Documento da inviare e diffondere se condiviso



Movimento per la società di giustizia e per  la speranza
 
Cari amici,
                    il Movimento ha preparato questo documento per il Card. Ruini e la Conferenza episcopale per le loro interferenze nel referendum sulla procreazione assistita; documento che può essere inviato come proprio anche modificandolo. Indirizzo postale e email:

Card. Camillo Ruini, CEI, Circonvallazione Aurelia 50, 00165 ROMA/  sicei at chiesacattolica.it  

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Utopia

Università di Lecce

Movimento per la società di Giustizia e per la Speranza

 

 

Al Presidente della Conferenza episcopale italiana, Card. Camillo Ruini

Ai Vescovi membri della Conferenza

 

L’intervento sul referendum per la “legge sulla procreazione assistita” viola il giusto rapporto tra chiesa e  stato italiano

 

Il Movimento per la società di giustizia ha considerato con attenzione le posizioni del Consiglio permanente della CEI del gennaio scorso, espresse nel comunicato finale. Dove si dichiara contrarietà a modifiche della legge sulla procreazione assistita, sia da parte del Parlamento, che per referendum popolare (modifiche “peggiorative”, si dice, nel senso che renderebbero la legge meno proibitiva); e si considera questo referendum come mezzo “per esprimere la propria contrarietà alle modifiche proposte”, avvalendosi “di tutte le possibilità previste in questo ambito dal legislatore”, cioè il no e l’astensione.

Dove quindi il corpo dell’episcopato italiano afferma espressamente la sua opposizione a che il Parlamento prenda una certa decisione in materia; così come la sua opposizione ad una decisione referendaria che, accettando i quesiti proposti, modifichi la legge.

 

Il corpo dell’episcopato italiano, dunque, come organo dotato di potere giurisdizionale e coattivo,  si oppone ad una possibile libera decisione del Parlamento italiano; laddove l’art. 1 del Concordato afferma che “lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi  al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti”.

Come organo dotato di tale potere, con tutto ciò che esso implica per la coscienza e il comportamento dei fedeli, si oppone alla loro libera espressione in quanto cittadini, indicando questo referendum solo come mezzo per esprimere contrarietà piuttosto che accettazione. E con questo interferisce in una funzione dello stato che non è di sua pertinenza.

 

Il Movimento ritiene che il corpo episcopale possa legittimamente soltanto esortare i fedeli, che sono cittadini, a votare “secondo retta coscienza”, tenendo anche presente l’insegnamento della gerarchia. Ma non di più.

 

Quanto a questo insegnamento (espresso nell’Istruzione del 1987 e in altri interventi), il Movimento lamenta ciò che è già è stato lamentato da molti, uomini di scienza e di teologia, e cioè che esso pretende fissare\ in termini definitivi e autoritativi una materia che non attiene alla rivelazione e alla fede; e che, nella sua attinenza morale, è oggetto ancor oggi di ricerca e discussione sia in campo scientifico che teologico; dove i maggiori teologi cattolici del ‘900 si sono espressi in modo difforme. Dove la gerarchia dovrebbe, umilmente e cristianamente, invitare alla ricerca, piuttosto che bloccare la ricerca stessa attraverso le sue definizioni. Le quali, poi, non sono altro che illazioni basate sul “principio di natura”, che la migliore teologia ha superato col “principio di persona”, cioè di una persona cui Dio ha dato potere sulla natura, quindi anche sulle sue funzioni di natura.

Con queste illazioni la gerarchia, da un lato grava inutilmente la coscienza dei fedeli di vincoli e di sensi di colpa; dall’altro si espone all’accusa di autoritarismo e, fatto altrettanto grave, a dover disdire in futuro ciò che oggi ha solennemente affermato e imposto. Come altre volte è avvenuto.

 

Lecce, il 13 marzo 2005                                                      

                                                                                            Per il Movimento, il Responsabile  

                                                                                                       Prof. Arrigo Colombo

 

 

Coordinamento: Arrigo Colombo, Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160

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