Immigrazione: replica del presidente Marco Bertotto alle affermazioni del ministro Pisanu



#  Questa lista per la distribuzione delle informazioni
#  e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International.
#  Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si
#  prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non
#  vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo

COMUNICATO STAMPA
CS53-2005

IMMIGRAZIONE: DICHIARAZIONE DI MARCO BERTOTTO, PRESIDENTE DELLA SEZIONE
ITALIANA DI AMNESTY INTERNATIONAL, IN MERITO ALLE AFFERMAZIONI DEL
MINISTRO DELL'INTERNO PISANU

In merito alle affermazioni del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu,
cosi' come riportate oggi dalle agenzie di stampa, secondo cui Amnesty
International esprime 'posizioni pregiudiziali nei confronti del governo
italiano in tema di immigrazione', Marco Bertotto, presidente della
Sezione Italiana dell'associazione, ha replicato: 'Ripetiamo al ministro
Pisanu quanto gia' detto ieri all'europarlamentare Stefano Zappala', cioe'
che sbaglia a parlare di pregiudizio. Quello di Amnesty International e'
un 'post-giudizio' basato sull'osservazione dello scarto esistente tra le
norme del diritto internazionale in materia di rifugiati e la prassi ormai
ricorrente delle autorita' italiane di effettuare deportazioni di
cittadini stranieri verso paesi, come la Libia e l'Egitto, che
notoriamente non rispettano i diritti umani e in particolare i diritti dei
rifugiati'.

'Cogliamo l'occasione' ha aggiunto Bertotto 'per riproporre al ministro
Pisanu alcune domande alle quali non ha mai risposto, nonostante le nostre
numerose lettere e richieste di incontro rimaste fino ad oggi inascoltate.
Perche' non viene reso pubblico il contenuto dell'intesa con la Libia,
sulla base della quale stanno avvenendo le deportazioni? Com'e' possibile
che in pochissimi giorni, come sarebbe accaduto a fine marzo, 559
cittadini stranieri vengano identificati e ricevano un decreto di
respingimento individuale in una lingua a loro conosciuta, come prevedono
le norme italiane? Come vengono garantiti l'accesso alle procedure di
richiesta di asilo e la tutela legale dei cittadini stranieri trattenuti a
Lampedusa e negli altri centri? Ha letto i rapporti di Amnesty
International - che gli sono stati puntualmente inviati - in cui si
denuncia il fatto che i cittadini stranieri respinti in Libia non
riceveranno un esame individuale delle domande di asilo, rischiano di
essere detenuti arbitrariamente e in isolamento, in campi con condizioni
di vita estremamente misere e in cui l'Alto Commissariato dell'Onu per i
rifugiati (Acnur) non ha accesso? Sa che l'ingresso di investigatori
libici nel centro di Lampedusa durante le procedure di identificazione,
com'e' accaduto lo scorso marzo, ha costituito una violazione del diritto
internazionale perche' ha messo a rischio eventuali richiedenti asilo
libici?'.

'Se veramente, come il ministro ha piu' volte sostenuto, nei centri per
stranieri tutte le norme in materia di diritti umani sono rispettate' ha
concluso il presidente della Sezione Italiana 'allora invitiamo il
ministro Pisanu a consentire l'ingresso non solo all'Acnur, ma anche ai
ricercatori di Amnesty International'.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 15 aprile 2005

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it





#  Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e
#  pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i
#  contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura
#  tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei
#  contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e'
#  pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non
#  portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre
#  informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista
#  personali  e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty
#  International.