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Sbarchi di migranti e aggressioni a Licata (ag)
- Subject: Sbarchi di migranti e aggressioni a Licata (ag)
- From: catania at attac.org
- Date: Wed, 28 Sep 2005 12:03:18 +0200
Sbarchi di migranti e aggressioni a Licata (ag) Nel pomeriggio di giorno 23 è avvenuto uno sbarco in corrispondenza della spiaggia della Poliscia a Licata, a qualche chilometro dal luogo dove questa estate si è svolto il Campeggio Nazionale Antirazzista. I 190 migranti giunti tramite un barcone di 12 metri di legno, stracolmo, sono riusciti a raggiungere riva facilmente e si sono subito dileguati nelle campagne circostanti. Alcuni hanno raggiunto le abitazioni della zona dove sono stati anche rifocillati dai cittadini licatesi. Dopo qualche ora (intorno alle 18.00) sono arrivati polizia e guardia di finanza che hanno rastrellato la zona. A questi rastrellamenti hanno partecipato anche alcune associazioni di "volontariato" (Croce Rossa e similari) condotte, tra l'altro, anche con i mezzi del Comune di Licata. Una parte dei migranti catturati è stata trasportata a bordo di 2 autobus della Cuffaro (di proprietà del Presidente della Regione Siciliana) presso la palestra comunale Panepinto. I migranti che non hanno trovato posto nei primi autobus e quelli che venivano man mano catturati durante le "ronde" che nel frattempo continuavano, sono stati ammassati nel piazzale antistante la spiaggia di Mollarella, dove sono rimasti per circa 3 ore senza alcun tipo di supporto umanitario. Intorno alle 21.00, i militanti della Rete Antirazzista Siciliana, che si sono mobilitati subito dopo aver ricevuto la notizia dello sbarco, hanno costituito un presidio davanti la palestra Panepinto, dove hanno constatato che i migranti catturati erano circa 160 per la gran parte di nazionalità irachena; in particolare erano presenti 2 nuclei familiari con 6 bambini di cui 4 neonati, 2 donne in stato di gravidanza e diversi minori che sono sono stati affidati ai Padri Comboniani di Licata. Sebbene la maggior parte dei migranti fosse solo stanca e infreddolita a causa dei vestiti bagnati, c'erano anche 3 feriti non gravi che sono stati trasportati all'ospedale di Licata. Contrariamente a quanto avviene normalmente, i migranti sono rimasti a dormire dentro la palestra comunale. I militanti, com'è prassi, hanno cercato di far pervenire ai migranti i moduli per la richiesta di assistenza legale, ma il commissario della questura di Licata ha vietato ogni possibilità in tal senso. Intorno alle 23.15 è accaduto un fatto assolutamente incredibile: durante il caricamento di un migrante ferito (in barella) sull'ambulanza della Croce Rossa, un militante della RAS intento a fotografare la scena è stato prima spintonato e insultato e successivamente colpito al volto da un "volontario" della Croce Rossa, che lo accusava di disturbare il lavoro dei "volontari" (fotografando il migrante???); a questo punto è nata una colluttazione a cui hanno partecipato 3 crocerossini e alcuni militanti della RAS. Successivamente un militante è stato minacciato di ritorsioni personali, da un "volontario" della Croce Rossa, che ha affermato testualmente "So dove abiti ti vengo a cercare...". La polizia, presente e quindi testimone oculare dell'esatto svolgimento dell'aggressione gratuita, anzichè bloccare gli autori delle violenze e agire di conseguenza, li ha nascosti all'interno della palestra, a cui i militanti non hanno chiaramente possibilità d'accesso. Alla richiesta di identificazione degli aggressori, al fine di procedere ad un azione legale, è stato risposto testualmente dai dirigenti di polizia "domani mattina fate una denuncia contro ignoti". Questo ha fatto ovviamente salire ulteriormente la tensione. Sebbene sia un fatto ormai noto ai più, vogliamo ribadire che i sedicenti "volontari" delle organizzazioni che intervengono nella gestione dell'accoglienza durante gli sbarchi, operano con modalità e pratiche molto prossime a quelle di un gruppo paramilitare, prova ne sia il pronto intervento in occasione dei rastrellamenti e le operazioni di "ordine pubblico". Vogliamo comunque precisare che molte persone delle organizzazioni umanitarie lavorano in buona fede, da veri volontari, e che le stesse vengono tenute all'oscuro (come abbiamo potuto appurare direttamente) del destino che subiscono i migranti da loro assistiti, delle dinamiche delle deportazioni e del business che sta dietro i CPT. Ribadiamo, se ce ne fosse il bisogno, che oltre alla necessaria accoglienza ed al supporto unamitario occorre lottare per il riconoscimento dei diritti. Oggi pomeriggio si terrà una riunione delle realtà licatesi che aderiscono alla RAS e che ieri sono state direttamente coinvolte nei suddetti fatti, per esprimere una posizione comune sull'accaduto e per procedere alle eventuali azioni legali. LA STORIA DELLA SICILIA CE L'HA INSEGNATO, EMIGRARE NON È REATO! Collettivo Licata ANTIfascista
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