Agnoletto dalla Seconda conferenza internazionale sull'U "e, la Turchia e i curdi: «I diritti umani non sono mer" ce di scambio»



Comunicato stampa di Vittorio Agnoletto


In merito alla  2° conferenza internazionale sull'UE, la Turchia e i Curdi:

«TURCHIA: LA STRADA PER L'EUROPA PASSA PER DIYARBAKIR.

3 OTTOBRE, INIZIO DELLE TRATTATIVE:

I DIRITTI UMANI E LA DEMOCRAZIA NON SONO MERCI DI SCAMBI».



Bruxelles, 20 settembre 2005 - «La Turchia non può prendersi gioco
dell'Unione Europea.
Nessuna della garanzie fornite dalla Turchia sul miglioramento dei diritti
umani e delle regole democratiche sono state realizzate. L'UE deve chiedere
alla Turchia:
 -di riconoscere politicamente l'esistenza di una questione curda e di
avviare delle trattative pubbliche fornendo la propria disponibilità a
parteciparvi come garante,
 -di rispettare la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani di
Strasburgo: deve essere celebrato un nuovo processo per Ocalan con la
garanzia del rispetto dei diritti della difesa».
Con queste parole Vittorio Agnoletto ha iniziato il suo intervento a
Bruxelles, al parlamento Europeo, nella sessione di apertura  della 2°
conferenza internazionale sull'UE, la Turchia e i Curdi.
«La legge elettorale mantiene lo sbarramento del 10% che impedisce ai curdi
di avere una propria rappresentanza parlamentare; una nuova legge impedisce
agli avvocati che difendono i diritti umani  di compiere il loro dovere
professionale; i sindacati degli insegnanti sono stati sciolti perché
avevano difeso il diritto di ciascuno di esprimersi a scuola anche nella
propria lingua; Mehmet Tarhan, un giovane turco, gay, è stato condannato a
4 anni di carcere per essersi rifiutato di svolgere il servizio militare,
la Turchia non riconosce l'obiezione di coscienza. Ma la situazione più
grave è nella regione del Kurdistan turco: si continuano a registrare
violente azioni militari contro la popolazione curda, torture, e rapimenti
come mostrano anche gli eventi di questi giorni.
Ciò nonostante chiedo ai rappresentanti del popolo curdo in Turchia - ha
proseguito Agnoletto - di rinunciare definitivamente ad ogni ipotesi di
mobilitazione armata e di impegnarsi ulteriormente per il rilancio del
processo politico.
La strada per l'UE passa per DIYARBAKIR, la capitale del Kurdistan curdo.
Con la stessa chiarezza va affermato che i confini dell'UE comprendono 25
stati e che l'idea che la Turchia possa pensare di discutere con l'UE senza
riconoscere uno dei 25 stati, Cipro, è del tutto inaccettabile. E non si
risolve con qualche artificio letterario in una dichiarazione alla stampa».

Vittorio Agnoletto, europarlamentare del gruppo GUE/NGL


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