Philosophia Pacis



dopo la marcia per la pace...............

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Philosophia Pacis

Raimon Panikkar

La filosofia della pace è qualcosa di più che un'osservazione passiva; è anche una partecipazione attiva al dinamismo della realtà e per questo richiede un cuore puro, altrimenti qualsiasi interferenza è violenta e disturba la pace.

Già in passato gli antichi scolastici hindu affermavano che senza uno 
spirito calmo e distaccato non si può raggiungere la verità. 
La verità è liberante e ispira l'azione giusta.
Una della cause del disagio moderno è forse l'avere lottato per la 
pace senza ispirarsi a una vera filosofia della pace.
Siamo pronti ad imporre il NOSTRO concetto di pace.
Ma tutto ciò che proviene da uno spirito umano non in armonia con se stesso
e con il mondo può difficilmente portare alla pace.
 
I 9 sutra che seguono sono come gli anelli di un'unica catena d'oro; 
l'uno porta all'altro e tutti insieme formano il gioiello che chiamiamo 
pace.
 
1. Pace e nonviolenza non significano atteggiamento puramente passivo, 
assenza di resistenza o mancanza di forza e potere, bensì rispetto, 
non violazione della persona, la dignità intima di ogni essere.
Il senso della nostra vita non va ricercato solo nel suo fine, né 
possiamo accontentarci di soddisfazioni momentanee. Il fine della vita 
si trova nel camminare.
La nostra cultura ha prodotto una società che, oltre a non avere la 
pace, ne rende difficile la realizzazione. Propongo l'emancipazione 
dallo  status quo e la sua trasformazione in fluxus quo; muoversi verso 
un' armonia sempre nuova e mai perfetta. Adeguarsi, scoprire, superare e 
continuare a camminare.
 
2. Non dovremmo minimizzare il dolore umano di chi è vittima delle 
guerre, ma se vi è pace interiore esiste ancora possibilità di 
sopravvivenza.
La pace è più che assenza di conflitti umani. se non c'è pace in 
noi non può essercene attorno a noi. Ma non è possibile godere della 
nostra pace interiore se il nostro mondo subisce violenza. La relazione 
è dualistica e interdipendente. La filosofia della vita intesa come la 
"sapienza dell'amore" ci aiuta a superare la dicotomia tra interiorità 
ed esteriorità e ci consente di godere della pace interiore in mezzo a 
sofferenze esterne e di impegnarci ad alleviare le ingiustizie senza 
perdere la nostra gioia interiore.
 
3. La pace non si conquista per se stessi né la impone agli altri. non 
si COMBATTE per la pace. I regimi che vengono imposti non rappresentano 
la pace per chi li subisce. La pace si deve accettare come un dono. La 
pace si scopre non si conquista; essa è il frutto di una rivelazione. 
La pace deve essere nutrita e persino creata, poiché non esiste 
ricetta per la pace, né alcun programma precostituito.
 
4. La vittoria ottenuta con la sconfitta violenta del nemico non conduce 
mai alla pace. Chi vince genera odio. La pace è più che semplice 
giustizia è più di una specie di equilibrio, spesso basato sul 
timore e sulla paura di vendetta: è l'avvento costante di un nuovo 
ordine. La vittoria conduce alla vittoria, non alla pace.
La pace è beatitudine, il valore ultimo della vita.
 
5. Dobbiamo disarmare le nostre culture prima di eliminare le armi. La 
nostra cultura tratta 'altro come selvaggio, non sviluppato, 
intollerante, come nemico.
La civiltà dominante ha sviluppato un arsenale terribile, imitata poi 
dagli altri popoli convinti a loro volta che questo fosse l'unico mezzo 
per essere ascoltati e conquistare autorità.
ma il disarmo culturale è pericoloso, si diviene vulnerabili.
Disarmo culturale presuppone una critica alla cultura non solo alla luce 
di ciò che non ha funzionato nella cultura occidentale, ma anche nella 
prospettiva di un approccio interculturale genuino.
 
6. Nessuna cultura o religione può risolvere da sola i problemi del 
mondo. Nessuna cultura può fornire oggi risposte universali. 
L'approccio interculturale è imperativo, il pluralismo. OGNI cultura, 
religione, tradizione offre una via di salvezza
 
7. Non esiste un solo concetto di pace poiché la pace non è 
un'ideologia da imporre. Per rispettare il pluralismo preferiamo dire 
che la pace è un mythos piuttosto che un ideale. L'ideale della pace 
è il nostro ideale, che può differire dall'idea di pace di altri 
popoli. La comunione del mythos non elimina i conflitti ma permette una 
flessibilità che le idee non tollerano.
 
8. La religione è una via verso la pace. Una feconda cooperazione tra 
le varie religioni è la strada da percorrere per aiutare la 
trasformazione dell'uomo.
 
9. Solo il perdono e il dialogo continuo portano alla pace.La punizione 
e il risarcimento non conducono alla pace. Credere che il ristabilimento 
di un ordine infranto possa mettere a posto le cose è immaturo. la 
pace non è restaurazione. la sola via verso la pace è un cammino 
avanti. il perdono è un atto che trascende la volontà. Avere la 
volontà di perdonare non dipende dalla volontà. Se il mio cuore non 
mi porta spontaneamente al perdono parlarne sarebbe un'ipocrisia. Per 
perdonare occorre la forza delle spirito.
 
LA FILOSOFIA INTERCULTURALE è L'EPIFANIA DI SPERANZA. Possano queste 
considerazioni renderci più consapevoli della nostra dignità e della 
nostra responsabilità.
 
 
Da: https://lists.xsec.it/pipermail/lettere.da.bagdad/2003-March/000056.html