progetto
dell'Osservatorio 
europeo sull' accesso alla salute della la popolazione
migrante promosso 
dalla rete internazionale di Medici del Mondo. Il
programma si propone di 
agire affinché nei paesi dell'Unione Europea le
popolazioni vulnerabili - in 
particolare i migranti irregolari - abbiano le
medesime possibilità di 
accesso alle cure e alla prevenzione del resto della
popolazione. Un altro 
obbiettivo dell'Osservatorio è di contribuire ad
evitare l'espulsione delle 
persone affette da gravi patologie - in particolare
l'infezione da HIV - e 
che non possono essere curate nei loro paesi di
origine. 

Introduzione 

Il Centro di Permanenza Temporanea ed Assistenza di
Ponte Galeria è contiguo 
agli edifici del Reparto Mobile di Polizia, sulla Via
Portuense che collega 
Roma a Fiumicino nella lontana periferia sud-ovest
della città ed è in 
funzione dal settembre del 1999. La struttura,
costruita appositamente come 
centro di permanenza, prende vita in uno spazio in cui
dall'agosto del 98 
erano collocati 5 container della Protezione civile
funzionanti come centro 
di prima accoglienza.
La struttura può ospitare fino a 300 trattenuti:188
donne e 112 uomini. Il 
centro è gestito dalla Croce Rossa Italiana.
MdM ha effettuato tre visite in questo centro; a
gennaio, luglio e ottobre 
di quest'anno. In tutte le occasioni l'accesso di un
nostro volontario 
medico è avvenuto in concomitanza con la visita di un
membro del Parlamento 
della Repubblica.
Nel primo caso e nel terzo caso i responsabili del
centro non erano stati 
previamente informati della visita. In occasione del
primo accesso, abbiamo 
potuto intervistare i 2 medici di turno, la psicologa
presente ed abbiamo 
avuto colloqui riservati con due trattenuti (una donna
ed un uomo). Durante 
la seconda visita erano presenti il coordinatore
medico del centro ed una 
psicologa che ci hanno illustrato la situazione
sanitaria. Abbiamo inoltre 
potuto visitare lo spazio riservato agli uomini,
accompagnati dal 
coordinatore e conversare brevemente con alcuni
trattenuti anche in assenza 
del personale del centro. Nella terza visita abbiamo
avuto colloqui 
riservati con quattro trattenuti ed abbiamo potuto
intervistare il medico di 
turno.
Al momento della prima visita il numero dei trattenuti
era complessivamente 
di 208. Durante la seconda e la terza visita erano
presenti, 
rispettivamente, 248 (137 donne e 111 uomini) e 200
trattenuti.
La visite sono durate circa 2 ore e mezzo ( gennaio),
un'ora ( luglio) e due 
ore (ottobre).
Questo rapporto ha l'obbiettivo di valutare la
situazione socio-sanitaria 
nel centro, le modalità di assistenza e la possibilità
di accesso alle cure 
da parte delle persone ivi trattenute.
Con il fine di realizzare ulteriori visite, MdM ha
fatto richiesta di 
ingresso nel centro di Ponte Galeria così come in
altri CPTA, vedendosela 
fino ad oggi rifiutare (1). 


Rapporto 

L'assistenza sanitaria all'interno del centro è
assicurata da un medico in 
servizio 24 ore su 24, affiancato da un secondo medico
in servizio dalle 
7.30 alle 24.00. In totale il personale medico è
costituito da 9 elementi. 
Non vi sono infermieri. Al momento della prima visita
era presente una 
psicologa per 4 mattine alla settimana, affiancata da
un'assistente sociale 
in servizio per 36 ore settimanali. In occasione della
seconda visita ci è 
stato riferito che il servizio psicologico è stato
potenziato con la 
presenza di due psicologhe che si alternano mattina e
pomeriggio dal lunedì 
al sabato. Le visite mediche di routine vengono
effettuate al mattino e al 
pomeriggio. I medici in servizio affermano che vi sia
una ragionevole 
flessibilità negli orari di visita; non sono dello
stesso parere i 
trattenuti che si sono espressi sul tema. Un
trattenuto ci ha riferito di 
essersi presentato all'infermeria poiché presentava
una sintomatologia con 
febbre alta (verso le quattro di pomeriggio); il
medico in servizio gli 
avrebbe risposto che doveva aspettare l'inizio
dell'orario di visita, di lì 
a mezz'ora, e che comunque - continua il trattenuto-
"non mi dovevo 
lamentare, poiché, già era molto se mi davano le
medicine".
Le consulenze specialistiche sono effettuate
all'esterno, presso strutture 
pubbliche. I pazienti vengono accompagnati (sotto
scorta della Guardia di 
Finanza) nelle strutture sanitarie. Il personale delle
strutture sanitarie 
esterne non ha accesso al centro. Per la richiesta di
visite specialistiche 
vengono utilizzate le usuali procedure (prenotazioni
presso gli ambulatori 
specialistici delle ASL di riferimento).
I pazienti vengono spesso indirizzati presso gli
ospedali Forlanini ( TBC, 
consulenze psichiatriche), Spallanzani ( HIV/AIDS),
Eastman (cure 
odontoiatriche), San Gallicano. Al momento della prima
visita era presente 
un paziente sieropositivo per HIV; i pazienti
sieropositivi vengono 
trattenuti e curati nel centro.
Le crisi psichiatriche acute vengono riferite
all'ospedale Forlanini; esiste 
un rilevante problema riguardante i pazienti con
patologie psichiatriche 
maggiori che gli operatori sanitari del centro non
sanno dove indirizzare. 
Una delle psicologhe del centro ci ha esplicitamente
domandato. "I pazienti 
psichiatrici dove li mandiamo?". Non si è ancora
instaurato un sistema di 
riferimento e di assistenza con il DSM (Dipartimento
di salute mentale).
Esiste un ambulatorio (a cui abbiamo avuto accesso
durante la prima visita), 
con presidi basici, utilizzato per le visite di
routine; è dotato di 
elettrocardiografo, defibrillatore e bombola di
ossigeno. Esiste un 
armadietto per i farmaci e un piccolo stock
farmaceutico per le medicine più 
utilizzate; altri farmaci vengono comprati a
richiesta. E' operativo da 
quest'anno un ambulatorio odontoiatrico (al momento
della prima visita era 
in corso di allestimento), il cui funzionamento è
assicurato, in forma 
volontaria, da uno dei nove medici del personale,
specializzato in 
odontoiatria . Il responsabile del centro ha
sottolineato come questo 
ambulatorio sia stato fortemente voluto da lui stesso
e dal personale 
sanitario poiché le cure odontoiatriche si sono
rivelate una delle necessità 
prioritarie dei trattenuti.
Il personale medico ci ha segnalato la necessità di
disporre, all'interno 
del centro, di un servizio ginecologico dotato di
ecografo. Alcuni medici 
del personale sono specializzati in ginecologia ma "la
convenzione stipulata 
non prevede un servizio specializzato di assistenza
ginecologica". 

Al momento dell'ingresso ogni trattenuto viene
visitato, viene stilata una 
relazione sanitaria di accettazione con una anamnesi
ed un breve esame 
obiettivo e viene aperta una cartella clinica (2). La
cartella clinica 
contiene un questionario per la visita disponibile in
6 lingue e al suo 
interno è presente un formulario per il consenso
informato alla 
somministrazione di farmaci psicotropi (anch'esso
disponibile in 6 lingue). 
Il personale sanitario non è stato autorizzato dai
responsabili a 
consegnarci una copia di cartella clinica non
compilata. Qualora il 
trattenuto provenga da altro CPTA o dal carcere, il
medico, se lo ritiene 
necessario, può richiedere la cartella clinica. Da
quanto ci è stato 
riferito, i tempi di attesa sono piuttosto lunghi,
soprattutto per le 
cartelle cliniche provenienti dal carcere. In caso di
spostamento verso 
altri centri il fascicolo sanitario del trattenuto
viene trasmesso via fax. 

Esiste la possibilità di compiere interventi di
piccola chirurgia, 
soprattutto per ferite, provocate - in genere - de
auto-lesioni. Secondo 
quanto c'è stato riferito dal personale medico in
occasione della prima e 
della terza visita, gli episodi di autolesionismo si
verificherebbero, in 
media, con una frequenza di uno al mese
(principalmente ferite da taglio 
superficiali). Durante il secondo accesso il
coordinatore medico del Centro 
ci ha dato un panorama differente poiché, a suo
avviso, gli episodi di 
autolesionismo sarebbero drasticamente diminuiti
riducendosi a due o tre 
all'anno. C'è stato comunque riferito da alcuni
trattenuti, e dal 
coordinatore stesso, che in quel momento era
ricoverato in infermeria un 
trattenuto russo che, il giorno anteriore, si era
procurato ferite da taglio 
al livello del collo. Non abbiamo potuto verificare le
condizioni del 
trattenuto né abbiamo avuto accesso all'infermeria. 

Esiste un quaderno generale di registrazione delle
terapie ed uno specifico 
della somministrazione dei farmaci psicotropi. Esiste
un archivio cartaceo 
delle cartelle cliniche. 

Le patologie più diffuse - a parere dei medici in
servizio - sono le 
malattie psico-somatiche, gli stati reattivi di
depressione ed ansia, le 
infezioni delle alte vie respiratorie, i traumi
contusivi causati dalle 
attività sportive svolte nel centro (sempre secondo i
medici, sarebbero 
praticamente inesistenti i casi di traumi contusivi
causati da episodi di 
violenza fisica fra trattenuti e/o tra forze di
pubblica sicurezza e 
trattenuti). I casi di TBC si aggirerebbero intorno ai
3-4 per anno. 

Al momento della prima visita il personale sanitario
non riferiva la 
presenza di tossicodipendenti, anche se gli stessi
medici stimavano che, 
abitualmente, circa il 20 % dei trattenuti di sesso
maschile (e il 2% delle 
donne) fa uso di benzodiazepine. In occasione del
terzo accesso, il medico 
di turno ha affermato che circa il 50-60% degli uomini
trattenuti assume 
benzodiazepine, "soprattutto nordafricani", mentre la
percentuale si riduce 
notevolmente nelle donne. Secondo la sua testimonianza
sarebbero i 
trattenuti stessi a fare pressanti richieste di
somministrazione di 
benzodiazepine al personale medico. Le benzodiazepine
verrebbero 
somministrate la mattina e la sera dal personale
medico a chi ne fa 
richiesta (tramite la firma del consenso informato),
mentre si eviterebbe la 
somministrazione pomeridiana malgrado le pressanti, e
a volte aggressive, 
richieste di diversi trattenuti. Tali farmaci vengono
somministrati da parte 
del personale medico generico senza consulenza
psichiatrica. A questo 
proposito, uno dei medici intervistati ci ha detto che
, a suo avviso, "le 
benzodiazepine non sono psicofarmaci". Secondo la
testimonianza di un 
trattenuto, la percentuale di persone che assumono
banzodiazepine sarebbe 
molto alta; nella sua camerata 6 trattenuti su 8 le
assumevano ed ogni sera 
"si formavano code di 60-80 persone in attesa di
ricevere le benzodiazepine: 
principalmente Valium e Minias". Gli psicofarmaci
verrebbero somministrati 
tutte le sere e le mattine dal personale medico. Il
trattenuto ha raccontato 
di essersi recato qualche volta in infermeria per
richiedere degli 
antifebbrili; il medico in servizio gli avrebbe
domandato se desiderava 
anche "qualcosa per dormire". Il trattenuto ha anche
dichiarato che al 
momento di assumere le benzodiazepine non gli è stato
fatto firmare nessun 
documento relativo al consenso informato. Sempre
secondo questa 
testimonianza, sarebbe usuale la somministrazione di
due tipi di 
benzodiazepine ad una stessa persona; al vicino di
letto del trattenuto 
sarebbero state somministrate regolarmente, e allo
stesso tempo, 60 gocce di 
Valium (diazepam) e 40-45 gocce di Minias
(lormetazepam), dopodiché la 
persona cadeva in uno stato di profondo stupore. Tale
testimonianza è 
coerente con le alte dosi di farmaco che sarebbero
state prescritte: la 
posologia consigliata del Minias a scopo ipnotico è
10-20 gocce 
(corrispondenti a circa 1-2 milligrammi di
lormetazepam). È quindi più che 
probabile che 4-4.5 mg di lormetazepam, insieme a 15
milligrammi di diazepam 
(corrispondenti a 60 gocce di valium), possano indurre
uno stato di profondo 
stupore. Il trattenuto è stato anche testimone di
alcuni tentativi di fuga 
dal centro che si sarebbero conclusi con aggressioni
fisiche da parte delle 
forze di pubblica sicurezza (3).
Dal canto suo, il coordinatore medico ci ha assicurato
che l'orientamento 
suo e di tutto il personale sanitario è quello di
ridurre il più possibile 
il consumo delle benzodiazepine da parte dei
trattenuti.
I tossicodipendenti che sono in terapia con metadone ,
vengono "dismessi" ed 
inviati al SERT di riferimento. Il personale medico
riferisce che i 
trattenuti alcolisti, se lo desiderano, possono
seguire una terapia 
disintossicante con benzodiazepine e riferiscono di
vari casi trattati con 
successo. 

Nel caso in cui una donna affermi di essere in stato
di gravidanza, viene 
eseguito il test di conferma.
Se risulta lo stato interessante, la donna viene
rilasciata e indirizzata 
alle strutture territoriali competenti per
l'assistenza pre-natale. Non è 
disponibile alcuna assistenza legale specifica per il
rilascio del permesso 
di soggiorno di gravidanza.
Al momento della seconda visita era presenta una donna
in stato di 
gravidanza; i sanitari ci hanno spiegato che il suo
stato era stato 
diagnosticato il giorno stesso. 

Per quanto riguarda i minori, il personale sanitario
riferisce che, nei casi 
sospetti, viene eseguito l'esame radiografico per
l'accertamento dell'età 
ossea; nei casi dubbi, il giudice dispone una perizia
medico- legale. 

Il personale sanitario in servizio afferma che
abitualmente il 90% delle 
donne trattenute sono vittime della tratta della
prostituzione e che il 50% 
degli uomini provengono dal carcere (contro l'1-2%
delle donne). Secondo la 
testimonianza di uno dei medici intervistati sarebbero
comuni i casi di 
persone che hanno trascorso 3 o 4 periodi di
trattenimento nel centro. Lo 
stesso medico ci ha detto che, comunque, l'ente
gestore "fa grandi sforzi 
affinché questo centro non sia un lager". 

Conclusioni 

In generale si può affermare che le visite hanno
permesso di raccogliere 
informazioni utili, anche se il tempo a disposizione,
limitato, non ha 
permesso di dialogare approfonditamente con un numero
adeguato di 
trattenuti. 

In merito all'assistenza sanitaria si è potuta
rilevare la mancanza di un 
adeguato collegamento con le strutture pubbliche
esterne (il cui personale 
non ha accesso al centro), soprattutto in relazione ai
servizi psichiatrici 
(DSM). 

Si é potuta constatare, limitatamente ai colloqui
sostenuti, una profonda 
differenza di giudizio tra i trattenuti ed il
personale sanitario. E' da 
segnalare, inoltre, che in occasione delle visite, lo
stesso personale 
sanitario ha fornito delle informazioni non
concordanti su alcuni punti 
rilevanti come, ad esempio, la frequenza degli episodi
di autolesionismo e 
la somministrazione degli psicofarmaci. 

Particolare preoccupazione desta la testimonianza che
si riferisce alle 
aggressioni da parte delle forze di pubblica sicurezza
e alla 
somministrazione diffusa ed impropria di psicofarmaci;
in particolare di 
benzodiazepine. Secondo la stessa testimonianza, gli
psicofarmaci verrebbero 
anche utilizzati a scopo disciplinare sui trattenuti
che hanno cercato la 
fuga. A questo proposito ricordiamo come sia contrario
al V Principio delle 
Nazioni Unite di etica medica la somministrazione di
farmaci sedanti che non 
sia motivata da criteri puramente medici (4). 

Bisogna inoltre segnalare come dato su cui riflettere
che, secondo quanto 
affermano gli stessi sanitari del centro, ci sarebbe
un rapporto di 10 a 1 
tra uomini e donne nell'utilizzo di benzodiazepine ,
quando nella 
popolazione generale questo rapporto è generalmente di
2 a 1 o 3 a 2 a 
favore delle donne. 

Si é, inoltre, rilevata una discrasia di giudizio
sull' accessibilità ai 
servizi sanitari del centro. Flessibile ed adeguata
per i medici in 
servizio, insufficiente per i trattenuti. A questo
proposito risulta 
significativo il caso clinico di un trattenuto
bielorusso che abbiamo 
documentato in questo rapporto. 

In merito alla trasparenza di gestione, segnaliamo la
negativa a consegnarci 
una copia non utilizzata di cartella clinica da parte
dei responsabili del 
centro. 

Le informazioni e le testimonianze raccolte, destano
particolare 
preoccupazione riguardo alle eventuali violazioni e/o
all'affievolimento di 
alcuni diritti fondamentali che dovrebbero essere
sempre garantiti ai 
cittadini stranieri trattenuti nel centro, come quelli
sanciti dagli 
articoli 13 (5) e 32 (6) della Costituzione o come
l'articolo 3 della 
Convenzione Europea dei Diritti dell'uomo (7).
Ricordiamo, inoltre, che le stesse normative interne
relative al 
funzionamento dei CPTA, sanciscono il compito del
Ministero dell'Interno di 
tutelare la salute psico-fisica e garantire una
adeguata assistenza alle 
persone ivi trattenute come anche l'obbligo a
rispettarne la dignità 
umana.(8)
Se da una parte le informazioni raccolte durante le
due visite sono 
insufficienti a dare un quadro esaustivo della
situazione socio-sanitaria 
del CPTA di Ponte Galeria e del rispetto dei diritti
fondamentali delle 
persone ivi trattenute, dall'altra, il contenuto delle
stesse informazioni 
giustifica la necessità di eseguire ulteriori visite
ed accertamenti. Tali 
visite, per assicurare la massima trasparenza ed
attendibilità, dovrebbero 
poter essere eseguite - anche senza preavviso - con
modalità tali da 
garantire una conoscenza il più possibile esaustiva
degli spazi e del 
funzionamento del centro come anche, e soprattutto, la
piena possibilità di 
sostenere colloqui riservati con le persone ivi
trattenute. Si ricorda, a 
questo proposito, che il Ministero dell'Interno ha
negato a MdM l'accesso al 
centro di Ponte Galeria e agli altri Centri di
Permanenza Temporanea. La 
restrizione nell'accesso impedisce di verificare la
piena veridicità delle 
testimonianze e delle informazioni raccolte in questo
rapporto. 

Si è potuto, inoltre, costatare come il centro di
Ponte Galeria riproduca le 
caratteristiche dell'istituzione totale definite da
Goffmann (9), tre le 
quali risulta fondamentale l'isolamento dall'esterno. 

Riteniamo, a conclusione, una garanzia estremamente
importante che esponenti 
della società civile e organizzazioni non governative
di riconosciuta 
indipendenza, possano avere regolare accesso ai Centri
di Permanenza 
Temporanea.
Concordemente con quanto già proposto da altre
organizzazioni non 
governative e associazioni, MdM ritiene necessaria e
urgente l'istituzione 
di un organismo nazionale indipendente di controllo e
monitoraggio dei CPTA, 
come anche degli altri centri di trattenimento per
migranti irregolari e 
richiedenti asilo. 

Medici del Mondo
Sezione Centrosud onlus
Piazza B. Cairoli, 113
00186 Roma
tel. 3343929765 - 3351853361 - 062054845
fax 062054524
www.mdmcentrosud.org
www.medicidelmondo.org
www.mdm-international.org 


note: 

1) La prima richiesta è stata indirizzata da MdM al
Dipartimento per le 
libertà civili e l'immigrazione il 22 giugno 2005. A
questa lettera di MdM 
,che chiedeva di poter visitare i centri di permanenza
temporanea, il 
Dipartimento ha opposto parere contrario. E' stata in
seguito richiesta 
l'autorizzazione a visitare il centro di Ponte
Galeria, tramite una lettera 
del 5 settembre 2005 indirizzata da MdM alla
Prefettura di Roma, alla quale, 
al momento della chiusura di questo rapporto, non
abbiamo ancora ricevuto 
risposta. 

2) E' opportuno citare il caso sanitario di un
trattenuto intervistato. Si 
tratta di un giovane proveniente dalla Bielorussia che
ha fatto richiesta di 
asilo. Al momento della nostra visita il giovane era
trattenuto nel centro 
già da un mese. Al momento del suo ingresso presentava
già una 
linfoadenopatia di origine non determinata e
sintomatologia febbrile 
intermittente. Tale sintomatologia era presente per lo
meno dal mese di 
ottobre dello scorso anno poiché abbiamo potuto
prendere visione di un 
certificato medico (del giorno 14 di quel mese) che lo
attesta. Il giovane 
ci ha riferito di provenire da una zona vicina a
Chernobil e di soffrire di 
una malattia causata dalle radiazioni nucleari a causa
della quale ha già 
dovuto essere sottoposto a varie trasfusioni
sanguigne. Non abbiamo avuto 
accesso alla sua cartella clinica. Abbiamo poi parlato
con i medici in 
servizio, i quali ci hanno dato un'approssimativa
descrizione del suo caso 
clinico, affermando che una tale sintomatologia poteva
essere espressione di 
un amplissimo spettro di patologie. Solo dopo 26
giorni dal suo ingresso nel 
centro gli era stato eseguito un prelievo sanguigno
per degli esami generali 
di cui si attendevano ancora i risultati. Il giovane
bielorusso ci ha poi 
avvisato di essere stato rilasciato dal centro due
giorni dopo la nostra 
visita. 

3) Ci é stato riferito, in particolare, il caso di un
trattenuto ucraino che 
aveva cercato la fuga nascondendosi nel bagagliaio
della macchina di un 
membro del personale del centro. Una volta scoperto,
il trattenuto (a cui 
sarebbero stati somministrati previamente dei
tranquillanti) sarebbe stato 
percosso da agenti di pubblica sicurezza. Sempre
secondo questa 
testimonianza, il trattenuto avrebbe riportato
un'estesa tumefazione 
contusiva alla mascella come segno più evidente delle
violenze subite. 

4) "Vi è violazione dell'etica medica se dei membri
del personale sanitario, 
ed in particolare dei medici, partecipano, in
qualsivoglia maniera, alla 
contenzione di prigionieri e detenuti, fatto salvo il
caso in cui ciò sia 
giudicato, sulla base di criteri puramente medici,
necessario per la 
protezione della salute fisica e mentale o per la
sicurezza del prigioniero 
o del detenuto medesimo, degli altri prigionieri o
detenuti, o del personale 
di vigilanza e non presenti alcun pericolo per la sua
salute fisica e 
mentale" Principio 5 dei Principi di etica medica
applicabili nello 
svolgimento delle funzioni del personale sanitario, ed
in particolare dei 
medici, per la protezione dei prigionieri e dei
detenuti contro la tortura e 
altre pene e trattamenti crudeli , inumani o
degradanti adottati 
dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18
dicembre 1982 (risoluzione 
37/194). 

5) "E' punita ogni violenza fisica e morale sulle
persone comunque 
sottoposte a restrizione della libertà." Comma 4,
art.13 della Costituzione 
della Repubblica Italiana. 

6) "La Repubblica tutela la salute come fondamentale
diritto dell'individuo 
e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti. 
Nessuno può essere obbligato a un determinato
trattamento sanitario se non 
per disposizione di legge. La legge non può in nessun
caso violare i limiti 
imposti dal rispetto della persona umana" Art. 32
della Costituzione della 
Repubblica Italiana. 

7) "Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene
o trattamenti inumani 
o degradanti." Art. 3 della Convenzione Europea per la
salvaguardia dei 
diritti dell'uomo e della libertà fondamentali. 

8) "Lo straniero è trattenuto nel centro con modalità
tali da assicurare la 
necessaria assistenza ed il pieno rispetto della sua
dignità" Art. 14.2 del 
Decreto legge n°286, Luglio 1998 (Testo Unico).
"Il trattamento all'interno del centro deve essere
conforme al rispetto 
della dignità della persona e improntato ad assoluta
imparzialità ed assenza 
di discriminazione di ogni genere" Direttiva generale
in materia di Centri 
di Permanenza Temporanea ed Assistenza, Prot. 3435/50,
30 agosto del 2000. 

9) "Un'istituzione totale può essere definita come il
luogo di residenza e 
di lavoro di gruppi di persone che, tagliate fuori
dalla società per un 
considerevole periodo di tempo, si trovano a dividere
una situazione comune, 
trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso
e formalmente 
amministrato" Asylums di Erving Gofmann, 1961. 








	

	
		
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