moratoria



Forlì, 24th March 2005,

Fosse Ardeatine

Può darsi che qualcuno di voi sia finito per sbaglio nella mia rubrica.
Some of you can receive my letter by mistake.
PASS IT ON! FATE CIRCOLARE QUESTO MESSAGGIO!

Non dimenticate mai che la lotta per i diritti umani e contro la pena di
morte è la stessa in tutto il mondo

Never forget that the fight for human rights and against the death penalty
is the same in the entire world

<mailto:giusticlaudio at aliceposta.it>giusticlaudio at aliceposta.it

ENGLISH ABSTRACT AT BOTTOM



UNA PROPOSTA DI MORATORIA

La pena di morte americana non sarà abolita da una bolla papale, né da una
Risoluzione delle Nazioni Unite, né dal Sindaco di Reggio Emilia e nemmeno
dagli abolizionisti di Fort Worth. La pena capitale negli Stati Uniti
finirà quando lo decideranno quelli che il Professor Austin Sarat chiama
"abolizionisti riluttanti" (http://moritzlaw.osu.edu/lawjournal/sarat.htm e

http://www.law.duke.edu/journals/lcp/articles/lcp61dAutumn1998p5.htm ),
cioè quelle persone che, senza convertirsi all'abolizionismo, prenderanno
atto che la pena capitale non può, per sua stessa natura, essere applicata
equamente e coerentemente ed è perciò contraria alla Costituzione
americana. L'esempio è quello del giudice della Corte Suprema Blackmun che,
senza dichiararsi contro la pena di morte in quanto tale, scriveva nella
sua ultima dissenting opinion:



"Sono passati vent'anni da quando questa Corte [Suprema] proclamò che la
pena di morte può essere imposta solo ed esclusivamente in maniera equa e
con una ragionevole coerenza (…) [ma], nonostante gli sforzi degli Stati e
delle corti per escogitare formule legali e regole procedurali adatte a
raggiungere questa impegnativa sfida, la pena di morte rimane intrisa di
arbitrarietà, discriminazione, capriccio ed errore. (…) Da oggi in poi non
mi gingillerò più nel tentativo di riparare il meccanismo della morte. Per
più di 20 anni ho cercato (in realtà ho lottato) insieme alla maggioranza
della Corte nel tentativo di sviluppare regole procedurali e sostanziali
che portassero a qualcosa di più di una mera apparenza di equità
nell'applicazione della pena di morte. Piuttosto che continuare a cullarmi
nell'illusione della Corte che si sia raggiunto il livello desiderato di
equità (…), mi ritengo moralmente e intellettualmente obbligato ad
ammettere che l'esperimento della pena di morte è fallito. (…) [e che] la
domanda di base: - il sistema determina accuratamente e coerentemente quale
accusato "merita" di morire? - non può avere una risposta affermativa."

Callins v. Collins, 1994, Giudice Blackmun, dissenting

http://ethics.acusd.edu/Blackmun.html



Noi abolizionisti dobbiamo cercare interlocutori in quei settori della
società americana che hanno dubbi sul loro sistema giudiziario. Dobbiamo
uscire dal mantra dell'azione urgente e fare attività di respiro
strategico, cercando il dialogo con la società americana non abolizionista.
Dobbiamo smetterla con gli innocenti e concentrarci sui colpevoli, come ci
insegna l'illuminante saggio di Andrew Hammel
(http://www.fdp.dk/uk/strategy.php.) Per farlo dobbiamo utilizzare tutti
gli strumenti che abbiamo a disposizione ed è per questo che chiedo una
moratoria della proposta di abolire il gemellaggio fra Reggio Emilia e Fort
Worth. Lo so che per molti è un'eresia, ma dobbiamo tenere aperti tutti i
canali, facendo anche cose un po' strane come organizzare un concerto per
ricordare il D Day. Dobbiamo cioè trovare tutti i modi possibili e
immaginabili per attirare l'attenzione degli abolizionisti riluttanti di
Fort Worth, perché sono quelli i nostri veri interlocutori.

Ma soprattutto dobbiamo fare uscire il Movimento Abolizionista italiano
dalla condizione di pressoché totale IRRILEVANZA in cui si trova ora.

Claudio Giusti

Comitato 3 luglio 1849



ABOUT A MORATORIUM

The American death penalty will not be abolished by the Pope or by an UN
Resolution, nor by the Italian abolitionists. The American capital
punishment will be ended by those who Professor Austin Sarat calls
"reluctant abolitionists" (http://moritzlaw.osu.edu/lawjournal/sarat.htm and

http://www.law.duke.edu/journals/lcp/articles/lcp61dAutumn1998p5.htm).
Those who, like Justice Blackmun, without converting themselves to
abolitionism, will realise that death penalty cannot be administered fairly
and consistently and therefore is against the American Constitution.



"Twenty years have passed since this Court declared that the death penalty
must be imposed fairly, and with reasonable consistency, or not at all, see
Furman v. Georgia, and, despite the effort of the States and courts to
devise legal formulas and procedural rules to meet this daunting challenge,
the death penalty remains fraught with arbitrariness, discrimination,
caprice, and mistake. (…) From this day forward, I no longer shall tinker
with the machinery of death. For more than 20 years I have
endeavored--indeed, I have struggled--along with a majority of this Court,
to develop procedural and substantive rules that would lend more than the
mere appearance of fairness to the death penalty endeavor.  Rather than
continue to coddle the Court's delusion that the desired level of fairness
has been achieved and the need for regulation eviscerated, I feel morally
and intellectually obligated simply to concede that the death penalty
experiment has failed.(…) The basic question--does the system accurately
and consistently determine which defendants "deserve" to die?--cannot be
answered in the affirmative."

Callins v. Collins, 1994, Justice Blackmun, dissenting

http://ethics.acusd.edu/Blackmun.html



My dear Abolitionist Friends. We must get out of our irrelevance hole.

We must speak to those Americans who have doubts about their judicial
system. We must end the mantra of urgent actions and make strategic
actions. We must stop the work for the innocent and concentrate it on the
guilty (as Andrew Hammel teaches us in http://www.fdp.dk/uk/strategy.php.).
We must search and find all the ways to be heard by the non-abolitionist
American. That is why I ask to stop demanding the end of the sister city
relation between the Italian Reggio Emilia and  Texan Fort Worth.  We need
friends in the enemy lines.

Claudio Giusti



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FATE CIRCOLARE QUESTO MESSAGGIO!

Non dimenticate mai che la lotta per i diritti umani e contro la pena di
morte è la stessa in tutto il mondo

Never forget that the fight for human rights and against the death penalty
is the same in the entire world

COMITATO "3 LUGLIO 1849"
Per i diritti umani, contro la pena di morte
Membro fondatore della World Coalition Against Death Penalty
COMMITTEE "3rd JULY 1849"
For human rights, against the death penalty
Founding member of the World Coalition Against Death Penalty
c/o
DOTT. CLAUDIO GIUSTI

VIA DON MINZONI 40, 47100 FORLI'. ITALIA
TEL.  39/0543/401562     39/340/4872522
e-mail  giusticlaudio at aliceposta.it 
La Repubblica Romana fu il primo stato sovrano a scrivere nella propria
costituzione l'abolizione totale della pena di morte, il 3 luglio 1849. Il
Comitato, ispirandosi alla tradizione libertaria ed abolizionista del
nostro Paese, si batte contro la pena di morte e per il rispetto dei
diritti  umani indicati agli articoli  2 - 21 della Dichiarazione
Universale.
The Roman Republic was the first state to write in its constitution the
total abolition of the death penalty, on 3rd July 1849. This Committee
follows this tradition fighting against the death penalty and for the human
rights listed in the articles 2-21 of the Universal Declaration of 10th
December 1948.