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Senza misericordia - Kaos
- Subject: Senza misericordia - Kaos
- From: "Associazione Partenia" <partenia at katamail.com>
- Date: Mon, 12 Sep 2005 16:25:06 +0200
"penso di avere trovato l'anello mancante tra gli animali e l'Homo sapiens: N O I " Konrad Lorenz (Vienna 1903-1989) Teologia senza misericordia? di Francesco Pullia Mentre non si è ancora spenta l'eco del viaggio di Benedetto XVI nella natia Germania, può risultare interessante, in prossimità del venti settembre, leggere una polemica biografia che inquadra l'ascesa al soglio pontificio all'interno di un preciso ordito istituzionale, teologico, politico. S'intitola "Senza misericordia" ed è stata pubblicata da Kaos, casa editrice milanese attenta ad interpretare in chiave critica protagonisti e fatti della Chiesa cattolica. Gli autori, alcuni dei quali probabilmente residenti tra le mura vaticane o, comunque, in rapporti di grande dimestichezza con cordate ed intrighi d'Oltretevere, hanno preferito l'anonimato trincerandosi dietro lo pseudonimo "Discepoli di verità". Diciamo subito che la prima parte, intitolata "Dalla Baviera al Vaticano", ci è sembrata francamente stonare un po' con il resto del libro. Non risulta, infatti, ben documentata la presunta vicinanza di Joseph Ratzinger, giovane seminarista, al nazismo. Ci si appoggia ad allusioni che poco o nulla provano. E, inoltre, ammesso e non concesso che ci sia pure stata, così come per la stragrande maggioranza dei tedeschi del tempo, una certa accettazione della subordinazione al regime hitleriano, che dire allora di quegli entusiastici vincitori di Littoriali fascisti o di quei repubblichini divenuti, successivamente alla caduta del fascismo, esponenti di primo piano del Partito Comunista o icone della letteratura e del teatro cosiddetto "impegnato"? Il libro si mostra, invece, utile, se non altro a livello di controinformazione, quando riesce a tratteggiare molto bene la doppiezza di fondo della personalità di colui che è stato designato al ruolo di vicario di Cristo: da un lato timido, riservato, apparentemente timoroso e restio ad assumere incarichi importanti, dall'altro scaltro e abile manovratore, ambizioso, dedito al conseguimento di obiettivi personali tramite il sostegno, più o meno velato, della potentissima Opus Dei e di un'organizzazione, altrettanto economicamente e politicamente influente e condizionante, come Comunione e Liberazione. Nominato nel 1962, trentacinquenne, teologo del Concilio Vaticano II e divenuto animatore di "Concilium", rivista innovativa in ambito cattolico, appena dieci anni dopo Joseph Ratzinger, come un camaleonte, cambia pelle figurando tra i fondatori di "Communio", rivista decisamente anticonciliare e antiprogressista, e assumendo posizioni dichiaratamente conservatrici. La sua influenza e il suo potere crescono rapidamente. Lo vediamo così giungere al vertice della Congregazione per la dottrina della fede, cioè dell'ex Sant'Uffizio, da cui con inflessibilità e, appunto, "senza misericordia" colpisce teologi a lui invisi condannandoli all'estromissione dall'esercizio pastorale e, diversi, ad umilianti ritrattazioni tipiche dei metodi inquisitori. Ad uno ad uno, la sua mannaia cade implacabile su Hans Küng, accusato di deviazionismo dalla "verità integrale della Chiesa", Gustavo Gutierrez e Leonardo Boff, espressioni della "Teologia della liberazione", Edward Schillebeeckx, contrario al celibato ecclesiastico e favorevole all'ordinazione sacerdotale femminile, Charles E. Curran, comprensivo nei confronti delle relazioni stabili tra omosessuali, della contraccezione e del divorzio, mons. Pedro Casaldàliga, sostenitore della causa degli indios contro i latifondisti-schiavisti, mons. Raymond Hunthausen, antimilitarista americano, mons. Jacques Gaillot, vescovo francese non contrario all'uso dei profilattici nella prevenzione dell'aids, Ivone Gebara, brasiliana, ispiratrice della teologia femminista dell'America Latina, don Leonardo Zega, direttore di "Famiglia cristiana", giudicato troppo aperto su argomenti come l'autoerotismo giovanile, l'omosessualità, il divorzio, padre Tissa Balasuriya, cingalese, che in un libro aveva contestato l'iconografia della Vergine e definito il peccato originale "una produzione del pensiero occidentale", Anthony De Mello, gesuita indiano, reo di avere cercato nei suoi libri un punto d'incontro tra cristianesimo e spiritualità orientale, Jacques Dupuis, gesuita, messo sotto inchiesta per il libro "Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso", André Guindon, teologo canadese che si era espresso favorevolmente sulla contraccezione e sui rapporti prematrimoniali, padre Robert Nugent e suor Jeannine Gramick, "colpevoli" di prestare assistenza spirituale a gay e lesbiche, Eugen Drewermann, teologo tedesco, per il suo approccio psicanalitico e antidogmatico alla religione, Karl Lehmann, Walter Kasper e Oskar Saier, vescovi tedeschi, per avere firmato una pastorale nella quale si ammettevano all'eucarestia anche divorziati e risposati, mons. Emmanuel Milingo, il cui drammatico caso è rimbalzato sui giornali di mezzo mondo. E la lunga lista inquisitoria non è finita. Prosegue con l'inglese suor Lavinia Byrne, sostenitrice del sacerdozio femminile, il liturgista austriaco Reinhard Meßner, il francescano, svizzero, Josef Imbach, il teologo moralista spagnolo Marciano Vidal, il teologo laico spagnolo Juan José Tamayo, don Franco Barbero, don Luigi Ciotti. Altro atteggiamento viene, invece, riservato al tradizionalista scismatico Marcel Lefebvre, nei cui confronti si notano palese benevolenza e diplomazia, o al sacerdote messicano Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo e amico personale di Giovanni Paolo II e del segretario di stato cardinale Angelo Sodano, accusato di abusi sessuali da ben otto ex legionari. Il suo caso viene insabbiato. Come se non bastasse, in più di un trentennio Ratzinger redige notifiche, osservazioni, istruzioni, che vanno dalla condizione femminile alla ricerca scientifica e addirittura alla musica rock (genere che, secondo lui, dovrebbe essere "purificato" in quanto foriero di "messaggi satanici"), in cui si riscontra furore censorio e antimodernista. Basti, tra tutti, l'atteggiamento, tutt'altro che dialogico e aperto, nei confronti del buddhismo definito sarcasticamente "autoerotismo spirituale" o delle pratiche yogiche e meditative condotte all'interno di alcune comunità cattoliche. Se così stanno le cose, senza cadere in posizioni refrattarie e altrettanto intolleranti di quelle manifestate da colui che per lungo tempo ha retto le redini dell'ex Sant'Uffizio assommando contemporaneamente numerosi incarichi di prestigio fino all'effettiva "reggenza" durante la malattia di Giovanni Paolo II, occorre essere molto vigili su quanto il papato di Benedetto XVI può riservare senza farsi abbindolare dai suonatori di flauto e grancassa che, in maniera frettolosamente apologetica, imperversano sui mezzi di comunicazione. E' ancora presto, troppo presto, per esprimere un giudizio sereno sull'operato del nuovo pontefice. Certo, il suo passato non può essere considerato incoraggiante né inteso come preludio a svolte sensazionali. E, tuttavia, come sempre nella vita, la prudenza è d'obbligo, soprattutto quando ci si trova innanzi a figure estremamente complesse e contraddittorie. <http://www.radicali.it/newsletter/view.php?id=40880&numero=1214&title=DOWNLOAD>http://www.radicali.it/newsletter/view.php?id=40880&numero=1214&title=DOWNLOAD Ci scusiamo se qualcuno di voi è finito per sbaglio nella rubrica dell'Associazione Partenia.Se Ci scusiamo se qualcuno di voi è finito per sbaglio nella rubrica dell'Associazione Partenia.Se non avete gradito il messaggio e se non volete più riceverne, potete inviare una mail con su scritto"cancellami".Provvederemo immediatamente.Cordiali saluti. ASSOCIAZIONE PARTENIA <http://utenti.lycos.it/partenia>http://utenti.lycos.it/partenia
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