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Iran-Stati Uniti - Bush promuove il conflitto

Si istituzionalizza la guerra preventiva




E' ormai guerra diplomatica tra Stati Uniti e Iran, che in queste ore si
stanno fronteggiando con reciproci avvertimenti e minacce.

Il presidente americano George W. Bush in persona ha oggi parlato
apertamente della possibilità di conflitto militare tra i due paesi.

"Spero di poter risolvere le cose attraverso la diplomazia, ma non intendo
escludere nessuna opzione - ha affermato nel corso di un'intervista con
l'Nbc - escluderò l'opzione bellica solo quando l'Iran cesserà di creare
ostacoli alla comunità internazionale sulla esistenza dei suoi programmi
nucleari militari".

Poche ore dopo Condoleezza Rice, che prenderà tra pochi giorni il posto di
Colin Powell sulla poltrona di segretario di Stato, ha assicurato che nei
prossimi quattro anni la Casa Bianca punterà decisamente sulla diplomazia,
ma non ha nascosto il desiderio dell'amministrazione di Washington di poter
garantire democrazia a tutto il Medioriente.

"Finché il Medioriente resta una regione di tirannia, di disperazione e di
rabbia - ha chiarito - produrrà sempre estremisti e movimenti che minacciano
la sicurezza degli americani e dei nostri amici".

Minacce che il regime della repubblica islamica ha rispedito al mittente,
assicurando che un'eventuale invasione statunitense sarà certamente
respinta.

"Possiamo dire che la nostra forza è sufficiente per impedire attacchi da
qualsiasi Paese - ha dichiarato oggi il ministro della difesa iraniano Ali
Shamkhani - in quanto nessuno ha informazioni precise sulle nostre capacità
militari, grazie alla nostra abilità nell'attuare strategie flessibili".

Gli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica hanno ieri
lasciato l'Iran. Secondo le prime indiscrezioni non sarebbe stata trovata
alcuna prova che il regime di Teheran stia mettendo a punto armamenti
proibiti. Una notizia che non soddisferà di certo coloro che, negli Stati
Uniti, spingono affinché il "problema iraniano" possa essere al più presto
affrontato.

E' notizia di ieri che l'amministrazione di George Bush starebbe conducendo
delle indagini "in proprio" alla ricerca di siti nucleari nella repubblica
islamica. Secondo il prestigioso periodico "New Yorker", infatti, la Casa
Bianca ha ordinato delle operazioni paramilitari che prevedono l'utilizzo di
soldati delle forze speciali. Soldati che si sarebbero già introdotti in
Iran diversi mesi fa attraverso il confine pakistano.

Un'inchiesta che il consigliere del presidente Dan Bartlett, ha definito
"piena di inesattezze". Inesattezze, dunque, ma nessuna vera e propria
smentita. Bartlett ha anzi voluto precisare che nessun presidente, in nessun
momento importante della storia, "ha mai scartato a priori l'opzione
militare".

Una sorta di avvertimento, insomma, che si va ad aggiungere alle numerose
minacce degli scorsi mesi.

A novembre il segretario di stato Colin Powell aveva assicurato che Teheran
era ormai ad un passo dall'acquisizione di armamenti nucleari.

"Armi da lanciare non solo qualcosa da tenere in un deposito - aveva
chiarito - in base alle informazioni in nostro possesso possiamo dire che
gli iraniani stanno lavorando seriamente a sistemi missilistici e armi
nucleari. La cosa dovrebbe preoccupare tutti".

A settembre il sottosegretario di Stato John Bolton aveva accusato l'Iran di
"minacciare la pace globale".

Poche settimane prima l'inquilino della Casa Bianca in persona aveva reso
noto che il governo della repubblica islamica era addirittura sospettato di
un coinvolgimento negli attacchi al World Trade Center e al Pentagono.

"Stiamo indagando a fondo per accertare se vi sia stata una connessione
diretta con gli attacchi dell'11 settembre 2001 - aveva spiegato Bush -
continueremo ad indagare per verificare se vi sia stato un coinvolgimento
degli iraniani".

Poco prima delle elezioni presidenziali del 2 novembre Joseph Cirincione,
esperto in armamenti di distruzione di massa della "Carnegie Endowment for
International Peace", aveva assicurato che il presidente Bush, in caso di
secondo mandato, avrebbe certamente sferrato un attacco contro il regime di
Teheran.

Lo scorso luglio il quotidiano britannico "The Times" pubblicò un articolo
nel quale si affermava che Washington ha in cantiere un piano militare per
colpire il complesso nucleare iraniano di Bushehr. Un attacco che, sempre
secondo il periodico, dovrebbe servire come apripista per una successiva
invasione.

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(WWW.CENTOMOVIMENTI.COM, 18-1-2005)