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Rapporto di Amnesty sul Sudan: chi risponderà dei crimini?
- Subject: Rapporto di Amnesty sul Sudan: chi risponderà dei crimini?
- From: press at amnesty.it
- Date: Tue, 18 Jan 2005 23:13:46 +0100
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS04-2005 RAPPORTO DI AMNESTY SUL SUDAN: CHI RISPONDERA' DEI CRIMINI? Per assicurare la fine dell'impunita' per i gravissimi crimini commessi nei vari conflitti del Sudan, il Consiglio di sicurezza dell'Onu deve riferire la situazione del paese al Procuratore della Corte penale internazionale. Lo stesso dovra' fare nei confronti di qualunque situazione analoga in cui si verifichino crimini di diritto internazionale. Il Consiglio di sicurezza ha ripetutamente manifestato la propria preoccupazione per l'incapacita' del Sudan di porre fine all'impunita' e deve pertanto agire in modo coerente. Ma poiché la Corte penale internazionale si occuperebbe solo di una piccola parte dei responsabili di crimini di guerra e crimini contro l'umanita', il Consiglio di sicurezza e la comunita' internazionale devono sostenere un'ampia riforma del sistema giudiziario sudanese che consenta di processare gli autori di gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario. Il diritto delle vittime e delle loro famiglie a ottenere verita' e giustizia e' un elemento essenziale del processo di riconciliazione in Sudan. Perché la pace tra nord e sud sia duratura e cessino le violazioni dei diritti umani contro la popolazione civile attualmente ancora sotto assedio nel Darfur, e' indispensabile che chi ha commesso questi abusi sia incriminato e sottoposto a processo. La popolazione del Darfur continua a rischiare la propria vita nel tentativo di denunciare e di chiedere un risarcimento per le gravi violazioni dei diritti umani che subisce quotidianamente. La popolazione dei monti Nuba spera che la pace consentira' di conoscere il destino delle persone 'scomparse'. Le comunita' soggette a pratiche schiaviste nel Bahr-el-Ghazal vogliono che i responsabili degli abusi commessi nei loro confronti siano processati e che i sopravvissuti ottengano un risarcimento. Gli avvocati del nord attendono la fine delle leggi d'emergenza, che bloccano attualmente centinaia di procedimenti su casi di tortura, affinché i propri clienti abbiano la giustizia che meritano. Nel sud, molte persone temono ancora i possibili attacchi delle milizie, che per anni hanno agito nella totale impunita'. Il governo sudanese e l'Esercito popolare di liberazione del Sudan (Splm/A), che hanno sottoscritto l'accordo di pace del 9 gennaio, devono assumersi la responsabilita' di garantire una pace duratura, basata sulla verita' e la giustizia, per la popolazione sudanese e devono impegnarsi in un percorso che favorisca la verita' e la riconciliazione nel paese. FINE DEL COMUNICATO Roma, 18 gennaio 2005 Il rapporto Sudan: chi rispondera' dei crimini? e' disponibile presso il sito Internet http://www.amnesty.org e l'Ufficio stampa di Amnesty International Italia. Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia ? Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' # pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non # portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre # informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista # personali e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty # International.
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