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21/01 Nardò (LE): "lavoro precario: tra dirittti negati e vite spezzate"
- Subject: 21/01 Nardò (LE): "lavoro precario: tra dirittti negati e vite spezzate"
- From: Antonella Mangia <antonellamangia at yahoo.it>
- Date: Wed, 19 Jan 2005 23:54:40 +0100
Inoltro con preghiera di PUBBLICAZIONE. ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ VENERDI' 21 GENNAIO ORE 17,30 A NARDO' CHIOSTRO S.ANTONIO Piazza Repubblica INCONTRO-DIBATTITO organizzato da Rifondazione Comunista sul tema "LAVORO PRECARIO: TRA DIRITTI NEGATI E VITE SPEZZATE" Intervengono: -CLAUDIO ROMANO-segr. cittadino PRC Nardò -MARCELLO PETRELLI-Avvocato -PAOLO BARRUCCI-Docente Sociologia dellavoro UNIV.LECCE Nel corso del dibattito, FRANCESCO DEZIO presenterà il suo libro: "NICOLA RUBINO E' ENTRATO IN FABBRICA",ed.Feltrinelli ******************************************************* "Nicola Rubino è entrato in fabbrica" Francesco Dezio Collana: Super Universale Economica Pagine: 184 www.feltrinelli.it SCHEDA LIBRO In breve Quest'opera che ha la forza polemica di un instant book e l'esattezza di un trattato di globalizzazione applicata, si annuncia come il primo esempio italiano di letteratura postindustriale. Il libro La grande occasione di Nicola Rubino, trentenne operaio pugliese, è finalmente arrivata. Una multinazionale, "leader nel settore" della produzione dei motori diesel, lo ha assunto con un contratto di formazione. Un futuro garantito e tutelato dal mitico posto fisso lo aspetta come un miraggio al termine del periodo di prova. In mezzo, ci sono sei mesi di lavoro infernale: ritmi di produzione pazzeschi sotto il ricatto continuo del licenziamento, le vessazioni dei capi, l'incomprensione dei colleghi. Nicola, del resto, è quel che si dice una testa calda, svelto di mani e di parola: praticamente ingestibile. Però osserva e registra tutto, lasciandoci assistere alla messa in scena di sogni e frustrazioni della classe operaia precarizzata in luoghi e momenti topici del lavoro in fabbrica: davanti alle macchine, durante la pausa-caffè, in mensa. Il tutto filtrato da una "ironia solforica" talmente vitale e genuina da restare costantemente al di qua dell'ideologia. La fabbrica - oggi come negli anni sessanta, quando erano scrittori come Parise, Volponi e Testori a raccontarci la grande industria del Nord - è ancora un mostro capace di stritolare le risorse umane attraverso un meccanismo perfetto di consumazione del corpo e di annullamento della volontà. "La fabbrica si prende tutto," divorando perfino lo spazio narrativo: non c'è quasi nulla nel romanzo che accada fuori dai suoi cancelli. ***************************************************************************** RECENSIONI "Corriere della Sera" , 10/10/2004 Alessandro Beretta , Questa fabbrica è un Inferno "Sei mesi di contratto di formazione nella sede pugliese di una multinazionale tedesca. E' questo il nucleo del romanzo d'esordio di Francesco Dezio, nato ad Altamura nel 1970. Una fabbrica animata dalle parole d'ordine "globalizzazione" e "flessibilità", dove l'operaio si ritrova a vivere in un grottesco girone dantesco tra un capetto declamante l'incipit della Commedia e turni massacranti che ignorano qualsiasi contratto. Scanditi dai ritmi ossessivi delle macchine della catena di montaggio e dal mobbing, i sei mesi si trasformano in un incubo. Così, quando il contratto a tempo indeterminato non arriva, per il protagonista è una liberazione. Riuscito nei momenti esemplari sulla vita d'oggi in fabbrica, dall'esordio con folli test attitudinali, al momento della presentazione dei sindacati, la tensione si perde in alcuni ritratti della lunga galleria di personaggi secondari. Si sente l'eco, per stile e per tema, di Nanni Balestrini, ma l'orizzonte politico è decisamente cambiato. Se un tempo si diceva "Vogliamo tutto", oggi perfino per chi, come Rubino, dice solo: "Voglio qualcosa", rischia di non esserci niente." "La Gazzetta del Mezzogiorno" , 21/09/2004 Michele Trecca , Tremate, l'operaio è tornato un po' incazzato "C'era una volta al sud il sogno dell'industrializzazione. E' finita come sappiamo: cattedrali nel deserto diventate ben presto colossi in disarmo, scempi ambientali permanenti (irredimibili), occupazione minima o nulla, sfruttamento tanto, salari di fame... (chi avesse dei dubbi si documenti sulla recente vertenza contrattuale allo stabilimento Fiat di Melfi). E' finita, insomma, come la più brutta delle storie sentimentali. E' finita come dice una grande scritta (ora un po' sbiadita) sulla litoranea fra Manfredonia e Mattinata, poco oltre l'ex stabilimento dell'Enichem. Dice quella scritta: "Credevo fosse amore e invece era una zoccola"…. Nell'era dei new media Francesco Dezio sfida i padroni sul terreno della comunicazione opponendo al loro viscido "Mulino bianco" un realismo apocrifo e degenere: al confine tra documentario e romanzo e fuori dagli schemi della ricca è nobile tradizione della letteratura d'ambiente operaio (da Volponi, a Ottieri a Rea…). Nicola Rubino è entrato in fabbrica è una testimonianza narrativa sulla propria pelle dell'inferno postindustriale in una grande fabbrica del Sud. Un sabotaggio. Un inno alla rivolta. Quella scritta li, vicino all'Enichem, non l'ha fatta Nicola Rubino. Nicola Rubino ha fatto di peggio."
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