OGM ! E IRAQ COLONIZZATO - Iraq: i contadini obbligati a comprare sementi Monsanto



----- Original Message -----
Sent: Monday, September 19, 2005 12:00 PM
Subject: [NetworkcontroG8] OGM ! E IRAQ COLONIZZATO
da: http://italy.indymedia.org/news/2005/09/877173_comment.php#877174

OGM ! E IRAQ COLONIZZATO: Iraq: i contadini obbligati a comprare sementi
Monsanto
 by BOYCOTT Monday, Sep. 19, 2005 at 5:31 AM mail:


IRAQ - La ricostruzione dell'Iraq procede a gonfie vele. Il Paese viene
arricchito ogni giorno, a cura degli occupanti americani, delle migliori
leggi già praticate dalla civiltà occidentale.
Una di tali leggi, dettata dall' «autorità provvisoria» (occupante) e dal
suo zar oggi dimessosi, Paul Bremer, è quella sulla proprietà
intellettuale: certamente la più urgente, dati gli attuali bisogni del
popolo iracheno.
Questo decreto mira ad adeguare il Paese «agli standard internazionali
riconosciuti nella protezione» della proprietà intellettuale.
Era ora mettere questi incivili al passo della civiltà.
Ma non dovete immaginare che gli iracheni, operosi e tranquilli sotto il
tallone dei Marines e dei mercenari, stiano febbrilmente producendo
magliette Benetton contraffatte, false borsette Prada e finti completi
Armani, come fanno i cinesi.
Nulla di tutto questo.

Gli USA hanno deciso che gli iracheni devono imparare, con la massima
urgenza, a rispettare i semi geneticamente modificati e debitamente
brevettati (1).
Infatti, in base al decreto (in vigore dal 2004), d'ora in poi ai
contadini dell'Iraq sarà vietato mettere da parte una quota del raccolto
da usare come semente per l'anno successivo.
Questa pratica, usata dall'uomo per millenni e ancora adottata dal 97% dei
coltivatori iracheni, viene dichiarata illegale.
Invece, i contadini dell'Iraq dovranno munirsi di licenza annuale per
usare semi OGM made in USA, ovviamente dietro pagamento.

Così si legge nell'intricata lingua di legno del decreto - Ordine 81,
paragrafo 66 bis emanato da Paul Bremer: «agli agricoltori è vietato
riutilizzare i semi di varietà protette od ogni varietà citata al punto 1
e 2 del paragrafo C dell'articolo 14».
In chiaro, si intima ai contadini di distruggere tutte le sementi ogni
anno, e di ricomprarle da «fornitori autorizzati».
Come per caso, il primo e principale fornitore autorizzato è la Monsanto,
società multinazionale capeggiata da una famiglia Shapiro.
Gli americani in Iraq non sapranno controllare il territorio, ma sanno
controllare benissimo gli affari delle loro multinazionali, specie se
appartengono alla razza eletta. E' per loro che muoiono i soldati USA.

Note
1) Iman Khaduri, «The ultimate war crime: breaking the agricultural
cycle", Globalresearch, 25 gennaio 2005

------

OLTRETUTTO, è ANCHE l'ennesima (oramai superflue) dimostrazione di come
l'interesse fosse "esportare la democrazia"......


BOICOTTARE FINO ALLA FINE.


 aggiungo x chi non conoscesse la MONSANTO la sua storia
 by BOYCOTT Monday, Sep. 19, 2005 at 5:38 AM mail:


Storia della Monsanto
Tratto dal libro: «Transgenico NO», Malatempora

La chiamano la Microsoft del transgenico, del biotec, ma lei non dovrebbe
essere divisa in due o tre, dovrebbe essere spazzata via, messa in
condizione di non fare danni spaventosi, come ha fatto, sta facendo e
farà, se non sarà fermata.
La storia. Nasce nel 1901 a East St. Louis, nell'Illinois, come
produttrice di saccarina. Nella grande crisi del '29 mentre milioni di
americani senza lavoro non riescono a mangiare, lei si mangia una ditta
che ha giusto messo a punto un nuovo composto, i policlorobifenili, detti
PBC. Sono inerti, resistenti al calore, utili all'industria elettrica
allora in grande espansione e come liquidi di refrigeranti nei
trasformatori.
La Monsanto fa i soldi, ma già negli anni Trenta viene fuori che il PCB è
un composto chimico tossico, ma l'elettrico è troppo importante, e la
Monsanto va avanti pressoché indisturbata.
Negli anni Quaranta si occupa di diossine e comincia a fabbricare
l'erbicida noto come 245T, il nome gli deriva dal numero di atomi di cloro
del famigerato composto. Così efficace che già negli anni Sessanta le
grandi praterie americane, così infestate, diventano «silenti» ed uscirà
un libro famosissimo a denunciare «the silent spring», la primavera
silenziosa, senza uccelli, che darà il via alle prime campagne ecologiche
americane.
L'erbicida è così potente che l'esercito americano lo usa come defoliante
nella sua guerra in Vietnam, dove concepisce l'idea demenziale che
distruggendo tutte le foglie degli alberi del Nord e Centro Vietnam
riuscirà a scovare i Vietcong. Che invece arriveranno fino a Saigon, e
faranno scappare l'ambasciatore americano dal tetto dell'ambasciata, con
la bandiera a stelle e strisce arrotolata, sotto il braccio, mentre si
alza su un elicottero che lo riporterà via, per sempre. Ma questa è
un'altra storia.
La Monsanto, durante tutta quella sciagurata guerra, la prima che gli
Americani perdono nella loro storia, ha venduto all'esercito il
tristemente famoso «agente orange», un misto di 245T della Monsanto e del
24D della sua rivale Dow Chemical, sua alleata per la patriottica
distruzione delle foreste del Vietnam. Scienziati ed opinione pubblica,
oltre alle diserzioni in massa dei giovani americani fanno sospendere, nel
1971, lo spargimento dell'agente orange, di cui si conoscono gli effetti
delle diossine sull'ambiente.
Ed è cancerogeno, ha provocato danni immunitari e alla riproduzione che
non hanno finito di fare male ai vietnamiti. Come si vede, la Monsanto
viene da lontano davvero. Ma questo è ancora poco. Negli anni Ottanta
scopre il glifosato, sostanza base per molti erbicidi, e soprattutto del
tristemente famoso Roundup. Il Roundup è un pesticida potente, e
conveniente, che dà alla Monsanto profitti del 20% annui, proiettandola ai
vertici. Però ha un difetto: fa male agli umani. I disordini provocati dal
glifosato sono noti e documentati, ma le lobbies pro-pesticidi sono ormai
potentissime, inarrestabili.
Il solo piccolo neo di questi tempi, mentre leggete, gli scade la patente
del Roundup, insomma, la fine della pacchia. Ma ormai la Monsanto, da
grande multinazionale qual è, sa guardare lontano. Nel 1997 scorpora
chimica e fibre sintetiche e le mette in una società di nome Solutia e
spende miliardi (di dollari) che le vengono dai profitti del Roundup nel
campo biotech, che, insieme a quello del software, sta diventando il
darling di Wall Street. Capisce alla svelta che quello sono le due grandi
strade del futuro: informatica e biotecnologie. La Monsanto viene fuori
con la grande pensata.
La grande pensata è questa: fabbrichiamo una specie di semente resistente
al glifosato, così possiamo vendere le sementi super-resistenti, che si
chiameranno Roundup ready, insieme al Roundup stesso. Così possiamo
continuare a prendere due piccioni con una fava: vendere le sementi, e
ancor più pesticida Roundup, un pacchetto doppio che abbiamo solo noi.
Splendido, no?
Così, dal 1997 la Monsanto comincia a vendere soia, mais e colza
transgenici, cioè con un gene che, dice lei, li fa resistenti al Roundup.
Ci prova anche con il cotone, ma gli va male. Però soia, mais e colza
vanno bene, e arriveranno, per vie traverse e spesso complicate, sulle
tavole di tutto il mondo, ormai abituate a prodotti con dentro di tutto.
Basta che siano colorati, pubblicizzati e venduti nei supermercati come
prodotti nuovi, con i nomi degli ingredienti così piccoli che non li legge
neanche un notaio di Catania.
E non è finita. Nel 1998 una delle nuove aziende Biotech, la Delta e Pine
Land, si è inventata e brevettata una tecnica di nome «sistema di
protezione della tecnologia» che è una modifica genetica alla pianta, a
molte piante, che le fa sterili. Come ogni persona di buon senso può
capire, è peggio della bomba atomica.
Possono sterilizzare una pianta, e quindi, se ti costringono a usare i
loro semi, te li possono rivendere anno dopo anno: sei nelle loro mani
peggio di quanto il contadino servo della gleba del medioevo era nelle
mani del suo signore feudale.
Il brevetto prende il nome di Terminator. La Monsanto, dopo due mesi dal
brevetto, si compra la Delta & Pine Land, con l'evidente scopo di vendere
le sementi transgeniche, che vengono chiamate «suicide» ai mercati
dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina. (.)
. Ma la verità, si sa, alla fine viene fuori, e le bugie hanno le gambe
corte. Un giornale tra i pochissimi, The Ecologist, inglese, fa un numero
speciale sul transgenico, e fa i nomi della gente delle lobbies che hanno
fatto passare le leggi sui brevetti. Sono spesso quelli che poco prima
erano nel biotech: era così e lo è ancora nel farmaceutico come negli
armamenti, la chiamano la «revolving door». Entrano nelle multinazionali e
escono dalle lobbies o dalle burocrazie ministeriali che decidono, e
viceversa, da sempre.
La Monsanto e quelli del biotech premono sulla distribuzione del giornale,
e lo fanno saltare. Ma alla fine esce, in inglese, in francese e in
spagnolo e com'è come non è, in pochi mesi l'Europa si allerta ai
transgenici, e al Terminator, suo aspetto più orrificante, e non vuole ne
soia ne altro di quel genere. (.)
La Monsanto si fonde con Pharmacia Upjohn, che fa un marchio separato per
il transgenico agricolo, Che vogliono spacciare, spacciare è il termine
giusto, anche in Italia, nel nome della fame del mondo, e dei prodotti che
contengono la vitamina qui, e l'antibiotico là.
Con la connivenza, ovviamente, dei giornali e TV, insomma del mediatico
tutto, che bisogna vi abituate a considerare per quello che è: la longa
manus dei peggiori profittatori. Se poi ci siete chiesti cosa c'era di
così terribile nel numero di The Economist, la risposta è: tutto. Dalla
storia che ormai ha fatto il giro del mondo, denunciata in prima battuta
da «Pure food» gruppo di ONG che hanno tirato fuori la sempreverde combine
della revolving door, della porta girevole che funziona da sempre per le
industrie belliche, i ricercatori e gli uomini chiave passano
dall'industria alle organizzazioni statali che queste controllano.
Cioè controllori e controllati sono sempre le stesse persone, che da
quella porta girevole passano, ogni due o tre anni. Nel nostro caso, è una
ricercatrice della Monsanto, chiamata dalla FDA a controllare le sue
stesse ricerche. Lo stesso per una certa Ann Foster, passata da direttrice
dello Scottish Consumer Council alla Monsanto, ed ancora membro di diverse
commissioni di consulenza britanniche, tra cui quella degli aspetti medici
degli alimenti. Evviva!
Le guardie fanno i ladri, e poi ancora le guardie! Ma non crediate che la
Monsanto si fermi davanti a queste quisquilie.
Nel gennaio 1997 la procura di New York ha costretto la Monsanto a
ritirare annunci pubblicitari che sostenevano che il suo diserbante,
l'ormai famigerato Roundup, è biodegradabile e non nuoce all'ambiente,
perché menzogneri.
Secondo la facoltà di Igiene della Università di California, il glifosato
occupa il terzo posto nelle cause di malattie legate ai pesticidi
contratte dai lavoratori. Ma la Monsanto, come le grandi multinazionali,
può tranquillamente perdere una battaglia, dieci battaglie, perché alla
fine vince, grazie ai suoi avvocati, e alle lobbies, le guerre. Anzi è
così forte che riesce ad imporre quel che vuole agli organismi mondiali
come il WTO.
Progresso che passerebbe per la vittoria totale dei commerci senza
barriere. Ma i ricchi non comprano il cibo dei poveri, per cominciare,
così, noi europei tutti, dobbiamo accettare le importazioni di carne e
latte che provengono dagli USA, da bestiame trattato con Prosilac,
l'ormone prodotto dalla Monsanto, che fa crescere gli animali, e i
profitti, con i risultati che sappiamo.
E sulle carni ormonate, della Monsanto, la guerra tra USA, che li ormoni
ce li mettono, e l'Europa, che non ci sta, è diventata una guerra
commerciale a tutti gli effetti.
Dal 1997 la Monsanto si è scissa in due. La cosiddetta MS si dedica
esclusivamente alle biotecnologie e alla produzione di cibo, per gli
animali e per gli uomini, entrambi geneticamente modificati, oltre alla
fabbricazione di diserbanti e fertilizzanti.


Per ritirare la sottoscrizione a questo gruppo, inviare un'e-mail a
-unsubscribe at it.egroups.com

 
Link utili di Yahoo! Gruppi 

<*> Per andare all'homepage del gruppo vai alla pagina:
   
http://it.groups.yahoo.com/group/NetworkcontroG8/

<*> Per annullare l'iscrizione al gruppo scrivi a:
   
NetworkcontroG8-unsubscribe at yahoogroups.com

<*> L'utilizzo da parte tua di Yahoo! Gruppi è soggetto alle:
   
http://it.docs.yahoo.com/info/utos.html