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IL CPT E’ UN LAGER, ANCHE QUELLO DI GRADISCA
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- From: "Davide Bertok" <bert-ts at tiscali.it>
- Date: Sat, 19 Mar 2005 00:51:16 +0100
- Priority: normal
Trieste, 18 marzo 2005
IL CPT E UN LAGER, ANCHE QUELLO DI GRADISCA
Si é svolta sabato 26 febbraio a Gradisca la manifestazione NO AI CPT
NÈ A GRADISCA NÈ ALTROVE che ha visto migliaia di persone sfilare,
in pace, con striscioni di sigle diverse, ma unite dallo stesso grido: IL
CPT É UN LAGER NO AI CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA.
Per quasi cinque km duemila persone hanno sfilato in pace mentre
desideriamo dissociarci, come Centro delle Culture e come Partito
Umanista, da chi, ancora una volta, alla fine della manifestazione
davanti al CPT ha scelto di utilizzare mezzi violenti per dare forza alla
propria azione, mettendo in cattiva luce e non lasciando spazio a chi
invece voleva manifestare, in pace, il proprio disaccordo.
I CPT (Centri di Permanenza Temporanea) sono luoghi dove molto
spesso in assenza dei più elementari diritti umani, vengono internati
con la forza e per 60 giorni migranti che non hanno commesso alcun
reato, solo perché considerati irregolari in attesa di espulsione. Sono
luoghi, se ne ha già esperienza in Italia (ad esempio a Roma o a
Milano), in cui non esistono neanche le garanzie giuridiche degli istituti
penitenziari, dove ci si ferisce o si tenta il suicidio pur di non restarci,
dove non é spesso garantita assistenza legale. Luoghi che gravano sul
bilancio dellultima legge finanziaria per 105 milioni di euro, soldi che
potrebbero servire per accogliere e fornire servizi sociali a migranti e
autoctoni. Uno di questi luoghi é in costruzione nella nostra regione, a
Gradisca (GO).
Come nel 1998 si riuscì a far chiudere quello di Trieste, ora ci si é
mobilitati e lo si farà ancora per non permettere la creazione di questo
luogo di vera e propria detenzione sul territorio regionale. Molte cose
rimangono ancora da chiarire sulle modalità della realizzazione di
questo CPT ma, prima di tutto, chiediamoci, una volta ancora, perché la
gente emigra. La gente emigra per sfuggire da una situazione di
emergenza, di fame, di miseria, di guerra, di persecuzione. Come non
molti anni fa molti emigranti italiani sono stati costretti a spostarsi in altri
paesi, europei ed extraeuropei, così oggi giungono in Italia immigrati
provenienti da altri paesi dellAmerica latina, dellAfrica e dellAsia, della
cui situazione di crisi anche i Governi italiani (come quelli degli altri
paesi europei) e molte imprese italiane (ed europee) sono
corresponsabili.
Un netto rifiuto, dunque, ai CPT ma anche un netto rifiuto della logica
repressiva che incrementa razzismo e xenofobia e affronta la questione
immigrazione quasi esclusivamente come un problema di ordine
pubblico. Alla stampa e alle televisioni linvito al rispetto,
nellinformazione locale e nazionale, della dignità e delle identità
etniche e religiose dei migranti. Un netto rifiuto anche alla violenza
come modo di manifestare, perché si dimostra della stessa faccia della
repressione di chi ha voluto i CPT e le leggi restrittive
sullimmigrazione: come non-violenti vorremmo quindi dare un
messaggio e un esempio diverso da quello che ci propongono le nostre
istituzioni.
Un invito anche al ministro dellinterno, Giuseppe Pisanu, e al governo
in carica a rivedere decisioni che hanno il sapore di censure preventive,
come quella di impedire ai giornalisti laccesso nei CPT che é permesso
solo ai parlamentari. Occorre dunque affrontare questo argomento in
base a due punti di vista convergenti: applicazione dei diritti umani e
organizzazione dellaccoglienza nei paesi di immigrazione da un lato,
aiuti determinanti allo sviluppo economico e sociale dei paesi dorigine,
dallaltro.
Vi proponiamo, allora, di rovesciare lattuale approccio repressivo, per
cui limmigrazione è vista come un problema di ordine pubblico e di
adottare invece unimpostazione basata sui diritti umani, le frontiere
aperte e laccoglienza. Tale politica servirà, tra laltro, a colpire le
organizzazioni criminali che oggi si arricchiscono sulla pelle dei
disperati in fuga dalla miseria e dalla guerra.
Limmigrazione non è una minaccia per la società, ma unoccasione di
arricchimento e comunicazione tra culture diverse. Lattuale legge
sullimmigrazione viola i più elementari diritti umani, a cominciare dai
lager in cui vengono rinchiuse persone che non hanno commesso alcun
reato e sono sottoposte allarbitrio della polizia, senza alcuna possibilità
di intervento e di controllo. I CPT vanno chiusi ed é ora di iniziare ed
organizzare nuove forme di accoglienza.
Davide Bertok
Partito Umanista
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