[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La sfida dei movimenti 2
- Subject: La sfida dei movimenti 2
- From: Cantieri Sociali <cantierisocialimolise at yahoo.it>
- Date: Wed, 31 Aug 2005 11:33:18 +0200
Continua il dibatto sulla pagine de "il Ponte" su sinistra di alternativa, movimenti e primarie. Dopo l'intervento di Luigino Vitulli sul numero di Luglio adesso ad intervenire E' Italo Di Sabato OLTRE LA SINDROME DEL QUORUM Non c'E' niente di peggio per la politica (e non solo per la politica) del diventare liturgia, del ripetersi stancamente, del non cogliere le trasformazioni nel corpo sociale come nel contesto in cui si agisce. Per la sinistra molisana penso che sia necessario darsi il tempo di una riflessione pacata, profonda e rigorosa, tanto sulla propria capacità di leggere il presente come sulle forme del proprio agire. Di farlo nelle modalità che si ritengono più consone alla storia di ciascuno, ma anche coinvolgendo a pieno titolo tutte quelle persone che alla sinistra guardano con attesa e speranza pur non riconoscendosi in alcuna delle attuali appartenenze. Dico questo perché parto da una semplice considerazione, che così non và. Se qualcuno pensa che si possa far finta di niente, magari affidandosi alle certezze protettive di partito, o che sia giunto il momento di una stretta organizzativa per inglobare, o peggio ancora, per far "campagna acquisti", in spregio ad una esperienza sociale e collettiva sul territorio, si sbaglia di grosso. Anche perché siamo costretti a fare i conti con una malattia che E' difficile da debellare in larghi settori della sinistra molisana: il settarismo. Quella presunzione che finisce per autoconvincerci che ognuno di noi abbia la ricetta giusta, mentre gli altri sbagliano di brutto: il mio partito E' più a sinistra del tuo, la mia associazione E' meglio della tua, tu sei un politicista, allora tu sei un movimentista distante dalle masse popolari. Il rischio E' che così facendo (cioE' non facendo nulla) continua a crescere sfiducia e disincanto, e che si disperdono quelle intelligenze, energie, risorse, insomma quel patrimonio politico che s'intende aggregare. Con il risultato di vanificare ogni sforzo e lasciare appassire l'aspirazione di un'altra sinistra possibile. E, ancor peggio, di non riuscire a raggiungere e intercettare quell'enorme e informe magma sociale senza bandiera e senza speranza e che tuttavia ci consegna una grande domanda politica. Partiamo, allora, proprio da qui, da questo bisogno di politica che resterà potenziale (se non avverso) se non troverà un progetto, una prospettiva coinvolgenti e convincenti. Pensiamo a come organizzare i nostri incontri, facciamo tutti i confronti che riteniamo necessari, discutiamo anche oltre il limite della reciproca sopportazione. Ma poi, per favore, concediamo a noi stessi e a tutti quelli a cui vorremmo parlare la possibilità di uno strumento concreto con cui andare avanti. Anche perché in Molise, regione così spaesata sono in corso processi sociali profondi, che forse sono già più avanzati di quanto noi siamo in grado di esprimerli, raccontarli e perfino interpretarli. Superiamo dunque le angustie e muoviamoci con coraggio. Poi vedremo cos'E' successo, valuteremo con calma, se la sinistra politica e sociale possano costruire un percorso comune lottando per gli stessi traguardi, che certamente non potrà essere "la sindrome del quorum" a far sperimentare anche nuove forme di aggregazione elettorale a livello regionale. CON IL CUORE, OLTRE IL QUORUM. I MOVIMENTI CI INSEGNANO CHE NON PARTIAMO DALL'ANNO ZERO. Le lotte sociali messe in campo dai movimenti e dai comitati sul territorio hanno posto in evidenza l'urgenza di mettere in campo una proposta politica forte e alternativa, che non può e non deve essere la sterile sommatoria di gruppi e ceti politici, ma piuttosto l'articolazione consequenziale, di termini di spazio e progetto politico, di un cammino di lotte sociali sul territorio che hanno visto tanti cittadini fuori dagli apparati di partito ad essere protagonisti. Per dare fiato a queste lotte, ai movimenti, molti hanno compiuto scelte difficili, strappi e rotture profonde con il proprio passato: per quel che mi riguarda, le distanze si sono accentuate in questo "camminare domandando"con compagne e compagni che hanno preferito la rassicurante tradizione restando al sicuro nelle trincee che abbiamo scavato negli anni bui di devastazione sociale; ma fortunatamente ho incontrato tanti latri compagne e compagni lungo i percorsi dei movimenti. E qui che i cammini si sono incrociati, in uno spazio pubblico indipendente che ha prodotto un esodo dal pensiero e dalle pratiche delatorie della politica cinica e sclerotica, camminando in avanti destrutturando le dicotomie classiche (riformismo/rivoluzione, avanguardia/masse, politica/sociale, antagonismo/alternativa) attraverso una profonda contaminazione culturale e ricerca costante, dentro le movenze dei terreni di sperimentazione e innovazione politica. Per questo, credo che i tempi siano maturi per dare uno slancio ulteriore al processo di costruzione di questo spazio politico, di aprire sui territori una fase costituente di riflessione intorno all'ipotesi di costruzione di una sinistra di alternativa. Ritengo che bisogna imprimere un'accelerazione di questo percorso, come logica consequenzialità al lavoro politico che i movimenti hanno portato avanti in questi anni. Credo che con coraggio e determinazione bisogna porre nell'agenda politica dell'autunno questo dibattito, avendo la capacità di articolarlo e innervarlo nel tessuto concreto delle lotte sociali e delle mobilitazioni. Questa sfida bisogna giocarla fuori dalle stanze del potere e delle segreterie di partito. Bisogna far si che tutto parta da chi ha inteso le lotte non solo come opposizione a decisioni calate dall'alto (turbogas, termovalorizzatori, precarietà) ma ha sperimentato sui territori nuove forme di organizzazioni di soggettività politiche partecipate. Bisogna provare a rovesciare la carta geografica della politica in Molise. La sfida delle primarie deve dire tutto questo. Se l'Unione nei prossimi mesi non decide di aprire una fase di coinvolgimento dal basso, di partecipazione, di democrazia vera, se non si crea un vincolo al di là dell'alleanza tra i partiti, il rischio E' che si può giungere all'esperienza di governo regionale, senza nessuna prospettiva di rottura con l'esistente, anzi con un rafforzamento del connubio politica e affari. Per questo la costruzione della sinistra di alternativa non può che non passare con la richiesta delle primarie, non come semplice scelta del leader dell'unione, ma come reale occasione di attraversare le scelte decisionali con un vero processo partecipato, con votazioni aperte e libere attorno a ipotesi alternative. Non c'E' molto tempo. Cominciare fin da ora vuol dire avere la consapevolezza che il governo E' un strumento, non un fine, e che il governo non può essere la vera forma-partito, cosi com'E' stato nell'ultimo decennio. Nel cuore del progetto dell'unione ci deve essere l'idea di dare pieno accesso alla democrazia, ai conflitti sociali e tutti i soggetti esclusi, di cambiare e allargarne procedure e forme, e in qualche modo, soprattutto per chi ha fatto della rifondazione una propria identità, pensare che la rifondazione della sinistra (necessaria e urgente) passa attraverso la rifondazione della politica. Italo Di Sabato
- Prev by Date: I: MORTE ALL'ORTOMERCATO
- Next by Date: Texas: Francis Elaine Newton, possibile innocente, a due settimane dall'esecuzione - appello online su amnesty.it
- Previous by thread: I: MORTE ALL'ORTOMERCATO
- Next by thread: Texas: Francis Elaine Newton, possibile innocente, a due settimane dall'esecuzione - appello online su amnesty.it
- Indice: