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"Ma tant' è, se dovessimo cercare un giornalista capace di fare due più due fa quattro, neanche la lanterna di Diogene potrebbe venirci in soccorso."
- Subject: "Ma tant' è, se dovessimo cercare un giornalista capace di fare due più due fa quattro, neanche la lanterna di Diogene potrebbe venirci in soccorso."
- From: Joe <flespa at tiscali.it>
- Date: Sat, 26 Feb 2005 12:51:31 +0100
Title: "Ma tant'è, se dovessimo cercare un giornalista capace di fare due più due fa quattro, neanche la lanterna di Diogene potrebbe venirci in soccorso." I fasti del CMIM ( Coro Mediatico Indipendente Mondiale )
Giulietto Chiesa, Megachip
25 febbraio 2005 - George W.Bush non sarà un'aquila, ma bisogna riconoscergli (a lui o ai suoi consiglieri, primo tra tutti Paul Wolfowitz) una notevole sagacia propagandistica. In meno di quindici giorni ha fatto credere al mondo intero (quello occidentale, l'unico che rientri, seppure a fatica, nel suo orizzonte) di avere vinto le elezioni irachene e di avere con-vinto gli alleati europei della sua buona disposizione verso di loro, dopo averli brutalmente schiaffeggiati nel corso del suo primo (si fa per dire) mandato presidenziale.
Infatti, con la consueta e completa acquiescenza, l'intero coro mediatico "indipendente" mondiale (CMIM) ha comunicato al pianeta, il 31 gennaio 2005, che in Iraq avevano votato 8 milioni e mezzo di iracheni, i quali, sfidando il terrorismo, erano andati alle urne per accogliere finalmente la democrazia portata loro dagli Stati Uniti d'America. Da quel momento, per il CMIM, la guerra irachena è dunque terminata, la missione è divenuta definitivamente accomplished e la democrazia è stata finalmente raggiunta in Iraq.
Col che si è potuto calare il sipario sui risultati delle elezioni, sul computo dei voti, sulle modalità con cui sarà formato il nuovo governo. Il tutto essendo nelle mani fidate del signor Negroponte e in quelle non meno fidate della Commissione Elettorale "indipendente", incaricata di presiedere alle celebrazioni solenni della vittoria contro il terrorismo dei sunniti e di Al Qaeda.
Si sarà notato, immagino, il continuo ricorso all'aggettivo "indipendente". Che mi fa sempre tornare in mente i tempi sovietici della "doppia verità". Cioè: quanto più si sentiva ripetere, in quella patria della libertà e della democrazia, determinate parole, tanto più, quasi automaticamente, i cittadini sovietici avevano imparato a capire che il loro significato vero era stato sostituito dal suo opposto. Per cui, per esempio, "fratellanza tra i popoli" significava odio inestinguibile; "democrazia" significava schiavitù, la "verità" era inequivocabilmente falsa e le "notizie" - come raccontava un aneddoto famoso - erano equivalenti alla più completa assenza d'informazione.
Ebbene la Commissione elettorale "indipendente" irachena è, più o meno la stessa cosa.
Ma Piero Fassino, insieme a quasi tutti i maggiori commentatori italiani, per esempio, sono passati disinvoltamente sopra questo dettaglio e hanno preso per buoni i dati di Allawi e di Bremer-Negroponte. E altrove in Europa, non parliamo degli Stati Uniti, si è fatta la stessa festa. Resta tutto da vedere, ora, in che modo gli Stati Uniti e i loro quisling iracheni riusciranno nell'intento di togliere agli sciiti del sud la vittoria elettorale che, per la parte che loro compete, hanno conquistato andando effettivamente a votare. Resta da vedere cosa succederà al nord, dove i curdi hanno preso in parola il grande padre americano, con la promessa che avrebbero ricevuto in cambio il petrolio di Kirkuk e una grande autonomia. Ma dove il grande padre americano aveva contemporaneamente promesso alla Turchia che non avrebbe permesso ai curdi di diventare entità autonoma nel nord dell'Iraq (perchè altrimenti i curdi in territorio turco si sarebbero attivati per ottenere la stessa cosa, e poi - visto che una ciliegia tira l'altra - avrebbero potuto pretendere di unificarsi con i curdi iracheni. Vedi un pò che guaio producono le ciliegie).
Resta tutto da vedere, infine, last but not least, come reagiranno i sunniti che, a Baghdad, Falluja, Ramada e in decine e decine di altre città e villaggi del centro iracheno, non sono affatto andati a votare e non paiono affatto entusiasti del grande trionfo democratico che tanto è piaciuto a Piero Fassino. E tenendo conto che i sunniti non sono noccioline: più o meno cinque milioni di persone, bene armate, bene organizzate. Una Svizzera in armi, dotata delle migliori batterie di kamikaze. Tant'è che, subito dopo il trionfo elettorale americano in Iraq, ecco che il governo italiano si è affrettato a intimare il ritiro di tutti i giornalisti italiani, per "l'assenza delle condizioni minime di sicurezza". Più o meno la stessa cosa stanno facendo tutti gli altri paesi, ben consapevoli che il controllo del territorio iracheno è confinato alla zona verde di Baghdad e poco più in là.
Ma che importa tutto questo? Il CMIM ha già definito quali saranno le informazioni che potranno raggiungere i lettori e i telespettatori dell'occidente e il resto sarà confinato nei rivoli informativi secondari, su internet: cioè non conterà quasi niente. Giuliana Sgrena è il simbolo di questo "nuovo ordine mondiale dell'informazione".
Il CMIM ha poi compiuto la seconda performance appena quindici giorni dopo, spiegando a tutti noi che tra l'America e l'Europa, tra Bush e Chirac, Bush e Schroeder, Bush e Zapatero, è finalmente tornato il sereno, tutto o quasi tutto è stato chiarito, la riconciliazione è avvenuta, la saldatura è stata fissata, le relazioni euro-atlantiche sono state rinsaldate, i problemi principali sono stati archiviati, le nubi si sono diradate, ecc.
Con il sott'inteso (qualche volta perfino esplicitato) che la guerra irachena è stata ormai archiviata. Cosa fatta capo ha, dicono a Napoli. Adesso bisogna istruire gl'iracheni, insegnargli come si fa un governo, come si amministra la giustizia, come si mantiene l'ordine pubblico, come si riparano i marciapiedi, come si raffina la benzina, come si commercia con l'occidente, come si eliminano i dazi all'entrata, come si mettono in piedi le filiali delle banche, come si privatizza l'etere e si fondano le libere televisioni, e così via occidentalizzando. Certo, c'è stata la guerra, qualche piccola distruzione è stata indispensabile, ma si converrà che è stata anche "creativa". E adesso, come possiamo negare agl'iracheni un aiuto per uscire dal disastro causato da decenni di dittatura sanguinaria?
Così , dietro questo sudario di sorrisi, di pacche sulle spalle, di riconciliazione euro-atlantica, ecco sparire d'incanto tutti i problemi che restano. Bush e Chirac si stringono la mano e ingiungono alla Siria di lasciare immediatamente il Libano. Ecco la Siria, capro espiatorio scelto non a caso dopo che l'ex primo ministro libanese Rafic Hariri è saltato in aria proprio al momento giusto. E l'intero CMIM è balzato sulle lingue delle fiamme dell'esplosione per denunciare la Siria di tutte le nequizie della regione. E a nessuno è venuto in mente che la prima a doversi dolere di quell'assassinio era proprio la Siria, cui quella morte proprio non serviva a nulla.
Anche l'ultimo, il più sprovveduto agente dei servizi segreti, il più scalcinato bombarolo, avrebbe capito che mettere una bomba sotto la macchina di Hariri sarebbe servito esclusivamente agli Stati Uniti. Ma tant'è, se dovessimo cercare un giornalista capace di fare due più due fa quattro, neanche la lanterna di Diogene potrebbe venirci in soccorso.
Dunque riconciliazione generale? Finchè non diventerà chiaro che l'Imperatore sta preparando la prossima guerra. Cosa che sta facendo con rapida efficacia, appunto verso la Siria, oppure verso l'Iran, che, a sua volta, attende con i suoi missili pronti a partire. Riconciliazione a tempo determinato, perchè l'Europa ha firmato Kyoto, mentre Washington non firmerà nulla che possa mettere a repentaglio i suoi interessi economici immediati, che si chiamano sviluppo indeterminato dei consumi. Che, a sua volta dilaterà ulteriormente il debito americano nei confronti del resto del mondo, che a sua volta indebolirà il dollaro, che si svaluterà nei confronti dell'euro, che significherà che l'Europa e il Giappone (ma non la Cina) si incaricheranno di pagare il conto della guerra irachena, e della prossima ventura.
Riconciliazione che salterà per aria domani, quando l'Europa metterà in pratica il suo impegno a ridurre le sovvenzioni ai propri agricoltori, perchè - seppure in ritardo e male - ha capito che la sua sicurezza dipenderà dal riequilibrio delle ricchezze mondiali e che è meglio per tutti se vi saranno contadini che possono vivere decentemente in Africa, Asia e America Latina, che avranno acqua potabile, strade e scuole. E gli Stati Uniti terranno duro mantenendo i sussidi ai propri farmers.
Riconciliazione che verrà messa a dura prova quando i bombardieri Usa (o israeliani) andranno a sganciare i loro cruise sugl'impianti atomici iraniani, e l'Europa si troverà di fronte al compito di spiegare ai suoi cittadini come mai il petrolio balzerà in alto, e sarà difficile fare il pieno di benzina, o addirittura riscaldare le scuole e gli ospedali e accendere i lampioni nelle strade.
Scenari fantastici? Sono quelli che si vedrebbero occhio nudo non appena noi potessimo far cadere i sudari bianchi innalzati quotidianamente dal CMIM.
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