Mehmet Tarhan - Risposta Commissione europea



In occasione della II Conferenza Internazionale su "Unione Europea, Turchia
e Kurdi" organizzata dal gruppo GUE - Sinistra unitaria europea e in corso
di svolgimento a Bruxelles (19-20 sett 2005) presso il Parlamento Europeo
(<http://www.europarl.eu.int/gue>www.europarl.eu.int/gue), spero di far
cosa utile nell'inviarvi l'interrogazione di Vittorio Agnoletto e la
risposta della Commissione europea sul caso Mehmet Tahran.

Cordialmente,
Giosuè De Salvo


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E-2860/05
INTERROGAZIONE SCRITTA
di Vittorio Agnoletto (GUE/NGL)
alla Commissione

Oggetto: Arresto del cittadino turco Mehmet Tarhan e diritto all'obiezione
di coscienza in Turchia

Il cittadino turco Mehmet Tarhan è un attivista gay: il 27 ottobre 2001 si
è dichiarato "obiettore di coscienza" rifiutandosi di sottomettersi al
servizio militare obbligatorio nelle Forze Armate turche. Nell'Unione
europea il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare si
prefigura nei fatti come uno dei diritti fondamentali della persona e fa
parte del patrimonio politico, culturale e di civiltà che l'UE propone ai
paesi dell'allargamento, fra cui la Turchia. Mehmet Tarhan rifiuta di
prestare servizio militare anche perché potrebbe facilmente essere mandato
nella regione curda della Turchia e gli potrebbe essere ordinato di sparare
a civili, donne, bambini e uomini. Mehmet Tarhan è stato arrestato l'8
aprile 2005 ed è stato trasferito alla prigione militare di Sivas dove ha
iniziato uno sciopero politico della fame. È accusato ai sensi
dell'articolo 88 del Codice penale militare turco, ovvero di
"insubordinazione davanti al comando", e può essere condannato fino a
cinque anni di prigione. Il sig. Tarhan è stato oggetto di torture e
sevizie in carcere, anche da parte delle autorità legali che amministrano
il carcere. Alcuni sostenitori del sig. Tarhan sono stati anch'essi
arrestati, intimiditi e poi rilasciati.

Non ritiene la Commissione che il diritto all'obiezione di coscienza faccia
politicamente parte integrante dei "criteri politici di Copenaghen" e che
quindi il suo riconoscimento diventi un obbligo per la Turchia? Non ritiene
la Commissione che il sig. Tarhan debba essere immediatamente scarcerato,
alla luce della sua situazione personale e delle sue legittime convinzioni
politiche? Tenendo conto della valenza politica del caso, quali sono i
passi che la Commissione intende compiere per assicurarsi delle condizioni
di salute e di trattamento di Mehmet Tarhan?


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E-2860/05EN
E-2869/05EN
Risposta data dal sig. Rehn
in nome della Commissione
(12.9.2005)


La Commissione conosce le vicende del sig. Mehmet Tarhan, al quale è stato
contestato il reato di insubordinazione ai sensi dell'articolo 88 del
Codice penale militare turco. Il caso sembra presentare una serie di
aspetti rilevanti dal punto di vista della Convenzione europea dei diritti
dell'uomo e il sig. Tarhan o i suoi legali potrebbero valutare un eventuale
ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo, se e quando saranno
esauriti tutti i mezzi di ricorso nazionali

La Turchia non riconosce il diritto all'obiezione di coscienza al servizio
militare obbligatorio e non prevede l'alternativa del servizio civile. Ciò
non è conforme alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la
quale stabilisce: "Il diritto all'obiezione di coscienza è riconosciuto
secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio."

La Commissione continuerà a sorvegliare attentamente l'adeguamento della
Turchia ai criteri politici di Copenaghen, tra cui i diritti umani, e
presenterà la sua valutazione nella relazione periodica 2005 sulla Turchia
che verrà pubblicata nel novembre 2005.